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Recensione – Chucky 3×03: Il Corpo Di Jennifer

La recensione della terza puntata della terza stagione di Chucky, la serie horror che funge da seguito della saga di La Bambola Assassina.
Chucky: la recensione del terzo episodio della terza stagione

La seconda puntata della terza stagione di Chucky è finita con un cliffangher sconvolgente, avendo lasciato i protagonisti in una situazione di stallo particolarmente tragica. Nonostante ciò, il nuovo episodio sceglie di raccontare altri elementi per chiarire una volta per tutte cosa sia successo dopo la fine della seconda stagione, riportando dei personaggi familiari molto importanti. A seguire la recensione della terza puntata, la quale è intitolata Il Corpo Di Jennifer ed è stata trasmessa su Italia 1 per poi essere disponibile poche ore dopo sulla piattaforma streaming Mediaset Infinity.

La trama di Chucky 3×03

La serie Chucky è il sequel della saga cinematografica horror La Bambola Assassina ed è ambientata dopo le vicende di Il Culto Di Chucky, ultimo film realizzato da Don Mancini, il quale torna ad occuparsi della sua creatura come showrunner. Nel terzo episodio della terza stagione della serie, si ripercorrono le vicende di Chucky, mostrando finalmente che fine ha fatto Caroline e per quale motivo il crudele bambolotto killer abbia deciso di entrare nella Casa Bianca. Infatti la puntata presenta la seguente trama:

Nel flashback, ambientato subito dopo la fine della scorsa stagione, un raid della polizia interrompe Chucky mentre tentava di uccidere Tiffany, e quest’ultima viene arrestata per l’omicidio dell’ex sindaca Cross. Caroline e Chucky fuggono via, prendendo il libro del vudù di Tiffany e Nica, che stava tenendo d’occhio Tiffany, tenta di inseguirli, ma scappano con la metropolitana. Diverso tempo dopo, Chucky scopre che la sua forma di bambolotto sta iniziando ad invecchiare. Per cercare di capire quale sia il motivo, Chucky, su consiglio di Caroline che continua ad assistere ai suoi omicidi e ad accompagnarlo dovunque, decide di rivolgersi ad un medico esperto di vudù. Nel frattempo Tiffany, conosciuta ancora come Jennifer Tilly dai media, è sotto processo per aver ucciso numerose persone.

Recensione - Chucky 3x03: Il Corpo Di Jennifer

La recensione del terzo episodio della terza stagione di Chucky

Don Mancini sceglie di cambiare impostazione e di riportare Chucky sul piano di una bizzarra quotidianità: per il bambolotto uccidere è all’ordine del giorno, un divertimento che sembra quasi una pratica lavorativa mentre Caroline assiste come un’allieva che deve imparare dal maestro o, meglio ancora, come una figlia che deve imparare il lavoro di suo padre. Il rapporto tra i due è molto interessante, perché le attenzioni che Chucky riserva alla bambina sono molto simili a quelle di un genitore adottivo, come se la bambola provasse un reale affetto per la bambina. Questo rende Chucky quasi umano e potrebbe essere un modo per evidenziare come l’aver tagliato i rapporti con Tiffany e con il suo figlio biologico GG abbiano creato un senso di solitudine per il personaggio. Tuttavia è anche vero che, alla minima paura della morte, Chucky non esita un secondo a provare ad usare il corpo della bambina come nuovo contenitore prima di scoprire che si tratta di una cosa inutile, quindi la spietatezza della bambola è sempre dietro l’angolo. Dall’altra parte il fascino del male che Caroline prova per il bambolotto è un rimando macabro alla trasgressività adolescenziale, la quale vuole essere ribelle per sperimentare nuove strade e andare oltre la propria confort zone che apparentemente si vive durante l’infanzia. Alla fine della seconda stagione Chucky ha traviato la ragazzina ed è interessante vedere come lei si limiti semplicemente ad assistere ai suoi omicidi, come una ragazza che guarda i suoi amici sperimentare le droghe per respirare un’atmosfera diversa che la faccia sentire adulta, ma la domanda è: si tratta soltanto di una fase oppure Caroline cadrà definitivamente nell’oscurità? Tutto ciò è anche uno spunto per inserire splendidi tratti da comedy horror, come Caroline che si copre le orecchie appena Chucky dice delle parolacce dopo aver appena assistito con scioltezza ad omicidi truculenti.

