Articolo pubblicato il 22 Settembre 2024 da Emanuela Di Pinto
Viggo Mortensen può essere definiti tranquillamente un attore-artista. In grado di plasmare la propria carriera dalle fondamenta, scegliendo ruoli con una cura quasi maniacale, Mortensen non è sicuramente uno degli attori più prolifici del cinema ma, sicuramente, uno di quelli in grado di incarnare nei ruoli che sceglie tutto il proprio talento artistico. Nonostante abbia cominciato nel cinema più mainstream, la sua carriera è virata totalmente sul cinema meno commerciale collaborando con grandissimi registi e sperimentando anche le sue abilità come da cineasta. Tre volte candidato all’Oscar nella categoria miglior attore protagonista, Mortensen verrà celebrato con un premio alla carriera alla 19esima edizione della Festa del Cinema di Roma. Un riconoscimento che arriva dopo anni in cui l’attore non è stato sotto le luci della ribalta ma è riuscito a costruirsi una reputazione di tutto rispetto nell’ambiente del cinema meno commerciale ed inflazionato.
Partendo da La promessa dell’Assassino fino al recente 13 Vite, Mortensen ha ponderato ogni decisione e scelta mettendo avanti l’arte rispetto ad ogni altra cosa. La sua carriera parallela da fotografo, scrittore e pittore conferma solo una sensibilità artistica che pochi artisti possono vantare. Insomma, Viggo Mortensen è l’antidoto perfetto a quel divismo hollywoodiano che, nonostante non esista più, ha ancora i suoi residui in tutti quegli anno nati e cresciuti nel contesto anni ’90 e inizio 2000. Ma quali sono i migliori film con Viggo Mortensen? Oggi vi sveliamo 10 pellicole indispensabili per scoprire la poliedrica carriera dell’attore.
10) Carlito’s Way (1993) di Brian De Palma
Nella pellicola del 1993, Mortensen interpreta un ruolo iper secondario ma da puro caratterista. La scena, che dura solo pochissimi minuti, vede il protagonista, Carlito, confrontarsi con un vecchio amico, un trafficante in sedia a rotelle. L’uomo cercherà di incastrarlo in combutta con l’FBI. Per quanto sia molto piccolo, il ruolo già dimostra molto. I pochi minuti del film che rimangono impressi per il modo in cui riesce a caratterizzare un personaggio che, nel grande quadro della storia, sembra quasi insignificante. Carlito’s Way fu solo un dei tanti ruoli di sfondo che l’attore ha dovuto affrontare prima di fare il grande salto arrivato, probabilmente, più tardi rispetto agli interpreti suoi coetanei.
9) Soldato Jane (1997) di Ridley Scott
Per quanto il film sia ricordato principalmente per le polemiche nate nel corso degli anni per il modo in cui viene raccontata la figura femminile, G.I Jane è stato il ruolo che, effettivamente, ha iniziato a far conoscere Viggo Mortensen ad Hollywood. Personaggio negativo della pellicola, che poi si scoprirà avere degli interessi fuori dal comune (come la poesia), l’attore interpreta il personaggio di John James Urgayle in maniera quasi spietata in modo che lo spettatore non possa provare un minimo di empatia nei suoi confronti. Ne coglie perfettamente la profondità e il dramma senza, però, giustificarlo in alcun modo o, tanto meno, cercare scusati al suo comportamento. Un misogino che riesco solo all’ultimo a fare finalmente la cosa giusta.
8) A Dangerous Method (2011) di David Cronenberg
Per anni la più grande ossessione di Cronenberg sono stati i corpi. Una ossessione palesata o, quanto meno, non mascherata. Nel momento in cui sembrava che il regista stesse cominciando a frenare su questo fronte, al cinema arriva a Dangerous Method, pellicola in cui Mortensen veste i panni di Sigmund Freud. Questa volta, però, ad essere analizzata è la sessualità e l’ambivalenza dei rapporti. Il ruolo interpretato dall’attore è fondamentale per incanalare la maturazione del protagonista, Carl Gustav Jung (Michael Fassbender). Nonostante al centro ci sia legame tra Jung e la sua paziente Sabina (Keira Knightley) sarà il rapporto con Freud e l’ossessione che lui sviluppa il suo “maestro” a fargli perdere totalmente in lume della ragione. Mortensen disegna un Freud controllato, elevato e, forse, fin troppo convinto delle proprie idee e poco disposto a metterle in dubbio.
7)I due volti di gennaio (2014) di Hossein Amini
Film dall’impostazione perfettamente hitchcockiana, la pellicola del 2014 vede Mortensen nei panni di un truffatore, Chester, che viaggia insieme alla moglie (Kristen Dunst) per la Grecia scappando dalla polizia. Qui conoscerà un giovane americano Rydal (Oscar Isaac) che si guadagna da vivere facendo la guida e truffando i turisti. Quello che si va a creare è un vero e proprio triangolo fatto di omicidi, tradimenti e gelosie che, però, ha al centro un complicatissimo rapporto padre-figlio che si va instaurando sempre di più tra Rydal e Chester. Nonostante il film non sia indimenticabile, la sua potenza sta nell’ottima dinamica che si crea tra i due protagonisti maschili. Mortensen crea un personaggio ambiguo, ossessionato e che sembra che da un momento all’altro sia pronto a tradire chiunque gli stia intorno.
