Articolo pubblicato il 20 Ottobre 2024 da Arianna Casaburi
Presentato in anteprima al Toronto Film Festival 2023, Woman of the Hour segna l’esordio alla regia dell’attrice Anna Kendrick, volto e voce celebri dei film Pitch Perfect, che ha scelto di realizzare come suo primo lavoro dietro la macchina da presa la trasposizione di una storia vera. Seguono la trama e la recensione di Woman of the Hour, il film del 2023 di e con Anna Kendrick in streaming su Netflix dal 18 ottobre 2024.
La trama di Woman of the Hour: di cosa parla il film di e con Anna Kendrick?
Il film del 2023 Woman of the Hour, primo lavoro dietro alla camera dell’attrice Anna Kendrick, è un giallo drammatico tratto da un fatto realmente accaduto alla fine degli anni ’70 in America, la cui sceneggiatura è stata scritta da Ian MacAllister McDonald. Di seguito si riporta la sinossi del film Woman of the Hour, diretto e con Anna Kendrick:
Al centro della storia che racconta un fatto realmente accaduto nel 1978 troviamo il serial killer Rodney Alcala (Daniel Zovatto), che negli anni Settanta commise una serie di omicidi fingendosi fotografo di moda per attirare giovani aspiranti modelle e attrici nella sua trappola mortale. Dopo essere stato scarcerato, l’uomo partecipa a un noto programma televisivo, Il gioco delle coppie. Una donna deve scegliere tra tre aspiranti pretendenti nascosti da un muro che li divide, il vincitore si aggiudica un viaggio in compagnia della concorrente. Il destino di Cheryl Bradshaw (Anna Kendrick), attrice squattrinata in cerca di visibilità, è quello di partecipare alla puntata in cui era presente il serial killer, e di scegliere proprio lui…

La recensione di Woman of the Hour: un mix perfetto tra storia vera e denuncia
Il 2024 è giunto quasi al termine e si può affermare che è stato un anno che ha portato con sé dei buoni esordi alla regia femminili da parte di figure del mondo del cinema che non si erano mai messe in gioco dietro la camera. Dopo quello di Zoë Kravitz con il suo sorprendente Blink Twice, su Netflix è approdato il film del 2023 Woman of the Hour, primo lavoro da regista dell’attrice Anna Kendrick, che appare nel film come protagonista del giallo. Il lungometraggio promette bene fin dal suo inizio: con un montaggio originale, Anna Kendrick sceglie di assemblare le due linee narrative del personaggio femminile da lei interpretato e quello della storia vera del killer di donne rendendole indissolubili grazie a elementi che vanno a comunicare tra di loro per fonderle insieme. Il punto di forza di Woman of the Hour risiede proprio nel racconto che ne risulta nella sua totalità, non solamente filtrato dalla mente omicida dell’assassino con un profilo psicologico ben ricostruito, ma soprattutto per la rappresentazione della violenza vissuta dallo spettatore così come realmente vissuta sulla pelle stessa delle vittime.
Dato che si tratta di una storia vera, lo scopo principale di un film del genere sarebbe stato quello di riportare i fatti così come accaduti nella realtà in tutta la loro linearità temporale. Tuttavia, così facendo, la narrazione sarebbe risultata “noiosa” e forse alquanto pesante da seguire per lo spettatore, propinandogli gli eventi dei femminicidi uno dietro l’altro come se fossero il fulcro cardine del lungometraggio. Al contrario, la scelta di costruire la diegesi filmica tramite salti temporali tra il presente del racconto e i flashback risalenti agli anni precedenti, in cui si riportano alcuni omicidi commessi per mano del killer sulle donne da lui adescate con la scusa di volerle solamente fotografare, risulta una tecnica originale che rende la visione scorrevole e al contempo ascendente per la tensione e che concentra il focus dell’attenzione più sull’atto della rappresentazione della violenza per denunciare.
L’unico aspetto che forse stride un po’ e che sembra non trovare un suo posto all”interno di questa costruzione narrativa è il ruolo di quella che dovrebbe essere la protagonista, ossia la stessa regista Anna Kendrick, che passa in secondo piano se non fosse per la sua parte nel programma televisivo di incontri, ma di cui comunque non se ne comprende appieno la funzione o almeno l’utilità nel racconto. Nonostante ciò, Woman of the Hour resta un esordio alla regia notevole, da ricordare, perché propone la coesistenza in un giusto equilibrio della volontà sia di raccontare una storia vera che merita di essere conosciuta che di offrire uno sguardo critico e di denuncia verso un fatto di cronaca a suo tempo sottovalutato e addirittura che indirettamente è stato incentivato dall’indifferenza comune e delle forze dell’ordine.