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Recensione – DanDaDan 1×03: Uno scontro nonna contro nonna

Uno scontro nonna contro nonna è il titolo del terzo episodio di DanDaDan, il nuovo anime portato in scena da Science SARU: ma che cosa si osserva e qual è il risultato?
Recensione - DanDaDan 1x03: Uno scontro nonna contro nonna

Continua l’avventura di Okarun e Momo Ayase in DanDaDan, il nuovo anime portato in scena da Science SARU, che adatta il celebre manga conosciuto e apprezzato in tutto il mondo; dopo aver osservato i primi scontri dei protagonisti, immediatamente immersi nella narrazione, si dà avvio anche a quel processo di crescita particolarmente caratteristico del mondo anime, con Uno scontro nonna contro nonna, puntata 1×03 di DanDaDan. Ma qual è il risultato dell’episodio in questione? Per scoprirlo, vale la pena considerare la recensione della puntata in questione.

La trama di DanDaDan 1×03: Uno scontro nonna contro nonna

Prima di sottolineare quale sia la recensione del terzo episodio di DanDaDan, è importante sottolineare innanzitutto la trama della puntata 1×03, che prende il titolo di Uno scontro nonna contro nonna. Come era stato possibile osservare alla fine del secondo episodio, Okarun era stato completamente posseduto da TurboNonna, a causa della perdita dei sensi di Momo Ayase; tuttavia, finalmente si osserva sullo schermo uno dei personaggi più attesi da parte del pubblico, Seiko Ayase, che riesce a battere il fantasma grazie ai suoi grandi poteri. Successivamente, Seiko spiega a sua nipote che lo spirito di TurboNonna si è fuso con quello che abitava il tunnel e, dunque, risulta essere molto potente: quando il fantasma che controlla Okarun minaccia di uccidere tutti con la sua maledizione, Momo Ayase decide di allenare i suoi poteri psichici e di affrontarla, al fine di batterla in velocità.

La recensione del terzo episodio di DanDaDan: TurboNonna e TurboPop

C’è un momento che risulta essere particolarmente topico all’interno degli anime e che, di solito, dà avvio alla narrazione vera e propria: il viaggio del protagonista. L’avvio del movimento di un personaggio all’interno della serie segue uno dei principi fondamentali della cosiddetta immagine-movimento di deleuziana memoria, risolvendosi molto spesso in un fenomeno di vagabondaggio che permette di introdurre personaggi, comparse ed elementi narrativi di volta in volta. Dopo aver affrontato i primi due episodi con una costante esagerazione visiva che ha stupito chi scrive, DanDaDan inizia a tirare le redini e a organizzare la sua narrazione con un terzo episodio che fa esattamente ciò di cui si ha bisogno nel complesso mondo di un anime: spiegare. Ogni spettatore ha, chi più chi meno, bisogno di essere erudito a proposito di dettagli che vengono spiegati – in genere – innanzitutto dal punto di vista estetico, poi attraverso un fattore maggiormente didascalico; con Uno scontro nonna contro nonna è possibile conoscere quale sia parte del world building dell’anime in questione, soprattutto per quanto riguarda i rapporti di potere presenti tra i personaggi, con spiriti legati a determinati territori, fantasmi che consolidano la propria forza con maledizioni e poteri psichici che si ottengono dagli dèi di una determinata zona.

DanDaDan continua, del resto, a fare esattamente ciò che ha portato ad apprezzare i primi due episodi dell’anime in questione: unire un certo grado di esagerata e giustificata pomposità estetica ad un pop che permette di semplificare le componenti shonen del prodotto; ci si ritrova di fronte ad un prodotto dalla matrice fortemente adolescenziale, questo è certo, ma il modo in cui la messa in scena sa organizzare questa commistione di elementi è notevole, anche in una puntata che non necessita di un reale avanzamento delle dinamiche della trama e che si prende del tempo per raccontarsi e raccontare. Un esempio semplice, ma allo stesso tempo significativo, è il modo in cui viene spiegata la genesi di TurboNonna, conosciuta anche con il nome di “Nonna 50 km/h”: è un evidente elemento di semplificazione e di ironia, ma tutto funziona nel complesso di quell’estetica smodata del prodotto, che si arricchisce di rossi e di contorni netti, di urla impazzite e di movimenti fluidi della componente animata. Anche quando ha la possibilità di rallentare, accontentando i fan con 25 minuti di transizione, DanDaDan osa e provoca, mette in scena medium (non realmente) falliti e personaggi colti tra imbarazzi, desideri pulsanti e sfumature sessuali. Il risultato, ancora una volta, è notevole.

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