Secondo lungometraggio girato interamente dal regista Francesco Costabile, Familia è un film drammatico del 2024 presentato in concorso nella sezione Orizzonti dell’81esima edizione del Festival del Cinema di Venezia con protagonista Francesco Gheghi, vincitore del premio Orizzonti come Miglior Attore, e Barbara Ronchi. Ispirato a una storia vera, fin dal suo inizio Familia si presenta come un film estremamente simbolico e immerso nella dimensione della memoria e dei ricordi, parte fondamentale per comprendere anche il suo finale complesso. Seguono il finale e la spiegazione del finale di Familia, il film di Francesco Costabile con Francesco Gheghi e Barbara Ronchi presentato nella sezione Orizzonti a Venezia81.

Il finale di Familia: come finisce il film di Francesco Costabile?

Prima di passare alla spiegazione e al significato del suo epilogo, occorre soffermarsi sul finale di Familia per rammentare cosa succede. Dopo aver dato l’illusione di andarsene via una notte con un taxi definitivamente da casa spinto dal figlio Gigi, Franco si ripresenta tra le mure domestiche e tra i due si verifica l’ennesimo scontro verbale durante il quale il padre suggerisce al figlio la soluzione a tutti i problemi, ossia di ucciderlo. Dopo aver commesso l’atto ed essere trovato dalla madre e da suo fratello maggiore, Gigi chiede prima di chiamare la polizia di avere un po’ di tempo per andare a salutare la sua fidanzata e infine viene arrestato. Dopo il momento dell’arresto, vediamo Gigi da bambino correre così come mostrato all’inizio del film mentre stava scappando dagli assistenti sociali, per poi fermarsi di fronte alla camera e guardando dritto nell’obbiettivo tirare un sospiro.

La spiegazione del finale di Familia

Dopo aver riportato cosa succede nelle scene conclusive del film, si può passare alla spiegazione del finale di Familia. Innanzitutto, nelle sequenze che precedono il finale vediamo esplicitamente quanto Gigi sia plagiato dalla figura del padre, in un parossismo di tensione che lo porta all’atto di compiere l’omicidio tragico. In questo senso, la morte del padre è come se fosse stata commessa per mano della figura paterna su se stessa e non come è successo fattualmente per mano del figlio. Questo atto, sì violento ma catartico per Gigi, riporta inevitabilmente alla sua memoria le immagini dei ricordi d’infanzia che costituiscono il finale del film. Ecco che il piano della realtà dolorosa dell’esperienza violenta passata si incontra con quello del presente ad alto tasso di tensione di Gigi, andando così a creare un cortocircuito che mette in gioco la sospensione dell’incredulità dello spettatore per far comprendere cosa ha vissuto sulla pelle il protagonista. Nel suo ultimo gesto di tirare un sospiro, il piccolo Gigi guarda dritto nella camera proprio come a dire di avercela fatta nonostante nella realtà del passato sia stato preso dagli assistenti sociali e in quella del presente dagli agenti di polizia, in un sollievo finale per aver raggiunto quella tanto agognata libertà dalla violenza.