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Recensione – Gli Anelli del Potere 1-2-3×02: “Re Elfici Sotto il Cielo”, “Dove le Stelle Sono Strane” e “L’Aquila e lo Scettro”

Tre episodi che presentano una sorta di grande prologo per la tanto attesa seconda stagione de “Il Signore degli anelli – Gli Anelli del Potere”, ma quale sarà il destino dei nostri eroi?
Gli Anelli del Potere creata da J. D. Payne e Patrick McKay

È finalmente arrivata su Prime Video, la piattaforma streaming di Amazon, la tanto attesa seconda stagione de “Il Signore degli Anelli – Gli Anelli del Potere”, la serie di genere fantasy ideata per il famoso servizio streaming statunitense da J. D. Payne e Patrick McKay, prodotta da Amazon MGM Studios in collaborazione con la New Line Cinema e tratta dalle storie sulla Terra di Mezzo raccontate da J. R. R. Tolkien. La serie televisiva è in realtà ambientata diversi anni prima gli eventi narrati nel famoso romanzo dello scrittore inglese, concentrandosi principalmente sugli eventi della Seconda Era della Terra di Mezzo. Dal 29 agosto sono disponibili le prime tre puntate dello show, di seguito la trama ed una breve analisi dei primi tre episodi de “Gli Anelli del Potere”.

La trama dei primi tre episodi della seconda stagione de Gli Anelli del Potere 

Il primo episodio di questa seconda stagione, intitolato “Re Elfici Sotto il Cielo”, comincia con un lungo flashback che mostra Sauron (Jack Lowden), con un volto diverso da quello che il pubblico ha conosciuto nell’ultima puntata della precedente stagione, che si proclama ad un’esercito di orchi come nuovo Signore Oscuro. Adar (Sam Hazeldine), il leader di questa armata, decide di tradirlo e di ucciderlo. Lo spirito di Sauron, però, resiste e, nel corso del tempo, riprendere pian piano forma fino a trasformarsi in Halbrand (Charlie Vickers). Una versione umana dell’Oscuro Signore, quella versione che lungo il suo viaggio si imbatte proprio in Galadriel (Morfydd Clark). 

Nel presente, durante la solita Seconda Era della Terra di Mezzo, i primi tre anelli sono stati creati, ma la rivelazione dell’identità di Halbrand porta scompiglio tra gli elfi, tra chi come Galadriel è convinta che gli anelli possano risultare utili per la lotta contro Sauron e chi, invece, come Elrond (Robert Aramayo) che è convinto che i tre oggetti siano oramai corrotti dalla mano dell’Oscuro Signore. L’opera di Celebrimbor (Charles Edwards) porta nuova luce nelle vite degli elfi, un sorta di barlume di speranza per un’intero popolo. Nel frattempo Halbrand si sposta a Mordor presso la corte di Adar, convincendo il signore degli orchi che Sauron è tornato, offrendosi di raggiungere il regno di Eregion, dove sono stati forgiati i primi tre anelli. 

In tutto un altro luogo prosegue il viaggio di Nori e dello Straniero, interpretati rispettivamente dai soliti Markella Kavenagh e Daniel Weyman, i due sono diretti verso la terra di Rhûn, ma si imbattono inaspettatamente in Poppy (Megan Richards), la quale li ha seguiti e si rivelerà una pedina fondamentale per ritrovare quella strada che sembrava orami perduta. Sulle loro tracce, però, ci sono alcuni misteriosi cavalieri ed in queste terre si scopre che si trova un potente Stregone Oscuro (Ciarán Hinds) che riporta in vita l’Abitatrice, una delle tre sacerdotesse che nella scorsa stagione era a caccia dello Straniero, convita si trattasse di Sauron. 

L’eruzione del Monte Fato, oltre al disastro durante la battaglia tra umani ed orchi, causa anche una serie di terremoti che scuotono le viscere di tutta la Terra di Mezzo, inclusa una potente scossa che distrugge lo studiato sistema di illuminazione di Khazad-dûm. La città è completamente al buio e la recente disputa tra il re Durin III (Peter Mullan) e suo figlio Durin IV (Owain Arthur) non sembra trovare fine. Il principe, nonostante le divergenze con il padre, decide di accogliere la proposta di Celebrimbor, il quale è stato raggiunto da Sauron sotto mentite spoglie e convinto a forgiare degli anelli del potere anche per umani e nani. L’elfo inizialmente non avrebbe voluto ascoltare Halbrand, ma il presunto uomo ha cambiato platealmente la sua forma, assumendo sembianze eliche facendosi chiamare con un altro nome proclamandosi “Signore dei Doni”. 

