Cerca
Close this search box.

Disclaimer – La vita perfetta è già storia della televisione

Alfonso Cuaron torna dietro la macchina da presa per Disclaimer – La vita perfetta con Cate Blanchett protagonista: ma qual è il risultato della miniserie?
La recensione di Disclaimer - La vita perfetta, la miniserie AppleTV+ di Alfonso Cuarón con Cate Blanchett

A 6 anni di distanza dal suo ultimo film, Roma, che gli ha permesso di ottenere una consacrazione definitiva anche nel contesto degli Oscar, Alfonso Cuarón torna dietro la macchina da presa per Disclaimer – La vita perfetta, una miniserie che vede Cate Blanchett nei panni della protagonista, oltre che nel team di produzione che consta anche nomi quali Emanuel Lubetzki, a sua volta impegnato anche come direttore della fotografia. La miniserie in questione promette sicuramente tantissimo ed è attesa in streaming su Apple TV+, a partire da ottobre 2024, con la presentazione in anteprima al Festival di Venezia 2024: ma qual è il suo risultato? Di seguito, si indica tutto ciò che c’è da sapere in merito attraverso trama e recensione di Disclaimer – La vita perfetta.

La trama di Disclaimer – La vita perfetta, la nuova miniserie di Alfonso Cuarón con Cate Blanchett

Come di consueto, prima di procedere con la recensione di Disclaimer – La vita perfetta, è importante sottolineare innanzitutto di che parla la miniserie in questione, che vede la regia di Alfonso Cuarón e l’interpretazione di Cate Blanchett nei panni della protagonista, con un cast che annovera anche la presenza di Sacha Baron Cohen. Adattando l’omonimo romanzo di Renée Knight, Disclaimer – La vita perfetta racconta di Catherine Ravenscroft, un’acclamata giornalista che riesce a scavare nelle vite altrui e che, per questo motivo, ha ottenuto un grande potere; tuttavia, la sua intera esistenza rischia di essere minata da un romanzo che sta per essere pubblicato sulla sua vita: quest’ultimo presenta il racconto di un segreto che la donna ha tenuto nascosto e che, se svelato, rovinerebbe tutti i suoi rapporti.

La recensione di Disclaimer – La vita perfetta: il capolavoro di Alfonso Cuarón

Il disclaimer, inteso in termini artistici, è quella forma di avvertimento che viene offerta allo spettatore prima che quest’ultimo si rapporti ad un’opera di finzione, specie rispetto a ciò che sta per guardare; non un esonero di responsabilità, bensì una precisa volontà da parte del regista, è quella che anima l’ultima opera di Alfonso Cuarón, che torna dopo sei anni dietro la macchina da presa per Disclaimer – La vita perfetta, che adatta il romanzo di Renée Knight: che cosa succederebbe se ci ritrovassimo di fronte ad un’esistenza che viene totalmente stravolta, in maniera repentina e brutale, da una persona sconosciuta? Qual è il peso di un segreto che può essere celato per anni, prima di essere rievocato? Quanto si è davvero disposti ad ascoltare? Il regista di Y tu mamá también e Roma realizza una sublime opera totale, che – prima di ogni altro elemento strutturale e narrativo – mette in dubbio la capacità di osservare, provoca e destruttura l’attenzione dello spettatore, conduce sapientemente là dove il suo occhio vuole portare, tradendo invece il nostro occhio, o meglio ponendoci di fronte ad un’inesorabile e cruda verità: il vero fallimento si genera là dove c’è davvero bisogno di comprensione ed immedesimazione nell’altro.

Concependo la sua opera globalmente, al di fuori dei confini della serialità ed elaborando un discorso che sappia rifuggere ogni tentativo di stereotipizzazione narrativa, Cuaron mette in scena un prodotto perfetto, tramite la sapiente manipolazione della macchina da presa: il suo racconto segue le medesime logiche di cui sopra, non ascrivendosi mai ad un solo genere ma accompagnando con mano lo spettatore là dove questi crede di voler essere condotto, salvo poi riposizionarlo vorticosamente entro i confini di un nuovo meccanismo strutturale. I primi episodi della serie sono allora tendenti al fiabesco, grazie alla fotografia patinata di Emanuel Lubetzki e al frequente utilizzo dell’occhio di bue, che incornicia l’immagine e le restituisce un tono a-temporale. L’astrazione dell’immagine riesce ad essere restituita anche dalla disposizione di alcuni indizi che lo stesso Cuarón inserisce in scene narrativamente rilevanti, quasi a voler ulteriormente stuzzicare la capacità di osservazione dello spettatore: il mondo che viene descritto nel libro di Nancy è, per l’appunto, immaginario e stereotipato, così la necessità di un ritorno alla realtà viene suggerita – nelle suddette scene – dai televisori che si osservano sullo sfondo, tutti impegnati a trasmettere qualche elemento di attualità o, semplicemente, un programma qualunque. In un secondo momento di Disclaimer – La vita perfetta, invece, si assiste ad un’evoluzione tanto narrativa quanto strutturale, che permette di cedere il passo al drammatico, all’horror e, addirittura, al puro western che si può osservare nella scena in cui Catherine tenta di “riconquistare il suo territorio” invadendo la casa dell’assalitore, il padre di Jonathan che cede alle lusinghe della tentazione e che crede acriticamente al racconto della sua defunta morte.

