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Gli Anelli del Potere: la spiegazione del finale e il futuro della serie fantasy

Come finisce la seconda stagione de “Gli Anelli del Potere” e quale sarà il futuro della serie fantasy?
Gli Anelli del Potere creata da J. D. Payne e Patrick McKay

La seconda stagione de “Il Signore degli Anelli – Gli Anelli del Potere” si è conclusa, dividendo, come prevedibile, critica e pubblico, tra chi ha amato il prodotto televisivo prodotto da Amazon Prime Video e chi, invece, ha detestato anche questa seconda parte della serie creata da J. D. Payne e Patrick McKay. Uno spartiacque che segue il titolo protagonista fin dalla pre-produzione dello show televisivo, ma che in ogni caso non ha interrotto la creazione di questo immenso progetto che racconta di una particolare Era della Terra di Mezzo. Un finale di stagione ancor più divisivo, ma un altro ulteriore tassello del piano del Signore Oscuro. Di seguito la spiegazione del finale e il futuro della serie fantasy

Come finisce la seconda stagione de Gli Anelli del Potere? 

L’ultima puntata della seconda stagione de “Gli Anelli del Potere” propone una conclusione per le diverse e differenti story-line che compongono questi nuovi otto episodi: il destino di un gran numero di personaggi che si sono alternati come protagonisti dello show targato Prime Video, tra chi pare aver raggiunto il proprio obiettivo e chi, invece, conclude il suo percorso. Sauron (Charlie Vickers), che per la maggior parte della stagione si cela sotto mentite spoglie, resta l’antagonista principale del racconto, un villain che tira le fila dell’intera serie. Il suo rapporto con Celebrimbor (Charles Edwards) resta, infatti, uno degli elementi più interessanti e curiosi, la tortura di cui il fabbro è vittima, inizialmente in maniera inconsapevole, alla fine lo porta quasi alla pazzia. 

L’assedio dell’Eregion resta il culmine di una stagione che sicuramente alza il tiro, mostrando al suo pubblico l’immensa forza produttiva, tanto di rievocare quello stesso spirito ammirato nella famosa trilogia firmata da Peter Jackson nei primi anni 2000. Nonostante per gran parte degli spettatori questa potrebbe passare come un’autentica eresia, il lavoro certosino e la manodopera di un prodotto televisivo seriale di questa portata resta quasi un unicum all’interno di un panorama che spesso vanta piccole produzioni, anche tra i titoli più popolari. La messa in scena di questa battaglia resta uno dei punti più alti dell’intera serie tv e, volente o nolente, segna il destino di diversi protagonisti: Adar (Sam Hazeldine), ad esempio, nel guidare il suo esercito, dopo essersi appropriato dell’anello del potere di Galadriel (Morfydd Clark), arriva ad un passo dal suo obiettivo, ma alla fine finisce vittima dello stesso Sauron. 

Ad essere segnato è anche il destino del popolo elfico e nanico: se da un lato si affronta una sorta di rinascita, memori del fatto che il Signore Oscuro ancora non è stato sconfitto, dall’altro è tempo di una nuova gerarchia, una successione forzata da un sacrificio. Re Durin III (Peter Mullan), una volta scavato fin troppo a fondo liberando il Balrog, si rende conto del prezzo pagato per indossare il suo anello e per salvare il suo popolo, in particolare modo suo figlio, tenta di riportare la creatura tra le viscere della montagna. Nel frattempo gli elfi devono fare i conti con Galadriel, la quale si è gettata da un grande dirupo nel tentativo di impedire a Sauron di appropriarsi della sua reliquia, ed ora è in pericolo di vita, ma in suo soccorso arrivano Elrond e Gil-galad (Robert Aramayo e Benjamin Walker) che grazie al potere degli anelli riescono a salvarla. 

