Cerca
Close this search box.

Nonostante è un saggio di stucchevole pretenziosità

Secondo film dietro la macchina da presa per Valerio Mastandrea, presentato in anteprima a Venezia81 nella sezione Orizzonti: ma qual è il risultato di Nonostante?

Dopo aver diretto Ride nel 2018, a seguito del suo esordio con il cortometraggio Trevirgolaottantasette, Valerio Mastandrea torna dietro la macchina da presa con Nonostante, un film che viene presentato in anteprima nel contesto del Festival di Venezia 2024 e che giunge con grandissime aspettative nelle sale cinematografiche italiane, soprattutto considerando il grande successo che l’attore ha ottenuto con il suo ruolo in C’è ancora domani di Paola Cortellesi. Film diretto e interpretato da Valerio Mastandrea, Nonostante vede la produzione di Valeria Golino e Rai Cinema: ma qual è il suo risultato? Di seguito, si tende di saperne di più a proposito della trama e della recensione del film.

La trama di Nonostante, il film di e con Valerio Mastandrea presentato a Venezia81

Prima di procedere con la recensione di Nonostante, è bene partire innanzitutto dalla trama del film che vede Valerio Mastandrea impegnato nei panni del regista e dell’attore protagonista, in un cast che viene completato, tra gli altri, dalle presenze di Dolores Fonzi, Lino Musella, Giorgio Montanini e Laura Morante. Il racconto è quello di un uomo come tanti, che vive il suo ricovero in ospedale con apparente tranquillità e che riesce a godere quasi di quella routine quotidiana, che sembra non riuscire a scalfirlo: l’ospedale, dunque, diventa quasi un luogo di pace per l’uomo interpretato da Valerio Mastandrea, finché una donna irrequieta non si presenta in quello stesso reparto, mostrando i caratteri della sua ribellione contro le regole dell’ospedale. Benché inizialmente scosso, l’uomo se ne innamorerà e tra i due inizierà una storia d’amore.

La recensione di Nonostante: tanto sensazionalismo e troppe pretese

È un terreno difficile, quello in cui muove i suoi passi Valerio Mastandrea: diventato una vera e propria icona del cinema italiano, complici alcuni ruoli che vanno dalla commedia al dramma, talvolta con interpretazioni da protagonista (come quella in The Place di Paolo Genovese), l’attore ha inevitabilmente attirato numerosi consensi, fino a sviluppare l’idea di un film che lo vedesse nuovamente dietro la macchina da presa. Parliamo di difficoltà dal momento che una regia di questo genere, al di là delle premesse e sviluppatasi volontariamente con un cenno – neanche troppo velato – al favolistico di spielbergiana memoria, ha necessariamente bisogno di una spiccata conoscenza della materia, che permetta di non cedere al semplice moralismo e che, soprattutto, non rappresenti un trattato stucchevole e melenso. Quella di Nonostante, in fondo, è un’idea anche buona: vita e morte vengono legate da un filo piuttosto flebile, attraverso il quale che si pensa di entrambe non può che muovere da simili premesse, secondo le quali vivere o morire, del resto, rappresenta pur sempre una forma di abbandono. Il limbo in cui si trovano i pazienti di un ospedale senza nome porta a sviluppare conoscenze, amicizie, talvolta amori, nel segno imperante di un tempo limitato (ogni stanza si libererà prima o poi, parafrasando il personaggio di Laura Morante), qualunque sia l’esito della degenza.

Effettivamente, bastassero le premesse, parleremmo di un film completamente differente: purtroppo Nonostante è il risultato di quella mancata conoscenza – di cui si parlava precedentemente – e di un ego che risulta essere così tanto sovrabbondante da diventare quasi macchiettistico; Valerio Mastandrea occupa, straborda e domina così tanto il suo prodotto da renderlo totalmente nullo, nel segno di un atteggiamento costantemente ego-riferito negli intenti e nella resa, tanto estetica quanto narrativa, finale. Così, ci si ritrova di fronte a scene che rappresentano il risultato (naturalmente posticcio) di una premeditazione che appare studiata a tavolino, finalizzata a mettere in luce delle mai genuinamente riconoscibili qualità, da parte di un regista che sembra costantemente impegnato in un’opera saggistica, di citazioni e nozionismo, ma che rischia troppo velocemente di non possedere un animo. Tecnicamente parlando, Nonostante non riesce a salvarsi, per il suo costante appellarsi a meccanismi scevri e stucchevoli, tra riprese con ralenti e altre realizzate in reverse, che vorrebbero mettere in luce lo scorrere del tempo claudicante all’interno dell’ospedale ma che finiscono per rendere stentata tanto la sceneggiatura quanto il ritmo del lungometraggio. E non si può fare a meno, infine, di aprire una breve parentesi sull’interpretazione costantemente respingente di Dolores Fonzi, per quanto Valerio Mastandrea riesca, in ogni caso, a portare a casa il risultato almeno in termini di recitazione.

È un peccato che un’opera di questo genere, che si apre con un riferimento anche abbastanza intelligente al tema dei morti che osservano i vivi (tanto caro a Il cielo sopra Berlino), finisca per essere essa stessa mortifera e costantemente contraria al suo spirito e a quelle che dovrebbero essere le intenzioni: del resto, in qualunque luogo e in qualsiasi tempo, afferma Mastandrea, le storie d’amore potrebbero e dovrebbero trionfare. Ciò che vince in Nonostante, però, è soltanto quell’amore che evidentemente il regista prova per se stesso, che tradotto in risultato crea un’insopportabile e stucchevole pretenziosità.

0,0
Rated 0,0 out of 5
0,0 su 5 stelle (basato su 0 recensioni)
Nonostante è un saggio di stucchevole pretenziosità
Nonostante
Nonostante

Il secondo film con Valerio Mastandrea regista racconta la più classica delle storie d'amore nel contesto di un ospedale, che era stato tanto caro al regista anche in La linea verticale.

Voto del redattore:

3 / 10

Data di rilascio:

28/08/2024

Regia:

Valerio Mastandrea

Cast:

Valerio Mastandrea, Dolores Fonzi, Lino Musella, Giorgio Montanini, Justin Alexander Korovkin, Barbara Ronchi, Luca Lionello, Laura Morante

Genere:

Drammatico

PRO

L’idea di fondo del film
L’interpretazione di Valerio Mastandrea…
… che però come regista appare ancora totalmente acerbo
La pretenziosità del film
Le scelte di regia inutilmente sensazionalistiche e totalmente fini a se stesse
L’interpretazione di Dolores Fonzi