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Il robot selvaggio è il miglior film della Dreamworks?

Distribuito al cinema in Italia grazie alle anteprime nazionali, è arrivato il nuovo film d’animazione prodotto da Dreamworks Animation: qual è il risultato de Il robot selvaggio?
La recensione de Il robot selvaggio, il film d'animazione con Lupita Nyong'o, Pedro Pascal e Mark Hamill

Presentato in anteprima mondiale alla quarantanovesima edizione del Toronto international Film Festival, il quarantottesimo lungometraggio prodotto da Dreamworks Animation è stato distribuito nelle sale cinematografiche statunitensi il 27 settembre 2024, mentre in quelle italiane il 10 0ttobre, con anteprime nazionali il 29 settembre ed il 6 ottobre dello stesso anno. La regia è firmata da Chris Sanders (Dragon Trainer), invece il cast vocale presenta star del calibro di: Lupita Nyong’o (Noi), Pedro Pascal (Il Gladiatore II), Bill Nighy (Operazione Valchiria), Catherine O’Hara (Beetlejuice) e Mark Hamill (Star Wars – Una nuova speranza). Ma qual è il risultato de Il robot selvaggio? Di seguito la trama ufficiale e la recensione del film d’animazione.

La trama de Il robot selvaggio, il film di Chris Sanders

La pellicola è la trasposizione su grande schermo dell’omonimo libro illustrato best seller per ragazzi scritto da Peter Brown, pubblicato dal 2016, capace di ottenere un successo planetario, nonché primo capitolo di una trilogia formata dai seguiti: La fuga del robot selvatico e The Wild Robot Protects. Ma di cosa parla Il robot selvaggio? Di seguito la trama del film diretto da Chris Sanders:

“Il robot ROZZUM 7134, abbreviato ‘Roz’, dopo un naufragio si ritrova su un’isola disabitata dove dovrà imparare ad adattarsi all’ostile ambiente circostante, costruendo gradualmente relazioni con gli altri animali dell’isola e adottando un’ochetta orfana.”

La recensione de Il robot selvaggio, il film d'animazione con Lupita Nyong'o, Pedro Pascal e Mark Hamill

La recensione de Il robot selvaggio, il film Dreamworks Animation

A quasi trent’anni dal suo primo lungometraggio prodotto, la Dreamworks Animation è diventata una realtà collaudata e riconosciuta dal grande pubblico all’interno del mondo dell’animazione occidentale. Dallo scoppio della pandemia, dal punto di vista qualitativo non stava godendo fino ad oggi di un periodo felice; bisogna infatti risalire a Dragon Trainer – Il mondo nascosto (2019) per trovare l’ultima pellicola di livello, appartenente alla suddetta casa di produzione cinematografica.

Finalmente, grazie a Il robot selvaggio di Chris Sanders, si torna ad alzare l’asticella della qualità, sfruttando la possibilità di trasporre un brand letterario di grande successo, mettendo in scena il mondo animale, mischiato alla robotica, in funzione della rappresentazione umana, un modus operandi collaudato e arcinoto da decenni, ma sempre efficace nel raggiungere l’obiettivo. L’isola in cui la protagonista Roz naufraga è la perfetta metafora della situazione che sta vivendo il mondo: un habitat in crisi dove ogni creatura vive per sé stessa, chiusa nel suo confine, sentendosi minacciata da ogni tipo di diversità; l’ostilità della natura è specchio di quella delle sue creature, divise dall’inimicizia e dall’intolleranza.

L’unica risposta di pace possibile è rispondere all’odio con l’amore: Roz si veste di un ruolo cristologico, dando modo a chi le sta intorno di cambiare il proprio punto di vista, solo le azioni hanno la capacità di far scattare la scintilla del cambiamento; la massa ha bisogno di esempi positivi da seguire, così come è pronta a seguire quelli negativi, se in grado di dimostrarsi convincenti. La ricostruzione della comunità è un messaggio concreto e cinematograficamente sofisticato di pace, poiché l’umanità del nuovo millennio ha un estremo bisogno di una tregua se vuole continuare a sopravvivere, il buon esempio lascia in eredità il futuro e quindi non muore assieme al singolo individuo, ma rimane vivo passando di generazione in generazione.

Il coming of age del robot è un percorso finalizzato alla valorizzazione delle qualità umane: lo sviluppo tecnologico indubbiamente migliora le condizioni di vita, aumenta il benessere e permette alle persone di superare i propri limiti; ma a quale prezzo? Rischiare di sacrificare la risorsa più importante di tutte: l’emozione. Nell’era digitale, la ricerca spasmodica della perfezione e dell’eternità comporta un lento ma costante processo di disumanizzazione che Roz riesce ad invertire, acquisendo personalità, libero arbitrio e consapevolezza di sé; così facendo poi, il destino è in grado di scriverlo di suo pugno, uscendo dagli schemi prestabiliti da chissà quale creatore, liberandosi della freddezza metallica, lasciando posto al calore della carne.

Il cuore pulsante della vicenda però è il rapporto madre-figlio o più in generale la questione familiare, ed è questo aspetto a deludere maggiormente, non tanto per il contenuto in sé, positivo nella sua natura inclusiva, ma piuttosto per il suo sviluppo frettoloso e quasi superficiale, come se si desse per scontato molte cose, accelerando colpevolmente il ritmo nel momento in cui bisognava rallentarlo, per concentrarsi così sulla costruzione e sul conflitto all’interno del focolare.

Troppo frequentemente si ricorre a facili espedienti per far commuovere lo spettatore medio, mettendo insieme la sonorità giusta con primi piani su occhi in procinto di lacrimare, cadendo in un sistema al limite del ricattatorio. Sarebbe stato utile per guadagnare minuti rinunciare alla sequenza action del terzo atto, di fatto inutile ai fini della risoluzione finale, se non per gratuito spettacolo pirotecnico, senza dubbio ben eseguito, sorretto da un comparto tecnico all’altezza del compito per tutta la durata.

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La recensione de Il robot selvaggio, il film d'animazione con Lupita Nyong'o, Pedro Pascal e Mark Hamill
Il robot selvaggio
Il robot selvaggio

"Un robot di nome Roz, dopo un naufragio, si ritrova su un'isola remota e selvaggia, dove deve lottare per la sua sopravvivenza. Riesce ad adattarsi al nuovo ambiente e impara molto dalla fauna selvatica dell'isola."

Voto del redattore:

7.5 / 10

Data di rilascio:

10/10/2024

Regia:

Chris Sanders

Cast:

Lupita Nyong’o, Pedro Pascal, Catherine O’Hara, Bill Nighy, Kit Connor, Stephanie Hsu, Mark Hamill, Matt Berry e Ving Rhames

Genere:

Fantascienza, avventura

PRO

La relazione tra la protagonista e gli animali dell’isola è ben costruita e trasmette in modo maturo un importante messaggio di pace
L’evoluzione di Roz serve ad esaltare l’importanza dei sentimenti umani e della capacità di costruire il proprio destino
Sofisticato dal punto di vista visivo, sia nella tecnica d’animazione sia nella regia
Il rapporto madre-figlio è erroneamente sacrificato, cadendo spesso nel sentimentalismo ricattatorio senza approfondire