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Recensione – Dragon Ball Daima 1×01: La Cospirazione

La recensione della prima puntata di Dragon Ball Daima, ultima serie del noto franchise realizzata con il contributo di Akira Toriyama.
Dragon Ball Daima: la recensione del primo episodio

Sono passati cinque anni dall’ultima volta che Dragon Ball è stato trasmesso in televisione grazie al primo arco narrativo di Dragon Ball Super. Adesso il celebre franchise torna con Dragon Ball Daima, la serie realizzata per festeggiare i quarant’anni del manga omonimo ed ultimo capitolo scritto dal compianto autore Akira Toriyama. A seguire la recensione del primo episodio, intitolato La Cospirazione ed attualmente disponibile sulla piattaforma streaming Crunchyroll. A partire dal 18 ottobre sarà possibile vedere l’anime anche sulla piattaforma Netflix a cadenza settimanale.

La trama di Dragon Ball Daima 1×01

Nonostante molti fan stiano aspettando ancora il ritorno di Dragon Ball Super, l’anime Dragon Ball Daima non è un sequel, bensì un midquel: gli eventi infatti sono ambientati un anno dopo la sconfitta di Majin Buu e prima dell’arrivo di Lord Beerus sulla Terra. Partendo da questa base, la serie presenta la seguente trama:

Dopo la morte di Darbula, Gomah diventa il nuovo re del Reame dei Demoni. Lui e Dagasu, il fratello minore di Kaioshin, decidono di usare le Sfere del Drago per ringiovanire i guerrieri che hanno combattuto contro Majin Buu all’età infantile, in modo che non rappresentino più una minaccia per il Reame dei Demoni, ma anche per accrescere il loro potere. Nel frattempo Goku ed i guerrieri Z si godono il compleanno di Trunks, ignari mentre i due demoni sono pronti a far esaudire il loro primo desiderio.

Recensione - Dragon Ball Daima 1x01: La Cospirazione

La recensione del primo episodio di Dragon Ball Daima

La prima parte del primo episodio di Dragon Ball Daima ripercorre gli eventi della saga di Majin Buu, i quali vengono osservati da Gomah e Dagasu per aggiornarsi sul destino di Darbula e del loro acerrimo nemico rosa. Tale scelta è un pretesto, attraverso bellissime animazioni (fatta eccezione di pochi mediocri momenti in cel shading), per creare un effetto nostalgia nei confronti degli amanti dell’opera di Toriyama, cominciando con coerenza l’impostazione da anime celebrativo. Infatti Gomah e Dagasu si comportano come se fossero degli spettatori che osservano le iconiche sequenze dell’ultimo arco narrativo di Dragon Ball Z per la prima volta. Tuttavia, se l’inizio vuole utilizzare un’impostazione nostalgica, alla fine della “visione” si viene catapultati in un mondo completamente nuovo, con il resto della puntata che verrà raccontata unicamente attraverso il punto di vista dei villain, un’introduzione mai avvenuta prima nella celebre saga.

I guerrieri Z vengono introdotti soltanto di sfuggita per dare spazio al proseguimento della trama: l’allenamento tra Goku e Vegeta non è altro che un modo per dare allo spettatore un piccolo assaggio di quello solitamente si vede in Dragon Ball Z e Super, in modo da ribaltare completamente le carte nel momento in cui verranno trasformati in bambini, come se fosse un modo per affermare che lo spettatore verrà catapultato in qualcosa di inedito e nuovo a cui non si è abituati. Tale presentazione di Goku e dei suoi amici può ricordare il pilot di Dragon Ball GT, il quale comincia con Goku e Uub che si allenano per poi proseguire con il saiyan che torna un infante. A tal proposito, la rappresentazione di Gomah sembra un forte omaggio a Pilaf (il primo cattivo di Dragon Ball mai scritto), il quale condivide con lui diversi tratti estetici (tra cui l’altezza) ed il concept di essere il sovrano di un mondo che viene scortato da individui che hanno intenzioni subdole ma che hanno allo stesso tempo un aspetto elegante ed innocuo. Infatti è proprio Gomah a pronunciare il desiderio per trasformare i guerrieri Z in bambini, esattamente come fece Pilaf con Goku nel già citato Dragon Ball GT (che a sua volta voleva omaggiare il primo Dragon Ball nel momento appena descritto).

Dragon Ball Daima - La Cospirazione: la recensione della puntata

L’inizio di Dragon Ball Daima

Come già accennato, le scene dei villain ricalcano fortemente la comicità demenziale della primissima serie di Dragon Ball, anche se la cosa non sorprende dal momento che Toriyama decise di tornare a quelle atmosfere già con la realizzazione di Super. Molte scene risultano esilaranti, come i momenti in cui Gomah si spaventa per la grande potenza dei suoi nemici per poi sorridere dei propri vantaggi soltanto quando è Dagasu a fargli rendere conto di questi ultimi, quasi come se il re dei Demoni non sia capace di pensare senza il suo assistente (il quale ha una postura molto più regale del suo sovrano, ricalcando gli splendidi contrasti tipici di Toriyama). A questi simpatici sketch si alternano dialoghi interessanti che delineano la personalità dei demoni, tra cui il rapporto tra il re e la dottoressa Arinsu, la quale manipolazione sembra ricalcare molto il personaggio di Fu (in effetti l’idea di approfondire il regno dei demoni, seppur con personaggi diversi, viene ripresa dai videogiochi di Xenoverse). Interessante anche l’idea di rendere la scienziata e Dagasu dei parenti del Kaioshin dell’Universo 7, cosa che potrebbe creare degli interessanti intrighi familiari che gettano nuove vie nell’universo di Dragon Ball.

Infatti l’elemento di maggior impatto è proprio Neva, il namecciano millenario che non reputa nessun demone degno di utilizzare le sfere del drago demoniache, eppure non ha problemi ad aiutare Gomah a rintracciare quelle terrestri. L’ambiguità del personaggio lo rendono particolarmente intrigante, così come è perfetta la messinscena in cui appare come un lento vecchietto fragile che non si lava da un mese ma che è, allo stesso tempo, estremamente potente, ripercorrendo quindi le apparenze date dal Maestro Muten. La prima puntata di Dragon Ball Daima è puramente introduttiva e non mostra ancora elementi particolarmente profondi, ma appare efficace nell’espansione della mitologia della saga attraverso ottime animazioni ed atmosfere suggestive che creano un intelligente misto tra nostalgia ed innovazione. Inoltre la struttura narrativa inedita, avente al centro degli antagonisti divertenti e carismatici, rendono questo inizio originale e potenzialmente coinvolgente.

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