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Recensione – Agatha All Along 1×01-1×02: Se Il Cattivo E Il Buono Fuori Cercherai / Il Cerchio È Unito Al Fato

Sono stati rilasciati i primi due episodi di Agatha All Along, la serie sequel e spin-off di WandaVision che rivela il mondo delle streghe nel Marvel Cinematic Universe.
Recensione - Agatha All Along 1x01 1x02

Dopo il successo di Deadpool & Wolverine, i Marvel Studios distribuiscono il loro ultimo capitolo atteso per il 2024 (curato dalla Marvel Television): si sta parlando di Agatha All Along, attesa serie che esplora un lato inedito del Marvel Cinematic Universe. Si tratta dell’ultima delle due serie live action annuali previste dal calendario della major (la prima è stata Echo). I primi due episodi, intitolati Se Il Cattivo E Il Buono Fuori Cercherai e Il Cerchio È Unito Al Fato – Il Passaggio È Unito Spalancato, sono attualmente disponibili sulla piattaforma streaming Disney Plus. A seguire la recensione dell’inizio della serie con protagonista Kathryn Hahn ed ideata da Jac Schaeffer.

La trama di Agatha All Along 1×01 – 1×02

Agatha All Along è sia il sequel che lo spin-off di WandaVision. Infatti gli avvenimenti sono ambientati tre anni dopo gli eventi della celebre serie prodotta dai Marvel Studios ed hanno come protagonista Agatha Harkness, la quale era la villain principale del capitolo precedente. La serie presenta la seguente trama:

La famigerata Agatha Harkness si ritrova sconfitta e senza poteri dopo che un misterioso adolescente la aiuta a liberarsi dall’incantesimo di Wanda, la quale è morta. Il suo interesse si accende quando lui la prega di accompagnarlo sulla leggendaria Strada delle Streghe, una serie di prove magiche che, se superate, ricompensano una strega con ciò che le manca. Insieme, Agatha e questo misterioso adolescente mettono insieme una congrega affinché la perfida strega, vista spesso con grande diffidenza dalle sue altre colleghe, possa riottenere finalmente i suoi poteri.

Recensione - Agatha All Along: i primi due episodi della serie

La recensione dei primi due episodi di Agatha All Along

Per quanto riguarda il lato tecnico, Agatha All Along presenta un’impostazione visiva semplice. Si nota che Jac Schaeffer non ha esperienza nel campo fantasy o supereroistico ed infatti le inquadrature risultano banali. Il primo episodio, che ha una narrazione da serie crime, non assume infatti dei guizzi che facciano capire che si sta guardando una serie completamente distaccata da quello che ci si aspetta dal Marvel Cinematic Universe, diversamente dalla regia di Matt Shakman in WandaVision che sapeva adattarsi allo stile televisivo di ogni epoca riuscendo a straniare lo spettatore ed aumentare la sua curiosità allo stesso tempo. Gli unici elementi che saltano all’occhio sono principalmente dovuti agli effetti visivi ed alle scenografie, ovvero la figura di Agatha che è in bianco e nero rispetto all’ambiente a colori e l’aspetto della Strada delle Streghe che richiama concettualmente al sentiero dorato di Il Mago Di Oz. Il primo episodio mostra una Agatha con un’identità completamente cambiata e che crede di essere una detective. Questa presentazione coprirà oltre due terzi della puntata. In WandaVision l’illusione del mondo creato da Wanda era accompagnata da un mistero ed ogni personaggio era criptico per quello che sarebbe servito con il passare degli episodi.

