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Diva Futura è un poster sull’ipocrisia italiana amorale ma mai immorale

Il secondo film di Giulia Steigerwalt va a ricostruire la storia dell’omonima agenzia di film per adulti Diva Futura, estrapolandola dalla concezione sociale italiana della fine del secolo scorso.
Recensione film Giulia Steigerwalt Diva Futura

Presentato in Concorso all’81a edizione del Festival del Cinema di Venezia, Diva Futura è il secondo film scritto e diretto da Giulia Steigerwalt dopo Settembre del 2022. Tratto dal romanzo Non dite alla mamma che faccio la segretaria di Debora Attanasi, Diva Futura va a ricostruire la storia dell’omonima agenzia e studio cinematografico del porno negli anni ’80 e ’90. Prodotto dalla casa Groenlandia di Matteo Rovere, dietro anche all’operazione Supersex con Alessandro Borghi, Diva Futura conta un folto cast con Pietro Castellitto, Tesa Litvan, Barbara Ronchi e Denise Capezza. Ecco di seguito la recensione di Diva Futura, il film di Giulia Steigerwalt in Concorso per il Leone d’Oro al Festival di Venezia 2024.

La trama di Diva Futura, il film di Giulia Steigerwalt con Pietro Castellitto

Su sceneggiatura della stessa regista, Diva Futura è l’adattamento cinematografico del romanzo Non dite alla mamma che faccio la segretaria del 2013 scritto da Debora Attanasi, il quale si addentra sulla storia dell’omonima agenzia di film per adulti degli anni ’80 e ’90. In particolare, la sinossi ufficiale di Diva Futura recita:

Italia, anni Ottanta-Novanta. Con la sua agenzia Diva Futura, Riccardo Schicchi rivoluziona la cultura di massa trasformando l’utopia hippy dell’amore libero in un nuovo fenomeno: il porno. Sotto la sua guida, “ragazze della porta accanto” come Ilona Staller, Moana Pozzi, Eva Henger e molte altre diventano all’improvviso dive di fama mondiale ed entrano nelle case degli italiani grazie al boom delle televisioni private e dei videoregistratori in VHS. L’espressione “pornostar”, coniata al tempo, segna l’inizio di una nuova era.

L’impatto mediatico è talmente travolgente da sfociare nell’elezione al Parlamento di Ilona Staller, detta “Cicciolina”, nella nascita del Partito dell’Amore e nella candidatura di Moana Pozzi a sindaca di Roma. L’avventura di questa grande “famiglia” – dove esplodono gelosie, tormenti e contraddizioni i cui effetti generano una situazione fuori controllo nell’industria della pornografia – è raccontata attraverso lo sguardo di Debora, giovane segretaria dell’agenzia con un mutuo sulle spalle. Tutto questo è accaduto perché esisteva un desiderio tanto nascosto quanto grande: quello di tutti.

La recensione di Diva Futura: amorale ma mai immorale

Successivamente al deludente risultato ottenuto con la serie Netflix Supersex Matteo Rovere, in veste di produttore, riprova ad esplorare il mondo del porno all’interno della compagine storica, sociale e politica italiana. Questa volta, tuttavia, il risultato viene ampiamente raggiunto e con questo questo anche e soprattutto grazie alla regia di Giulia Steigerwalt, al suo secondo film dopo Settembre del 2022 con Barbara Ronchi e Fabrizio Bentivoglio.

Sparsi per tutte le pareti della visione di Diva Futura, la regista appende appariscenti e scandalosi poster sull’ipocrisia del costume italiano, allo stesso tempo artefice e prodotto di una macchinosa legislazione dalla coscienza molto sporca. Il film si mette così a nudo, nel senso proprio della virtuosa nudità ideale dei Classici quale (soprattutto in questo caso) simbolo di libertà mostrando, attraverso i suoi trasparenti veli, come amorale ma mai immorale.