In un gioco continuo alla ricerca di una nuova identità narrativa e strutturale, Cuarón si avvale di quella che aveva definito come importantissima sperimentazione, probabilmente la più netta della sua carriera: quella che osserviamo sullo schermo è, in effetti, una voglia di valicare ogni confine che si osserva con l’intero comparto tecnico, specie con uno spaventosamente incredibile sonoro, che permette di disorientare costantemente lo spettatore gestendo le fonti di suono in maniera innovativa, talvolta tenendo in primo piano quelle che potrebbero essere soltanto chiacchiere di sottofondo e, soprattutto, facendo spesso parlare in personaggi in soliloquio o per mezzo di un voice over narrante, che accompagna la scena. Accanto al sonoro, naturalmente, non si può non dare incredibile merito alla colonna sonora di Fineas O’Connell, in grado di evolvere continuamente e di acquisire delle tonalità sempre più “severe” e decise, seguendo di pari passo la materia trattata.

Perché Disclaimer – La vita perfetta è già storia della televisione

Nell’ultimo episodio di Disclaimer – La vita perfetta di Alfonso Cuarón, in cui si scopre finalmente tutta la verità e si riesce a collegare ogni elemento che era stato sparso nella narrazione, si comprende anche perché la miniserie in questione è in grado di entrare a far parte, decisamente, della storia della televisione. All’interno di tutto il prodotto ci si rende conto di quanto l’obiettivo fondamentale del regista sia, più che una ricostruzione del passato e delle cause, un racconto degli effetti, una messa in scena di quel clima paranoico che – non tanto tempo fa – era stato proposto, anche se in una chiave di lettura completamente differente, da Noah Baumbach con Storia di un matrimonio prima e con Rumore Bianco poi. La dissoluzione della famiglia che viene qui proposta è il risultato degli atteggiamenti di ogni personaggio che – anche tramite interpretazioni pregevoli -, essendo divinamente tratteggiato, induce ad una riflessione costantemente mutevole da parte dello spettatore: una madre assente, un padre costantemente impegnato alla soddisfazione del suo ego, un figlio dimenticato da entrambi; il prodigio di Alfonso Cuarón si ritrova in quella frase che il personaggio di Cate Blanchett pronuncia al termine della serie: sentirsi quasi sollevati dal fatto che sia stata ripetutamente molestata e riuscire a sopportarlo maggiormente, rispetto alla gestione di una gelosia che, in fin dei conti, altro non è che egocentrica megalomania.

Tratteggiato com’è, il personaggio di Catherine potrebbe sembrare tanto vittima quanto narcisista, poiché delineato attraverso un’ambiguità morale che, del resto, è la medesima di chi guarda: ecco come, nelle scene in cui si osserva quanto raccontato da Nancy, la macchina da presa indugia sui corpi, stimola l’eccitazione dello spettatore, cede all’erotico e agisce in maniera compassata; quando si scopre la verità, invece, il ritmo è frenetico e forsennato, mentre le scene sono brevi, quasi a voler chiedere allo spettatore la stessa cosa? Quanto si è disposti a sopportare la brutale verità, dopo che ci si è lasciati trasportare così abilmente verso una più sensuale menzogna? Evidentemente, Disclaimer rappresenta una critica purissima che viene mossa verso la società dell’immagine e che, con l’immagine stessa, si auto-alimenta fagocitando ogni cosa, nell’emblema di un racconto reiterato e distorto che, come nel caso della famiglia Ravenscroft, può rovinare ogni cosa. Il racconto di Cuarón, allora, non è soltanto un perfetto esempio di come la femminilità può e deve essere delineata, bensì anche uno sguardo intelligentissimo e coraggioso sull’analisi dei nostri tempi e sulla pericolosissima velocità della trasmissione dell’informazione, reale o distorta che sia.

0,0
Rated 0,0 out of 5
0,0 su 5 stelle (basato su 0 recensioni)
Disclaimer - La vita perfetta
Disclaimer – La vita perfetta

Adattando l'omonimo romanzo di Renée Knight, Alfonso Cuarón torna dietro la macchina da presa con la miniserie che vede Cate Blanchett protagonista.

Voto del redattore:

10 / 10

Data di rilascio:

28/08/2024

Regia:

Alfonso Cuarón

Cast:

Cate Blanchett, Kevin Kline, Sacha Baron Cohen, Lesley Manville, Louis Partridge, Leila George, Kodi Smit-McPhee, Hoyeon, Indira Varma

Genere:

Drammatico

PRO

Il progetto nel suo insieme
La meravigliosa narrazione dell’intera serie
L’intero comparto tecnico
La capacità di mettere in discussione l’occhio dello spettatore (e della macchina da presa)
Nessuno