Cerca
Close this search box.

La Misura del Dubbio conferma il grande stato di forma del cinema francese (e quello pessimo italiano)

Presentato in anteprima al 77esimo Festival di Cannes, La Misura del Dubbio è un film diretto e interpretato da Daniel Auteuil. Ma questo legal drama francese merita davvero la visione?
La recensione del nuovo film di Daniel Auteuil presentato a Cannes77, La Misura del Dubbio

La recensione di La Misura del Dubbio, film diretto e interpretato da Daniel Auteuil e tratto dalla raccolta Au Guet-Apens, Chroniques de la Justice Pénale Ordinaire dell’avvocato francese Jean-Yves Moyart, noto con lo pseudonimo di Maître Mô. Presentato in anteprima al 77esimo Festival di Cannes, il film è disponibile nelle sale italiane a partire dal 19 settembre 2024. A seguire, trama e recensione di La Misura del Dubbio.

La trama di La Misura del Dubbio, legal drama presentato in anteprima a Cannes77

Come sempre, prima di passare all’analisi e recensione, è bene spendere due parole sulla trama dell’opera. La Misura del Dubbio – film diretto e interpretato da Daniel Auteuil e presentato in anteprima al 77esimo Festival di Cannes – vede come protagonista Jean Monier, avvocato che torna in azione dopo circa 15 dal suo ultimo caso, quando riuscì a far assolvere un assassino recidivo. L’incontro con Nicolas Milik (Grégory Gadebois) e la storia di questo padre di famiglia accusato dell’omicidio della moglie lo toccherà nel profondo, tanto da decidere di prendere in mano il caso e tornare in azione, convinto dell’innocenza del suo cliente.

Grégory Gadebois e Daniel Auteuil in una scena di La Misura del Dubbio, presentato in anteprima a Cannes77

La recensione di La Misura del Dubbio, diretto e interpretato da Daniel Auteuil

Mentre Sean Baker si portava a casa la Palma d’oro con Anora e Francis Ford Coppola presentava al mondo il suo Megalopolis, a Cannes77 c’è stato spazio anche per opere più piccole, meno chiacchierate ma che, allo stesso tempo, hanno contribuito alla formazione di una selezione di altissimo livello per quella che è stata – per molteplici ragioni che spieghiamo qui – un’edizione rivoluzionaria. Uno dei titoli in questione è stato La Misura del Dubbio, nuovo film di Daniel Auteuil che arriva nelle sale italiane a partire dal 19 settembre 2024.

Un Legal Drama, un lungometraggio che si sviluppa soprattutto in tribunale dove l’avvocato Jean Monier si ritrova a difendere un uomo accusato di aver ucciso la propria moglie, Nicolas Milik, della quale innocenza egli è però convinto. Opera equilibrata che non supera mai il confine, che resta sempre sobria ed ordinata, cosa che però si trasforma ben presto nel suo più grande difetto, perché smaschera una regia piatta e priva di guizzi e che soprattutto soffoca tutto il lato thriller del film, visto che un uso più sapiente dei flashback – in primis per approfondire il rapporto tra Milik e la moglie – avrebbe indubbiamente giovato e premere sull’acceleratore gli avrebbe permesso di risultare più coraggioso e quadrato. Troppo prudente dunque, intimorito dalla sua stessa storia, che prima nasconde e poi svela senza raggiungere nessun tipo di climax.

Ciononostante, La Misura del Dubbio è un film che si lascia guardare e che soprattutto stimola riflessioni di altro tipo, esterne a ciò che succede su grande schermo. Un discorso che va a riguardare lo stato di salute del cinema francese e, di conseguenza, di quello italiano, che ne esce evidentemente con le ossa rotte. Il film di Daniel Auteuil non è di certo indimenticabile, ma fa bene al movimento, un movimento capace di rilasciare ogni anno capolavori presenti nei maggiori festival cinematografici internazionali, opere medie destinate ad un pubblico più casual e prodotti insufficienti per un occhio critico ma che – come in ogni altro paese – aiutano gli incassi e funzionano bene anche in televisione. Un movimento omogeneo, che tenta di educare il proprio pubblico, di accompagnare alla visione lo spettatore che sarà poi libero di scegliere cosa vedere tra opere di assoluto livello. Ma in Italia?

In Italia questo non accade. Con buona pace di chi tenta di nascondere sotto il tappeto gli enormi problemi del cinema nostrano, è proprio questo cinema medio che, da noi, sembra non esistere più. Ciò non significa che i film non vengono realizzati – anzi, sono fin troppi – ma, per poter dire che esistono, vanno visti e la distribuzione di certo non aiuta, rendendo così tante di quelle pellicole che il nostro cinema lo dovrebbero rilanciare, invisibili. Ci sono i grandi maestri sì, ma c’è soprattutto un movimento eterogeneo di prodotti che nascono tutti con un fine diverso, ma accomunati dal fatto che quel fine, purtroppo, non sembra mai essere quello artistico. Si fanno film perché si ha la possibilità di farli, perché si ha il contatto giusto o perché il successo extra-cinematografico permette a determinate figure di mettersi dietro la macchina da presa, magari avendo anche qualcosa da raccontare, ma senza il mestiere tra le mani. Il modello francese – che non scopriamo di certo oggi – deve essere qualcosa a cui mirare, da osservare e da cui rubare per il rilancio di un cinema pieno di potenziale inespresso, un cinema di fantasmi dove l’importante è fare presenza, senza che segua nessun tipo di approfondimento. Apparenza dunque, ma che peccato. E che rabbia.

3,0
Rated 3,0 out of 5
3,0 su 5 stelle (basato su 1 recensione)
La locandina ufficiale del nuovo film diretto e interpretato da Daniel Auteuil e presentato a Cannes77, La Misura del Dubbio
La Misura del Dubbio
La Misura del Dubbio

Presentato in anteprima al 77esimo Festival di Cannes, La Misura del Dubbio è il nuovo film di Daniel Auteuil, noto attore francese che qui ricopre un doppio ruolo in maniera convincente.

Voto del redattore:

6 / 10

Data di rilascio:

19/09/2024

Regia:

Daniel Auteuil

Cast:

Daniel Auteuil, Grégory Gadebois, Sidse Babett Knudsen, Alice Belaïdi, Suliane Brahim, Gaëtan Roussel, Isabelle Candelier, Aurore Auteuil

Genere:

Giudiziario

PRO

La capacità di raccontare la contemporaneità
Le interpretazioni di Daniel Auteuil e Grégory Gadebois
Ritmo altalenante
Fattori thriller sopiti e mai davvero approfonditi