Finalmente il sesso e la pornografia vengono portati degnamente sullo schermo per una produzione del nostro Bel Paese, avvelenato nel suo “cuore” da una mentalità ipocrita e troppo spesso rapida nell’elargire superficiali giudizi dogmatici. È semplicemente la legge del mercato: i film per adulti, prodotti da Diva Futura e dai suoi agenti, esistono poiché vi è una domanda. Una legge però dall’ingiusto contrappasso, col partecipare a quegli speciali contenuti che diventa un ingente peso da portare sulle spalle per tutta la vita.

A differenza infatti di quanto accade in Supersex (giusto per restare in facili parallelismi “freschi”), nonostante il mondo del porno sia noto per la passione carnale e la sua fisicità, Diva Futura affronta il tema con la delicatezza di una carezza, in sintonia con la visione artistica del protagonista. A parte le nudità ben presenti ed esplicite, l’atto pornografico in sé non viene mai spettacolarizzato ma, ad essere messe in primo piano, sono le stesse donne ed attrici con la loro sensibilità ed umanità, oltre ad una bellezza mozzafiato.

Diva Futura spinge così a farsi un esame di coscienza per riuscire ad andare oltre il peccato mortale di sottovalutare l’umanità, la serietà e l’intelligenza di una persona – oltre che professionista – anche e soprattutto in un mondo emarginato ma che tutti desiderano. Una contraddizione che, purtroppo, si rivelerà vincitrice in questa crociata verso la libertà di pensiero e dell’essere, con la nascita di quella stessa Arca che avrebbe in qualche modo portato al risultato opposto, come la mercificazione del corpo e la ghigliottina morale del “nuovo porno”.

Una quadro a suo modo tragico portato in scena da Giulia Steigerwalt attraverso una regia decisa ed elegante, anche attraverso una costruzione dell’immagine reduce da un archivio di VHS. Funzionale e ad effetto è infatti anche il meticoloso sfruttamento del materiale “originale” di questo film storico più che biografico, con le attrici di Diva Futura che si ritrovano attraverso i propri personaggi ad essere catapultate nelle interviste e programmi televisivi degli anni ’90.

Un ritmo anche armonioso quello del film, nonostante un minutaggio forse eccessivo e che tende a perdersi nella gestione della linea temporale in più di qualche occasione, che riesce ad ottenere ottimi risultati tanto dai momenti più spiccatamente drammatici quanto in quelli più comici e sereni. A vincere in tale contesto emozionale sono sicuramente le prove di uno splendido cast ben calato nella rispettiva parte.

In un ammasso di corpi statuari e raggianti bellezze, a colpire lo spettatore sono i lucidi occhi delle 3 affascinanti protagoniste interpretate da Barbara Ronchi, Tesa Litvan e soprattutto Denise Capezza nel tragico ruolo di Moana Pozzi. Circondato dalle sue muse, di assoluta simpatia è anche l’eccentrico personaggio protagonista interpretato da Pietro Castellitto, di ritorno al Festival di Venezia dopo il precedente Enea di cui è anche regista. Lottando contro i mulini a vento, l’attore romano restituisce su schermo con Riccardo Schicchi un personaggio bambinesco ma mai infantile, sognatore e capace di riuscire a dire sempre la cosa giusta al momento giusto.

2,7
Rated 2,7 out of 5
2,7 su 5 stelle (basato su 6 recensioni)
Locandina del film con Pietro Castellitto Diva Futura
Diva Futura
Diva Futura

Con il suo secondo film Giulia Steigerwalt realizza un intelligente poster a luci rosee che porta ad un esame di coscienza sull'ipocrisia del costume italiano.

Voto del redattore:

7.5 / 10

Data di rilascio:
Regia:

Giulia Steigerwalt

Cast:

Pietro Castellitto, Barbara Ronchi, Denise Capezza, Tesa Litvan, Lidija Kordić, Davide Iachini, Marco Iermanò

Genere:

Drammatico, commedia, biografico

PRO

Il tema della pornografia in Italia viene trattato intelligentemente e con un elegante tatto emotivo.
Emozionanti le prove del cast, con Castellitto che regala più di qualche risata
Un minutaggio forse eccessivo, con la gestione dell’intricata linea temporale che a volte perde rigore.