La routine di Chucky contribuisce ad espandere la mitologia della saga, mostrando un mondo in cui esistono esperti di Vudù che si nascondono nella società come delle sette attraverso elementi bizzarri, come la sala d’attesa di un medico (il quale è un misto tra un esperto di magia ed uno scienziato) con persone che desiderano risolvere i loro problemi attraverso incantesimi e riti lugubri. Tale atmosfera è un esilarante rimando alla sala d’attesa dei morti di Beetlejuice: Spiritello Porcello e alimenta quella che ormai è una realtà che si mischia alla fantasia del genere horror in spunti geniali e divertenti. Non si può non ridere quando si vede Chucky con il camice da paziente mentre chiede al medico un rimedio per la sua maledizione come una semplice ricetta. Questi elementi bizzarri diventano ancora più intelligenti quando Chucky commette un omicidio clamoroso in un suo sogno: la macchina da presa mostra agli spettatori quello che la bambola desidera dalla nascita della saga ed è un modo per sfogare una scena che si sono immaginati tutti, simile a quelle domande che almeno una volta ci si è chiesti fin da bambini come “Cosa succederebbe se Willy Coyote riuscisse ad acchiappare finalmente Beep Beep?“, le quali spesso ottengono risposta soltanto da parodie come I Griffin ed invece Don Mancini è talmente pazzo da permettere di trasporre visivamente tale risposta persino in questa serie.

Chucky: la recensione della terza puntata della terza stagione

L’invecchiamento nella terza puntata di Chucky 3

La puntata ripercorre anche numerose azioni commesse da Tiffany non solo nella serie, ma anche nei celebri La Sposa Di Chucky e Il Figlio Di Chucky, riallacciandosi a dove tutto è iniziato per il personaggio durante il processo. Si tratta di un modo molto intelligente per ricordare da dove viene la saga, con il personaggio della killer che forse ormai sta per terminare il suo cammino iniziato in questo franchise. Inoltre la bizzarria della saga continua nel momento in cui Tiffany sfila al processo come se fosse ad una cerimonia di gala, godendosi i suoi ultimi momenti di fama e mostrando come il personaggio non abbia mai saputo resistere all’attenzione mediatica che aveva quando vestiva i panni di Jennifer Tilly (continuando i rimandi metacinematografici iniziati nel quinto lungometraggio). Molto interessante anche il momento in cui Nica continua a desiderare di fare del male a Tiffany, ridendo per qualsiasi sofferenza dopo che la killer le ha amputato braccia e gambe alla fine della prima stagione, mostrando come un lato oscuro sia presente in qualsiasi persona e fa quasi cambiare la prospettiva allo spettatore a seconda di chi sia ad esprimerlo: come si può non provare soddisfazione per la sofferenza di Tiffany dopo che quest’ultima ha reso la vita di Nica un inferno? Persino la stessa Tiffany sembra riconoscerlo quando osserva la sua ex “amata” con la sedia a rotelle. Si tratta di un tema che Don Mancini ripercorre dall’inizio della serie, così come la corruzione giovanile.

In tutto ciò la creatività della sceneggiatura continua a sorprendere, mostrando per la prima volta Chucky che comincia ad invecchiare. Questa cosa è molto interessante dal momento che il personaggio, avendo bisogno soltanto della voce (in questo caso quella del grande Brad Dourif) ed essendo un mostro fatto di gomma, è l’icona horror per eccellenza per la quale il tempo può non trascorrere, soprattutto con le sue continue resurrezioni che sono andate avanti sia nei film che nella serie. Per questo vedere Chucky che si ricorda come, nonostante i suoi passaggi continui nell’aldilà, lui sia sempre un uomo, mostra non solo il trascorrere della vita che prima o poi contamina anche lui, ma sembra anche un pregevole rimando su come prima o poi anche il suo arco narrativo dovrà avere una sua fine, esattamente come tutte le cose. Infine è una grande frecciata il fatto che Chucky scelga la Casa Bianca come casa simbolo di tutti i mali del mondo, spiegando a Caroline come, nonostante le apparenze, l’edificio sia stato luogo in cui è stato deciso il destino di milioni di persone innocenti che sono morte nelle guerre internazionali e nella povertà americana. Riferimenti sottili che mostrano come spesso la saga tocchi temi politici attuali. Il terzo episodio della terza stagione di Chucky, con i suoi omicidi ben realizzati insieme a diversi dialoghi originali e sorprendenti, tocca uno dei migliori momenti di tutto il franchise. In diverse scene la puntata vuole riflettere su quanto la saga sembri aver raggiunto il viale del tramonto ma che invece, dopo quarant’anni, abbia ancora tanto da dare.

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