Nel pilot di Agatha invece lo spettatore è già a conoscenza del fatto che si tratti di un’illusione ed ogni personaggio che appare alla protagonista viene spiegato nel momento in cui la strega si libera dall’incantesimo. La domanda che quindi ci si fa è: a che cosa serve tale espediente? Non c’è mistero perché lo spettatore sa già quale sarà la soluzione finale e non c’è tensione perché si è già consapevoli del fatto che tutto sia un’illusione. Anche Agatha, nella sua forma da detective, non è interessante perché è un personaggio che le è stato costruito contro la sua volontà e che (probabilmente) non riapparirà nelle puntate successive. Una cosa del genere sarebbe potuta essere risolta nei primi 5 minuti ed invece la narrazione appare inutilmente annacquata. Le cose migliorano nel finale quando appare il reale personaggio di Rio Vidal che ha un’ottima introduzione grazie ad un’eccezionale Aubrey Plaza. Interessante è anche la scena di nudo, la quale mostra la sfrontatezza della vera Agatha per trasportare lo spettatore in un tono completamente diverso dal crime mostrato fino ad allora, ma quando la puntata termina si ha la sensazione che la serie sia iniziata davvero soltanto negli ultimi minuti.

Agatha All Along: la recensione dei primi due episodi della serie Marvel

Le streghe di Agatha All Along

Nel secondo episodio, la serie assume un tono da comedy in cui Agatha recluta streghe che possano unirsi alla sua impresa. Ogni reclutamento è l’introduzione di un membro della congrega, il quale è quasi sempre un donna reietta che non può manifestare apertamente la propria professione per il mondo che la circonda (il quale spesso rifiuta le streghe). La stessa Agatha è una reietta poiché ha spesso pugnalato gli altri alle spalle e la sua reputazione ha macchiato il nome delle fatucchiere. Infatti è interessante come nessuno si fidi di Agatha (tranne l’adolescente che ha una grande ammirazione per lei) ma allo stesso tempo tutti siano costretti a seguirla per necessità, con lei che si approfitta di chiunque finché può. Agatha non vuole bene alle altre colleghe e le chiama solo per sopravvivenza: si spera che la serie possa approfondire questo aspetto con lo scorrere degli episodi, perché per il momento non si va oltre ad una donna che fa battute pungenti (per quanto riuscite grazie al carisma di una Kathryn Hahn estremamente calata nella parte). Anche l’idea che una lunga fila di streghe vogliano vedere Agatha morta per vendicarsi può risultare vincente per mantenere la tensione, anche se purtroppo la regia poco ispirata di Schaeffer impedisce maggiore immedesimazione nelle atmosfere.

Molto gradevole risulta essere l’adolescente senza nome grazie all’entusiasmo che manifesta, ricalcando la scia di Kamala Khan in The Marvels, ovvero quella di un giovane assistente che ammira il personaggio che segue come se fosse un fan della Marvel. Tuttavia il ragazzo si distingue da Kamala perché, avendo un punto di riferimento diverso, conosce numerosi trucchi di manipolazione ed il suo aspetto richiama ad uno stile goth. Ottima anche l’idea di rendere il suo nome inacessibile a causa della magia, cosa che aumenta la curiosità e risulta essere l’unico elemento davvero riuscito che si rifà esplicitamente a WandaVision. Le streghe che aiutano Agatha sono tutte ben interpretate e possono essere l’inizio per un gruppo insolito per la Marvel grazie alle loro abilità uniche. Il solo personaggio a non essere chiaro è quello di Sharon Davis, il quale sembra inserito in maniera casuale e forzata perché non c’è reale interazione con le altre colleghe. Invece la canzone delle streghe è uno dei pezzi musicali più riusciti dell’intero universo Marvel e potrebbe diventare un piacevole tormentone.

Agatha All Along: la recensione dei primi due episodi della serie Marvel

I primi due episodi di Agatha All Along sono altalenanti: il pilot vuole strizzare l’occhio a WandaVision creando una copia banale che appesantisce inutilmente la narrazione, mentre il secondo risulta essere più gradevole grazie all’introduzione di personaggi simpatici e ad un tentativo di creare un mondo diverso rispetto a quello mostrato fino ad ora dall’MCU. Nonostante però il secondo episodio sia decisamente migliore, si spera che il viaggio nella Strada delle Streghe sfrutti a pieno le potenzialità della protagonista e dei suoi comprimari, perché per il momento nessun elemento è stato ancora utilizzato in modo realmente suggestivo soprattutto a causa del lato tecnico poco ispirato.

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