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Speak no Evil e la sana necessità di essere spiacevoli

Un angosciante thriller-horror danese che ci ricorda perché ci viene insegnato, fin da piccoli, a non dare troppa fiducia agli sconosciuti.
Recensione del film horror Speak no evil

Presente nel catalogo streaming di Amazon Prime Video, Speak no Evil è il terzo film scritto e diretto dal regista danese Christian Tafdrup. Quello del 2022 proveniente dal nord Europa è un thriller-horror inquietante, sinistro, che concede libero sfogo alla necessità di poter urlare, di poter essere ingrati e spiacevoli nella vita. Un successo in Patria e fuori tanto da costringere Hollywood a voler realizzare un remake di Speak no Evil, con protagonista James McAvoy. Ecco di seguito la recensione del film di Christian Tafdrup.

La trama di Speak no evil, il film horror di Christian Tafdrup

Su sceneggiatura di Christian e Mads Tafdrup, il film nasce da un’idea dello stesso regista per riunire in un unico film non solo più generi cinematografici, ma anche più culture e tematiche sociali tra il popolo danese e quello olandese. In particolare, Speak no Evil narra di Bjorn e Louise, giovane coppia danese che sta trascorrendo le proprie vacanze in Italia in compagnia della figlia Agnes. Durante la trasferta in Toscana la famiglia fa la conoscenza di Patrick e Karin, altra coppia affiatata che si mostra particolarmente socievole ed amichevole, tanto da invitare Bjorn e Louise a trascorrere un piacevole weekend a casa loro in Olanda. Quella che si prospetterebbe essere come nuova rilassante esperienza si tramuterà in un orrido incubo.

La recensione di Speak no Evil: la necessità di urlare ed essere spiacevoli

Fin da bambini si viene giustamente indottrinati della consuetudine di “non parlare con gli sconosciuti”, in quanto in tenera/giovane età non si avrebbe la coscienza a sufficienza da poter valutare il possibile pericolo che si incombe nel dare troppa confidenza a qualcuno che non si conosce. Tuttavia, una volta divenuti adulti resterebbe assai difficile rimanere completamente estraneo al fenomeno della socializzazione, specialmente in un’era storica come questa dove a dominare sono proprio le dinamiche social.

E così in vacanza ed in completo relax si avvicina una coppia molto amichevole, simpatica e colloquiale. Una coppia che non si conosce, vero, ma per la quale diviene difficile non accettare la proposta di fargli prossimamente visita, soprattutto se questa si presenterebbe quale nuove esperienza di piacere e benessere. Un invito inaspettato, il quale sarebbe meglio declinare appunto per quella insufficiente conoscenza dell’ignoto, ma che viene accettato per istinto. Una corposa introduzione giusto per evidenziare come il pregevole Speak no Evil di Christian Tafdrup sia in fin dei conti una questione di istinti, di impulsi, tanto per mantenere quel bell’aspetto del buon vicinato, del felice YesMan e della persona aperta alla vita.

Una fiducia smisurata che viene inevitabilmente tradita ma, a differenza della legge biblica sulla punizione verso coloro che si macchiano di tale peccato, ad essere lapidato è proprio chi si è mostrato incauto, chi ha scelto di dire Sì quando in realtà avrebbe tanto voluto dare spiacevolmente un No. Speak no Evil mostra così il disagio di dover sorridere sempre, di mostrarsi sempre disponibili alle esigenze ed interessi degli altri per non finire isolato o per timore delle voci defilate. Il film di Tafdrup sottolinea in modo prosciugante la necessità di poter urlare, di poter deludere, di dare un No come libera risposta.

Una morsa sociale forse fin troppo esplicita e didascalica nel film, evidenziato anche dallo scambio di battute finali << – Perché ci avete fatto questo? – Perché ce lo avete permesso.>>. L’errore commesso dalla famiglia ben disposta viene infatti reiterato forse troppo spesso durante la visione, mancando anche quel colpo decisivo e definitivo che avrebbe conferito alla visione un’incisività maggiore. Ciò non toglie ovviamente alla sceneggiatura una certa intelligenza non solo nel suo sviluppo narrativo (con qualche stereotipo di troppo, come ad esempio la benzina finita o l’elemento rivelatore ben visibile eppure scoperto convenientemente solo alla fine) ma anche nella costruzione delle varie e disagianti dinamiche che vedono coinvolti i personaggi protagonisti.

Recensione film horror speak no evil

La recensione di Speak no Evil: la “banalità” di un terrore strisciante e sinistro

Una dinamica sociale quella di Speak no Evil dello “scendere a compromessi” che travalica il dramma per concentrarsi sulle note orrorifiche di un thriller teso e lacerante. Dalla vacanza rigenerante all’esperienza da incubo, il regista fa sentire fin da subito il peso della tensione nella visione, nonostante le immagini siano inizialmente discordanti da tale tensione. Le tonalità del magnifico paesaggio iridescente delle campagne toscane e la calda accoglienza di nuovi amici tendono infatti a stravolgersi repentinamente con l’arrivo in terra olandese.

Attraverso la palette cromatica della messa in scena e l’irrequieto sonoro, tutto si fa immediatamente più inquietante e disagevole: un boccone andato di traverso, un ballo fuori luogo e fuori tempo, una musica assordante. Il regista in Speak no Evil mostra così l’orrore attraverso un sorriso falso, sinistro, beffardo, riuscendo a sprigionare ansia attraverso semplici azioni che acquistano forza espressiva a seconda del contesto.

Un terrore strisciante, silente, che via via cresce per finire ad esporsi nell’ultimo atto, dove l’orrore continua ad essere comunque mascherato dall’angoscia provata fino al mirabile finale. Per quanto riguarda il cast di Speak no Evil resta difficile muovere menzioni particolari ai quattro principali interpreti, sicuramente nella parte ma che, per il ruolo e data la circostanza, avrebbero potuto lasciare un’espressività più calzante e non necessariamente accentuata.

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Locandina del film horror Speak no evil
Speak no Evil
Speak no Evil

Con il suo terzo film, il regista danese Christian Tafdrup realizza un thriller-horror strisciante ed angosciante, che riflette sulla capacità di potersi fidare della società moderna.

Voto del redattore:

7.5 / 10

Data di rilascio:

17/03/2022

Regia:

Christian Tafdrup

Cast:

Morten Burian, Sidsel Siem Koch, Fedja van Huêt, Karina Smulders

Genere:

Horror, thriller, drammatico

PRO

Una narrazione semplice ed efficace sulle questioni di fiducia nella società moderna.
Tanto la scrittura quanto la costruzione della messa in scena sono particolarmente funzionali nel restituire disagio ed angoscia crescente durante la visione.
Una stessa scrittura che, purtroppo, si perde in alcune ripetizioni e nella presentazione di qualche stereotipo di troppo.
Un cast di buona presenza scenica ma che raramente riesce ad emozionare, per una prova adeguatamente smorzata.