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Cloud conferma Kiyoshi Kurosawa tra i registi più importanti al mondo

Ormai habitué della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica, Kiyoshi Kurosawa torna al Lido con Cloud, presentato fuori concorso a Venezia81. ma vale davvero la pena recuperarlo?
La recensione del nuovo film di Kiyoshi Kurosawa presentato a Venezia81, Cloud

La recensione di Cloud, il nuovo lungometraggio diretto da Kiyoshi Kurosawa e presentato in anteprima nella sezione fuori concorso di Venezia81. Noto al grande pubblico per titoli come Cure (1997), Pulse (2001) e Tokyo Sonata (2008), il regista giapponese è da un habitué dei più importanti festival cinematografici al mondo – Cannes, Locarno – tra cui ovviamente la Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia dove, nel 2020, ha vinto il Leone d’argento per la miglior regia grazie a Moglie di una Spia. A seguire, trama e recensione del suo ultimo lavoro con protagonista Masaki Suda, Cloud.

La trama di Cloud, presentato fuori concorso a Venezia81

Prima della consueta analisi e recensione del film, segue la sinossi ufficiale di Cloud, il nuovo lungometraggio di Kiyoshi Kurosawa presentato in anteprima fuori concorso a Venezia81:

“Ryosuke Yoshii (Masaki Suda) lavora in una piccola fabbrica e guadagna soldi come rivenditore con lo pseudonimo di “Ratel”. Commercia dispositivi medici, borse, statuette. Compra a basso prezzo, vende a caro prezzo: questo è tutto. Muraoka (Masataka Kubota), un compagno di classe dei tempi dell’istituto tecnico che ha insegnato a Yoshii i trucchi della rivendita, lo avvicina con una proposta potenzialmente redditizia, ma lui la rifiuta per continuare a dedicarsi a questa attività, di dubbia moralità ma redditizia. Per Yoshii, infatti, l’unica cosa che conta è arricchirsi. Tanto che arriva a rifiutare una promozione dal suo datore di lavoro, Takimoto (Yoshiyoshi Arakawa), mettendo fine ai suoi tre anni di lavoro e dimettendosi all’istante. Affitta una casa in riva al lago fuori città per scopi sia abitativi che lavorativi e inizia una nuova vita con la sua ragazza, Akiko (Kotone Furukawa). Con l’aiuto di Sano (Daiken Okudaira), un giovane del posto assunto come aiutante, la sua attività di vendita sembra andare a gonfie vele, finché non iniziano a verificarsi intorno a lui incidenti inquietanti. Veicoli sospetti che si aggirano nelle vicinanze, una finestra rotta, ombre che si aggirano e presenze maligne online… Un vortice di negatività che lo porterà alla distruzione.”

La recensione di Cloud, diretto da Kiyoshi Kurosawa

Le copertine di questa 81esima edizione della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica se la sono indubbiamente presa titoli come Joker: Folie à Deux, Maria e Queer di cui, anche in ottica Oscar, sentiremo parlare per i prossimi mesi. I festival cinematografici hanno però, da sempre, anche il compito di allargare gli orizzonti e Venezia – che dei festival è il più antico – ha da sempre dato spazio ad autori provenienti da tutto il mondo, che fossero capaci di dare un nuovo punto di vista sul modo di fare cinema, riscriverne le regole e sorprendere con il proprio linguaggio. In questo senso, Kiyoshi Kurosawa è uno dei massimi registi al mondo.

Nonostante sia noto soprattutto alla critica di settore e tra i cinefili più incalliti, il nome di Kiyoshi Kurosawa è presente ormai da decenni nel circuito festivaliero ed il suo contributo, in termini di storia del cinema, è indiscutibile. Uno dei più grandi maestri del J-horror, autore di culto che ha girato almeno due tra i più grandi capolavori della settima arte – impossibile non definire tali Cure e Pulse – che, con Cloud, dimostra come gli anni passano ma la creatività, l’abilità di leggere il presente e la capacità di trasportare il tutto su grande schermo, mescolando realtà e finzione e trasformando le paure più recondite degli esseri umani in un qualcosa di concreto, tangibile, spaventoso, non invecchia mai.

Nel 2001 internet era una novità ed egli, con Pulse, fu in grado di parlare del terrore digitale, di un web come terra ancora inesplorata, ignota, dunque terrificante in maniera sontuosa. Cloud è una sorta di sequel spirituale del film presentato a Cannes54: oggi internet è parte del nostro quotidiano e, forse l’unica cosa che accomuna davvero ogni persona al mondo e, dunque, una tematica perfetta per poter toccare nel personale gli spettatori di tutto il globo. A stupire non è però (solamente) cosa viene trattato, ma il modo: Cloud, che nella sua prima parte è una pellicola hard-boiled ricca di suspense e che gioca in maniera eccezionale con i silenzi e con il ritmo, esplode in un secondo atto crudo, violento, che finisce per ricorda il cinema di Kinji Fukasaku e, in particolar modo, il suo cult Battle Royale.

23 anni dopo Pulse, internet non ci ha migliorati ma ha allargato l’oscurità dentro ciascuno, facendoci cadere in un abisso dove diventa quasi impossibile distinguere ciò che è vero da ciò che è falso, dove l’unica legge è quella del denaro e dove i rapporti umani sono, come direbbe Béla Tarr, prefabbricati. La vita stessa perde valore perché riportata sul web, divenendo rarefatta e quasi impossibile da decifrare. Tra fake news e diffamazione, Kiyoshi Kurosawa mostra l’orrore nel modo più pauroso possibile, ovvero senza infrastrutture e con una storia che potremmo sentire nei notiziari ogni giorno.

A questo si va poi a sommare una chiara critica sociale al suo Giappone e ad una società in cui troppo spesso si tende a nascondere la polvere sotto al tappeto e dove, sempre più velocemente, ci si sta deumanizzando. Con un grandioso Masaki Suda ed un finale che vale la visione, Cloud è dunque uno dei migliori film visti al Lido e conferma – se ancora ce ne fosse bisogno – il ruolo di primissimo piano che Kiyoshi Kurosawa ricopre all’interno della cinematografia mondiale da ormai 40 anni. Il suo è un monito, un avvertimento che lo spettatore deve cogliere prima che sia troppo tardi, prima che l’oscurità ci avvolga definitivamente.

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Cloud
Cloud

Quattro anni dopo il Leone d'argento per la miglior regia ottenuto con Moglie di una Spia, Kiyoshi Kurosawa torna al Lido con Cloud, presentato fuori concorso a Venezia81.

Voto del redattore:

7.5 / 10

Data di rilascio:

29/08/2024

Regia:

Kiyoshi Kurosawa

Cast:

Masaki Suda, Kotone Furukawa, Masataka Kubota

Genere:

Horror, Thriller

PRO

La modernità del pensiero cinematografico di Kiyoshi Kurosawa
Il sapiente uso di suspense e violenza
L’interpretazione di Masaki Suda
Nessuno