Durante la medesima eruzione, però, sembrava che Isildur (Maxim Baldry) nella scorsa stagione avesse perso la vita, ma il suo cavallo Berek, liberato dal capitano Elendi (Lloyd Owen), che nel frattempo ha fatto ritorno a Númenor con la regina reggente Míriel (Cynthia Addai-Robinson), raggiunge il suo giovane proprietario ancora vivo, ma intrappolato in una tana di ragni. Una volta liberato Isildur si incammina fuori da Mordor, ma sul suo cammino incontra Estrid (Nia Towle), una donna misteriosa, per poi raggiungere Pelargir scortati da Arondir (Ismael Cruz Córdova), il quale li ha salvati da un’imboscata da parte di seguaci di Sauron, dove scoprono che Bronwyn (Nazanin Boniadi), la guaritrice e madre di Theo (Tyroe Muhafidin), è morta e si tiene il suo funerale. Infine, proprio a Númenor, il popolo è pronto per l’incoronazione della nuova regina, ma Eärien (Ema Horvath) rivela che Míriel possiede il palantír elfico, scatenando l’indignazione del popolo che ora sostiene Pharazôn, soprattutto dopo l’inaspettata apparizione di un Aquila Gigante durante l’incoronazione. 

Gli Anelli del Potere creata da J. D. Payne e Patrick McKay

La recensione de Gli Anelli del Potere: “Re Elfici Sotto il Cielo”, “Dove le Stelle Sono Strane” e “L’Aquila e lo Scettro” 

Fin dalle prime immagini di queste tre nuove puntate dello show televisivo statunitense è chiaro che, anche questa seconda stagione, si presenta dal punto di vista tecnico nuovamente di altissimo livello. Partendo da un lungo passo indietro, la serie mostra al proprio pubblico il percorso che ha affrontato il personaggio di Sauron, di cui oramai si conosce la vera identità. Un tassello non così fondamentale, ma che funge da perfetto legante con il finale dell’ottima passata stagione. Ogni singolo dettaglio di questo grande progetto targato Amazon MGM Studios sprigiona tanta cura quanta passione per l’opera di base da cui il prodotto trae ispirazione. Un elemento che da sempre in realtà fa infuriare e indignare quella schiera di fan più “tossica” che tende a far le pulci in maniera pessima agli “Anelli del Potere” fin dagli albori. 

Quello che, invece, resta evidente è una ricerca minuziosa del particolare, una visione estetica eccezionale che si ripete puntata dopo puntata, anche in questi primi tre introduttivi episodi di una stagione che si prepara a raccontare un momento storico riguardo la Seconda Era della Terra di Mezzo molto importante. Ora che i primi tre anelli sono stati forgiati il malvagio piano di Sauron sta cominciando a prendere forma, forse troppo in fretta, ma questo solo il tempo e le prossime puntate potranno confermarlo. Quel che è certo è che “Re Elfici Sotto il Cielo”, “Dove le Stelle Sono Strane” e “L’Aquila e lo Scettro”, così si intitolano le tre puntate rilasciate da Amazon sulla loro piattaforma, sono tre episodi dalle differenti sfaccettature, con pregi e difetti, tante domande a cui si spera si possa ottenere ben presto una risposta. 