All’appello mancano ancora i Pelopiedi, lo Straniero (Daniel Weyman) e gli uomini: Nori e Poppy (Markella Kavenagh e Megan Richards) intraprendono un nuovo viaggio, dopo essere state salvate dal loro amico decidono di partire con la tribù degli Sturoi in cerca di una nuova avventura, mentre il mago trova finalmente il suo bastone per poi comprende una volta per tutte il suo nome “Grande Elfo” ovvero “Gandalf”. Gli abitanti di Númenor, invece, nonostante il riscatto della regina Miriel (Cynthia Addai-Robinson), Pharazôn (Trystan Gravelle) la accusa di un’alleanza con Sauron, dichiarando che lei come tutti i suoi alleati e seguaci sono in realtà dei traditori, ma fortunatamente Elendil (Lloyd Owen), con l’aiuto di sua figlia Eärien (Ema Horvath), riesce a scappare verso Ovest, mentre il nuovo re invia Kemen (Leon Wadham) nel Pelargir, dove si trova anche il redivivo Isildur (Maxim Baldry) e il giovane Theo (Tyroe Muhafidin), per prendere il controllo della colonia trasformandola in una sorta di fortezza. 

Gli Anelli del Potere creata da J. D. Payne e Patrick McKay

Quale sarà il futuro della serie fantasy? 

Gli Anelli del Potere”, secondo le dichiarazioni degli autori, pare essere un progetto che durerà almeno quattro/cinque stagioni, ma tutto resta ancora avvolto nel mistero. L’unica certezza è che, secondo diversi articoli e news, la serie televisiva Prime è stata rinnovata ufficialmente per una nuova terza stagione. Una dichiarazione che conferma la natura di un progetto ancora all’inizio e che ha tutta le potenzialità per espandersi ancora di più. Parla da sola l’ultima inquadratura con protagonista Sauron, una scena dai diversi spunti, intrigante ed allo stesso molto riflessiva, quale sarà la sua prossima mossa? Qual è il prossimo tassello per continuare a completare il suo grande puzzle? Dopo il presunto sacrificio di Galadriel, l’uccisione di Celebrimbor e di Adar, il Signore Oscuro lo si vede prendere il famoso martello di Faenor, quell’utensile che come tutti i conoscitori della trilogia cinematografica, o meglio delle opere di Tolkien, sanno che porterà alla forgiatura dell’unico anello protagonista dei film di Jackson. 

Nonostante la certezza di una terza stagione, una domanda resta: quale sarà il futuro della serie fantasy? Cosa riserverà al proprio pubblico un prodotto di questo calibro? Un dibattito interessante, un campo di discussione stuzzicante per quella fetta di pubblico rimasta affascinata dall’operato della serie Prime Video. Gli autori, fin dal primo episodio della prima stagione, hanno trasposto sul piccolo schermo un racconto che ha previsto diversi rimaneggiamenti e aggiunte all’operato di Tolkien. Il più grande obiettivo che la prossima stagione deve avere è la concretezza di continuare ed espandere quanto costruito con tanta cura fino ad ora, un’impresa per nulla semplice, equilibrando ritmo e narrazione, giostrandosi tra la moltitudine di personaggi all’attivo, anche se qualcuno si è già fatto da parte. Sono ancora tante le domande che si pongono gli spettatori, ma solo il tempo potrà confermare le aspettative e le possibili diramazioni che “Gli Anelli del Potere” potrebbe avere lungo le prossime stagioni. Il futuro che si presenta davanti, nonostante la perseverante ondata di odio che provoca fin dagli albori del progetto, è si molto incerto, ma obiettivamente molto stimolante sia per gli autori sia per il pubblico

Quindi c’è ancora tanto da raccontare e da approfondire, senza fretta, non come in questa seconda stagione dove più di qualche episodio peccava di una netta accelerazione. Il focus, probabilmente, come ipotizzato un po’ da tutti, si sposterà verso il destino degli uomini ed i loro anelli, ma ancora più importante ed interessante sarà osservare se gli autori continueranno a premere sulla grande umanità e filosofia che ha caratterizzato questa seconda stagione dello show televisivo. Il male ed il bene, l’oscurità e la luce, due mondi destinati ad incrociarsi e scontrarsi che il pubblico, però, avrà modo di vedere e gustare ancora solamente tra un paio d’anni quando forse uscirà la già tanto attesa terza stagione de “Il Signore degli Anelli – Gli Anelli del Potere”.