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Quiet Life: cos’è la Sindrome della Rassegnazione infantile nel film di Alexandros Avranas

Una vicenda drammatica quella narrata nel film Quiet Life, che vede il membro più piccolo di una famiglia immigrata colpita da un particolare disturbo psichico. Ma cos’è la Sindrome della Rassegnazione?
Cos'è la sindrome della rassegnazione nel film Quiet Life

Presentato nella sezione Orizzonti all’81° Festival del cinema di Venezia, Quiet Life è il quinto film scritto e diretto dall’autore greco Alexandros Avranas. Il registra di Miss Violence del 2013 mostra, nel film, la drammatica vicenda che colpisce una famiglia immigrata in Svezia nel 2018, nel pieno del processo d’integrazione anche e soprattutto dal punto di vista burocratico. Oltre alle naturali difficoltà del caso, la famiglia dovrà anche vedere respinta la propria richiesta d’asilo, con la figlia più piccola Katja che accuserà particolarmente il colpo. Un disturbo questo riemerso recentemente nel Paese nordico soprattutto negli ultimi anni, ma che cos’è la Sindrome della rassegnazione infantile?

Di cosa parla Quiet Life di Alexandros Avranas

Il nuovo film di Alexandros Avranas, regista di Dark Crimes e dell’acclamato Miss Violence, ha come protagonisti Sergei e Natalia, fuggiti dal loro paese natale e che decidono di stabilirsi in Svezia in attesa della loro domanda d’asilo. Si trasferiscono insieme alle loro due figlie e cercano di condurre una vita più integrata possibile, mandando loro a scuola, lavorando sodo e sottoponendosi alle ispezioni da parte delle autorità. Quando però la loro richiesta d’asilo verrà respinta Katja, la figlia più piccola della famiglia, vedrà collassare la propria condizione psicologica.

Cos’è la Sindrome della Rassegnazione infantile nel film Quiet Life

La fragile condizione psicofisica che colpisce Katja, nel film Quiet Life, fa eco ad un fenomeno emerso negli ultimi anni proprio in Svezia. Un disturbo che è stato chiamato in molti modi dagli esperti, ma che prenderebbe il nome di Sindrome della Rassegnazione infantile, in quanto ad essere stati colpiti sono appunto centinaia di bambini e ragazzi di età compresa tra gli 8 e i 15 anni, di cui la maggior parte figli di rifugiati siriani. Sebbene non strettamente legato per sua natura, si tratta infatti di un fenomeno particolarmente vicino al respingimento della domanda di asilo delle famiglie rifugiate, con i bambini (i più fragili) che, consciamente o inconsciamente, si vedono crollare il mondo addosso a causa delle difficoltà d’integrazione riscontrate in un nuovo Paese a quanto pare ostile verso di loro.

In fuga dalla propria casa, arrivando improvvisamente in un territorio del quale non si conosce lingua ed usanze, con i genitori sotto pressione per le vicende più strettamente burocratiche. Sono tutti elementi questi che, uniti anche ad altri fattori, colpiscono pesantemente la condizione psicologica dei più piccoli, facendoli cadere in uno stato di riduzione della coscienza che porterà loro a rifiutare il cibo, perdere peso, isolarsi socialmente e resistere a qualsiasi stimolo esterno. Un profondo stato di depressione che porta nei casi più gravi ad un sonno profondo, ad uno stato comatoso, quale risposta più immediata del corpo alla sofferenza provata da un mondo dal quale ci si vuole emarginare.

Un fenomeno non totalmente nuovo per il campo scientifico, che poté registrare casi anche nei campi di concentramento nazisti, dove alcuni bambini deportati finivano per addormentarsi senza più risvegliarsi in seguito alla mancanza di cure per combattere la disidratazione e la denutrizione quali naturali conseguenze della Sindrome. Il regista greco vuole così mostrare sullo schermo questo particolare fenomeno e, a tal riguardo, Avranas afferma:

Da quando ne ho sentito parlare qualche anno fa, sono ossessionato dal fenomeno della Child Resignation Syndrome (Sindrome della rassegnazione infantile) e dalla necessità di portarlo sullo schermo. Nella speranza di una vita dignitosa, milioni di bambini sono costretti a spostarsi ed abbandonare le loro case per via di guerre, povertà o repressione politica. Ma come possono i genitori garantire protezione e stabilità ai loro figli nella consapevolezza che la realtà dei fatti è tutt’altro che ottimistica?

Questo è ciò che Sergei e Natalia affrontano quando si trovano rifiutata la richiesta d’asilo e la loro figlia minore sprofonda in uno stato di Sindrome della rassegnazione, una condizione di disperazione che nella sola Svezia colpisce centinaia di bambini. È possibile creare qualcosa dal nulla semplicemente impegnandosi abbastanza? La felicità, alla fine, è qualcosa che possiamo creare? Quiet Life parla della loro lotta per ripristinare a tutti i costi fiducia e stabilità, per trovare un lume di speranza in una situazione disumana.