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La stanza accanto è una sterile riflessione sulla morte

Tilda Swinton e Julianne Moore sono le due protagoniste di La stanza accanto, il film di Pedro Almodóvar in Concorso a Venezia81 che si è aggiudicato il Leone d’Oro: ma com’è l’opera del famoso regista spagnolo?
Recensione La stanza accanto 2024 Pedro Almodóvar

Dopo il successo dei suoi ultimi lavori con Madres Paralelas del 2021, e il cortometraggio Strange Way of Life del 2023 con Pedro Pascal e Ethan Hawke, il regista spagnolo Pedro Almodóvar fa il suo grande ritorno al Festival del Cinema di Venezia 2024 portando in Concorso La stanza accanto (The Room Next Door). Con il suo primo lungometraggio girato interamente in lingua inglese con protagoniste Tilda Swinton e Julianne Moore, Pedro Almodóvar si è saputo contraddistinguere tra gli altri titoli della selezione, aggiudicandosi il Leone d’Oro con un adattamento del romanzo dell’autrice americana Sigrid Nunez pubblicato nel 2020, inedito in Italia, What Are You Going Through. Seguono la trama e la recensione di La stanza accanto, il film di Pedro Almodóvar vincitore del Leone d’Oro a Venezia81 con Tilda Swinton e Julianne Moore.

La trama di La stanza accanto: di che parla il film di Pedro Almodóvar con Tilda Swinton e Julianne Moore?

La stanza accanto è il primo lungometraggio di Pedro Almodóvar in lingua inglese, girato tra le due città e capitali di Madrid e di New York, alla sua seconda collaborazione con Tilda Swinton dopo il corto del 2020 The Human Voice, e alla prima con altri nomi celebri di attori quali Julianne Moore e John Turturro. Prima di passare alla recensione, occorre riportare la trama di La stanza accanto per sapere di che parla il film del regista spagnolo Pedro Almodóvar con Tilda Swinton e Julianne Moore protagoniste, tratto dal romanzo What Are You Going Through del 2020 della scrittrice americana Sigrid Nunez.

Una madre imperfetta e di una figlia rancorosa, separate da un grave malinteso. Tra di loro, un’altra donna, Ingrid (Julianne Moore), amica della madre, è la custode del loro dolore e della loro amarezza. Martha, la madre (Tilda Swinton), è una reporter di guerra e Ingrid è una romanziera autobiografica. Il film affronta la crudeltà infinita della guerra, i modi molto diversi in cui le due autrici femminili si avvicinano e scrivono della realtà, della morte, dell’amicizia e del piacere sessuale come i migliori alleati nella lotta contro l’orrore. Ma evoca anche i dolci risvegli con il cinguettio degli uccelli, in una casa costruita nel mezzo di una riserva naturale nel New England, dove le due amiche vivono in una estrema e stranamente amabile situazione. Ingrid e Martha erano care amiche da giovani, quando lavoravano per la stessa rivista. Ingrid è poi diventata una scrittrice di romanzi semiautobiografici mentre Martha è una reporter di guerra e, come spesso accade nella vita, si sono perse di vista. Non si sentono ormai da anni quando si rivedono in una circostanza estrema ma stranamente dolce.

La recensione di La stanza accanto, un film che perde la carica espressiva e poetica di Almodóvar

Trattare tematiche delicate e complesse come quella della morte non è mai facile a priori, tuttavia si può sempre scegliere di realizzare un film adottando strade o procedure narrative che riescano a comunicare al meglio la loro espressività, e non in modo retorico, portando in superficie il messaggio di fondo. Partendo da un adattamento del romanzo del 2020 What Are You Going Through dell’autrice americana Sigrid Nunez, Pedro Almodóvar realizza il suo primo lungometraggio in lingua inglese (dopo il corto in inglese The Human Voice) in cui il regista sembra lottare senza risultati positivi in un incessante dialogo tra le due protagoniste femminili, che conduce inevitabilmente a una riflessione sulla morte e su ciò che comporta.

Osservando La stanza accanto nella sua totalità, ma anche nei singoli dettagli, si nota fin da subito una netta difficoltà a seguirne la visione prima di tutto a causa delle scelte adottate per l’adattamento dal testo di partenza al film di arrivo. Partendo dalla rappresentazione stessa del film, i due personaggi femminili delle amiche interpretate da Tilda Swinton e Julianne Moore sembrano due figure ritagliate dallo sfondo in cui si trovano a muoversi in modo scoordinato dando involontariamente un effetto di irrealtà e poca credibilità. I dialoghi stessi da loro pronunciati si compongono di battute che fanno riferimenti diretti a tematiche di attualità (quali il cambiamento climatico, il dark web) su cui si insiste inutilmente e di cui non si capisce effettivamente la ragione o un possibile collegamento significativo all’interno della narrazione.

Facendosi portavoce di questi pensieri, la stessa coppia di attrici finisce per trasformarsi in una caricatura di loro stesse, in quanto in teoria parlano l’una con l’altra ma il risultato è una caotica accozzaglia di parole inserite senza alcun senso logico, per cui alla fine sembra che tra di loro si eriga un muro che impedisce loro di comunicare effettivamente, andando a inficiare sulla resa finale interpretativa. Fatta eccezione per la colonna sonora originale composta da Alberto Iglesias, che ricorda il tema a genere valzer del compositore giapponese Shigeru Umebayashi per In the Mood foor Love, La stanza accanto di Pedro Almodóvar resta un’opera sterile che avrebbe dovuto proporsi come riflessione sulla morte e su come affrontare il dolore che ne consegue, ma che risulta da questo punto di vista insignificante e che non possiede nulla di memorabile o commovente, se non per il finale in cui la citazione da Gente di Dublino di James Joyce viene adattata alla morte del personaggio interpretato da Tilda Swinton.

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La locandina di La stanza accanto
La stanza accanto
La stanza accanto

La stanza accanto è un film drammatico in cui si racconta la storia di due amiche di vecchia data che si rincontrano dopo anni: un ritrovo totalmente lieto o che nasconde anche del dolore?

Voto del redattore:

5 / 10

Data di rilascio:

05/12/2024

Regia:

Pedro Almodóvar

Cast:

Tilda Swinton, Julianne Moore, John Turturro, Alessandro Nivola, Juan Diego Botto, Raúl Arévalo, Victoria Luengo, Alex Hogh Andersen, Esther McGregor, Alvise Rigo, Melina Matthews

Genere:

Drammatico

PRO

La citazione letteraria riadattata per il finale
Tutte le scelte attuate per l’adattamento cinematografico
La sceneggiatura con dialoghi fuori luogo e antiquati
La resa attoriale delle due attrici protagoniste