6)Green Book (2018) di Peter Farrelly
L’ultimo grande successo al cinema di Mortensen, coronato anche con un Oscar al miglior film, è stato Green Book del 2018. La pellicola racconta la storia di un tassista italo americano che si ritrova a fare da autista, negli Stati Uniti degli anni ’60, ad uno straordinario pianista afroamericano (Mahershala Alì). L’intera pellicola, diretta da Peter Farrelly, analizza il rapporto tra i due facendo capire come due persone totalmente diverse, di contesti differenti e storie diametralmente opposte possano, in qualche modo, imparare l’uno dall’altra. L’interpretazione di Mortensen è monumentale, fatta di accenti, atteggiamenti e, soprattutto, di una caratterizzazione fisica di altissimo livello. Nonostante non sia riuscito a conquistare l’Oscar per il ruolo, la sua interpretazione è stata globalmente elogiata e apprezzata.
5) The Road (2009) di John Hillcoat
Uno dei ruoli che Viggo Mortensen ha più interpretato nel corso della sua carriera è quello di figure paterne anticonvenziali o, quanto meno, mentori. Nel 2009 al cinema arriva The Road, un post apocalittico adattamento del romanzo La Strada di Corman McCarthy. In seguito ad una catastrofe apocalittica non precisata avvenuta 14 anni prima, la Terra è diventata un posto poco ospitale, grigio, freddo e desertico. In The Road, Viggo Mortensen interpreta un padre disposto a fare di tutto pur di raggiungere, insieme a suo figlio, un posto più ospitale e caldo. La pellicola, in realtà, è una chiara fusione tra un post apocalittico e un road movie che segue i due protagonisti nel corso del loro viaggio attraverso gli Stati Uniti. Ovviamente, i chilometri diventano un modo per esplorare anche la profondità del loro rapporto padre-figlio.
4) History of Violence (2005) di David Cronenberg
Altro giro, altro Cronenberg. Nel 2005 Mortensen è protagonista dell’approdo di Cronenberg al gangster movie con il bellissimo History of Violence. Fin da subito diversissimo dai film che hanno caratterizzato la maggior parte della carriera del regista, la pellicola vede Mortensen nei panni di Tom un uomo che vive in una piccola cittadina. Un giorno, per legittima difesa, uccide dei rapinatori ed, immediatamente, viene eletto a grande eroe del paese. La questione fa aumentare l’attenzione nei suoi confronti in particolare da membri della criminalità che iniziano a pensare che Tom sia un loro collega scomparso da tempo. Per la maggior parte del film Mortensen interpreta con totale controllo una persona profondamente repressa e che, inevitabilmente, nasconde una parte significativa di sé. Ed è forse proprio questo controllo a renderla una delle sue interpretazioni più profonde e sentite.
3) Captain Fantastic (2016) di Matt Ross
Seconda candidatura agli Oscar dell’attore, Mortensen interpreta nel film Ben, un uomo che, insieme alla moglie ha cresciuto i figli lontano dalla tecnologia e dal consumismo decidendo di fargli vivere una vita totalmente a contatto con la natura. Dopo la morte della moglie sarà costretto a rientrare nella “civiltà” e a introdurre i figli ad un nuovo modo di vivere le proprie esistenze e la propria singolarità. L’interpretazione di Mortensen è, probabilmente, uno dei picchi più alti raggiunti della sua carriera. Un padre preoccupato del futuro dei propri figli e che, soprattutto, non è in grado di affrontare cambiamenti così radicali. Una guida per i suoi ragazzi ma anche un modo per se stesso di elaborare il fatto di esser solo.
2) Il Signore degli Anelli: Il ritorno del Re (2003) di Peter Jackson
La saga de Il Signore degli Anelli è stata il trampolino di lancio per la carriera di Mortensen. Un enorme colpo di fortuna dato che, originariamente, l’attore non sarebbe dovuto essere neanche nel film. Per una serie di coincidenze il ruolo si liberò e, soprattutto, il figlio dell’attore, grande fan di Tolkien, lo convinse ad accettare la parte. Nonostante in tutti e tre i capitoli il suo Aragorn sia uno dei personaggi meglio scritti e recitati, è ne Il Ritorno del Re che raggiunge il suo picco più assoluto. Aragorn viene messo davanti alle proprie responsabilità da cui per tutta la vita è scappato. Un titolo che arriva dai suoi predecessori e che ha bisogno, per la salvezza di tutti, di ritornare al suo più alto e regale splendore. Il discorso a Cancello Nero è probabilmente uno dei momenti più importanti ed iconici dell’intera saga de Il Signore degli Anelli.
1) La promessa dell’assassino (2007) di David Cronenberg
Pellicola del 2007 è, senza alcun dubbio, l’interpretazione che ha segnato di più la carriera di Mortensen. Nel film di David Cronenberg interpreta l’autista di un boss della mafia russa che, però, ha qualche segreto da nascondere. L’intera storia segue la vicenda una ostetrica che, dopo aver dato alla luce una bambina, vede la giovane madre morire davanti ai suoi occhi. Nei diari della giovane trova una pista che la avvicina sempre di più al mondo della mafia russa. Per la maggior parte del film, Mortensen mette in scena un personaggio maniacalmente controllato facendo un grandissimo lavoro sull’accento. Nel corso della pellicola lui scala le gerarchie guadagnandosi la fiducia del capo mafia. Solo nella seconda parte verrà svelata la vera natura di Nikolai e quanto sia difficile (se non impossibile) uscire da un giro di questo tipo senza essere ucciso o semplicemente eliminato. L’interpretazione di Viggo Mortensen è globalmente ricordata come una delle più significative della storia del cinema, per un ruolo che, probabilmente, pochi altri attori sarebbero stati in grado di fare.