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Cinema e AI, le cose cambiano in California: due nuove leggi proteggono gli attori

I due testi rispettano le richieste esposte dagli attori durante lo sciopero che ha bloccato il settore dell’intrattenimento lo scorso anno.
Cinema e AI, le cose cambiano in California: due nuove leggi che proteggono gli attori

La questione riguardo la regolamentazione dell’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale (AI) nelle produzioni cinematografiche è stato un argomento più che dibattuto durante lo sciopero degli sceneggiatori e degli attori che ha bloccato Hollywood lo scorso anno. Una questione complessa che riguarda non solo la tutela dell’immagine e della privacy dei singoli interpreti ma anche la possibilità di utilizzare il loro volto e la loro voce per effettuare delle vere e proprie sostituzioni. Insomma, era cominciata a circolare l’ipotesi che, con il passare del tempo, gli attori avrebbero potuto perdere addirittura il diritto di manipolare la propria immagine o scegliere il contesto in cui usarla.

Cinema e AI, un settore ancora poco regolamentato

Nel corso degli ultimi anni diverse volte abbiamo visto il cinema riutilizzare voci e volti di attori deceduti da tempo. Un utilizzo dell’AI che va oltre il ringiovanimento e che tenta di “ridare vita” ad interpreti scomparsi da tempo. L’esempio più eclatante, e salito agli onori della cronaca, è sicuramente quello di Peter Cushing. La casa di produzione è finita in beghe legali a causa della scelta di “resuscitare” l’attore. A intraprendere la causa è stato Kevin Francis, produttore e storico amico di Cushing (venuto a mancare nel 1994). La questione ha riacceso l’attenzione sul tema dell’utilizzo dell’IA nel cinema fino ad arrivare ad una scelta definitiva da parte della legislazione americana.

Cinema e AI: le due nuove leggi emanate in California

La California, infatti, ha approvato una legge che vieta l’uso di repliche digitali di attori (vivi o morti che siano) senza il loro specifico consenso. La legge, denominata AB 1836, vieta il consenso, in particolare, di voce e immagine di persone decedute senza aver ricevuto un fattivo lasciapassare da parte degli eredi o delle persone che avevano un effettivo legame di parentela con l’attore/attrice scomparsa. Una seconda legge, AB 2602, proibisce, invece, qualsiasi tipo di obbligo da contratto che consenta di usare repliche digitali di un interprete in sostituzione alla sua presenza reale a meno che non venga dato un consenso specifico. Se la prima legge tutela apertamente l’immagine e il ricordo di persone scomparse, la seconda risulta essere una importantissima vittoria per tutte le proteste del sindacato andate in scena lo scorso anno in tutti gli Stati Uniti.

Arriva il No Fake Act

Grandissimo e fondamentale passo avanti di questo tipo di approccio è il “no fakes act” introdotto in queste giornate dal Congresso degli Stati Uniti d’America. La legge diventerà un diritto federale che sancisce la protezione dell’immagine e della voce nel caso in cui l’uso e la manipolazione non sia autorizzato. Secondo quanto spiegato, ciò lo sottoporrebbe agli obblighi del primo emendamento della Costituzione americana. Il cambio di direzione apertamente imposto non è altro che la logica conseguenza di una protesta, in alcuni casi rumorosa e in altri silente, riguardo l’effettivo sovrautilizzo dell’intelligenza artificiale all’interno delle produzioni cinematografiche. Un approccio poco regolamentarizzato che, finalmente, avrà specifiche leggi e precedenti a cui rapportarsi direttamente.