A funzionare ancora una volta sono i personaggi, il cast corale si conferma, chi più chi meno, in ottima forma: dalle conferme di Elrond e Durin oppure la stessa Galadriel, la quale in realtà divide in parte l’opinione pubblica, ma anche i vari Celebrimbor e Adar, nonostante un cambio di attore, alle sorprese come Sauron, un personaggio inizialmente ambiguo nella prima stagione, ma che in questa sua nuova veste promette di stupire e risultare non solo un semplice antagonista. Tutto ruota intorno a lui e al presagio che aleggia da tempo sulla Terra di Mezzo, il cammino dell’Oscuro Signore sta procedendo passo dopo passo, il suo potere sta crescendo sempre di più, un’entità che sfrutta tutto ciò che lo circonda e, nonostante le avvisaglie, convince il noto fabbro elfico a forgiare anelli anche per nani e uomini, quei manufatti protagonisti del corposo prologo dei tanto amati film del “Signore degli Anelli” diretti da Peter Jackson

Tutto il tema legato alla presunta corruzione di questi anelli per mano di Sauron viene affrontato attraverso il personaggio di Elrond, un elfo saggio che avverte il grande presagio che aleggia su tutti i vari regni, ma che si ritrova in sotto numero rispetto alle mire di rivalsa di una Galadriel sconvolta dall’essere rimasta soggiogata dall’Oscuro Signore oppure dalla costrizione di Gil-galad (Benjamin Walker), un re che pensa in primis alla prosperità del suo popolo. Al momento tutte queste story-line, unite alla base del racconto, appaiono ancora troppo scollegate, alcune ruotano intorno allo stesso pretesto, mentre altre storie pare vivano di vita propria. Se nella prima stagione la serie “gioca” particolarmente sul quesito: “Chi è Sauron?”, questa volta lo Straniero, che pareva essere proprio lui il volto del famoso antagonista, ha una sua missione, in compagnia di due Pelopiedi, stravaganti quanto determinate ad aiutare quest’essere misterioso dall’animo perso. 

Grazie ad una colonna sonora di un certo impatto, firmata da Bear McCreary, il segmento con protagonista Nori, Poppy e lo Straniero, nonostante una durata molto più contenuta, ripropone la splendida “This Wandering Day” come se fosse la chiave per ritrovare la via, un percorso tortuoso che probabilmente solo sul finire della serie troverà fine. Questo è solo l’inizio, la prima parte di un viaggio pronto ad emozionare, deludere e sorprendere, proprio come la prima stagione de “Gli Anelli del Potere”, un prodotto televisivo che conserva in sé più di qualche sfumatura da grande schermo. Alla fine le parti o gli elementi più zoppicanti di queste premi tre puntate restano legate ad alcuni personaggi, che avranno modo di dire la loro ed aver il giusto approfondimento, ma che al momento appaiono quasi come fuori dal racconto. Isildur è uno dei protagonisti, talmente importante per il futuro della Terra di Mezzo che quasi rischia di far storcere il naso per la grande sospensione dell’incredulità legata al suo magico ritrovamento da parte del suo fidato destriero, proprio come il destino del suo popolo pronto a sostenere un nuovo re per Númenor. 

Gli Anelli del Potere creata da J. D. Payne e Patrick McKay

Un ottimo inizio tra pregi e difetti 

La seconda stagione de “Gli Anelli del Potere” è una grande introduzione, un ottimo inizio tra pregi e difetti, ricca di scelte, stravolgimenti, inganni, perdoni e dissidi tra popoli e personaggi, un racconto che non fa altro che ribadire il livello qualitativo di una serie dal grande budget, ma che mostra al momento ogni singolo dollaro speso per la realizzazione dello show. Come ribadito in precedenza non mancano quei difetti che ancora non rendono perfetto l’intero progetto, più volte il ritmo risulta altalenante, alcune linee narrative sono oggettivamente più interessanti, mentre altre più arzigogolate e fin troppo ripetitive, bastì pensare a tutto quello che avviene a Númenor, eventi che appaiono ancora troppo lontani e distanti da tutto il resto. 

È ancora presto per tirare le somme, ma se questo è solo l’inizio il viaggio che attende i vari eroi si presenta come un’incredibile storia che il pubblico è pronto a vivere sulla propria pelle. Tra insidie, minacce, scontri, divergenze che minano la coscienza e gli ideali dei protagonisti, tutti, però, pronti a lottare per le proprie idee e le proprie convinzioni, chi nel bene chi nel male. Sono ancora tante le sorprese che al momento sono state solo accennate ed ora non resta che attendere, settimana dopo settimana, i prossimi episodi, nella speranza che possa solo migliorare. La seconda stagione dello show televisivo si concluderà il 3 ottobre, quindi per il pubblico più accanito ci sarà un mese intero dedicato a questa trasposizione del lavoro di J. R. R. Tolkien

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