Parthenope: le frasi più belle del film di Paolo Sorrentino

Il cinema di Paolo Sorrentino è da sempre intriso di numerose frasi, citazioni e riferimenti particolarmente audaci. Anche in Parthenope sono presenti diverse frasi da ricordare: ma quali sono le migliori?

Articolo pubblicato il 27 Ottobre 2024 da Bruno Santini

Parthenope di Paolo Sorrentino è un film che ha fatto tantissimo parlare di sé e che, soprattutto, ha portato gli spettatori a discutere in virtù di una serie di elementi. Il lungometraggio, che vede Celeste Dalla Porta protagonista in un cast che prevede anche le presenze di Silvio Orlando, Gary Oldman e Stefania Sandrelli, spicca sicuramente per una grande quantità di dettagli che non saranno sfuggiti allo spettatore e che hanno fatto riflettere per la loro intensità, oltre che per il loro trattamento: tra questi, non si può fare a meno di notare quanto peso abbiano le citazioni nel film di Paolo Sorrentino. Ma quali sono le frasi più belle presenti in Parthenope?

L’importanza delle frasi di Parthenope

Uno dei motti che vengono ripetuti in Parthenope di Paolo Sorrentino è relativo all’avere sempre la risposta pronta da parte della ragazza; inevitabilmente, più che in altri film di Paolo Sorrentino, in Parthenope il peso e l’importanza delle frasi è molto elevato e, soprattutto, fa discutere. In molti sostengono che quello di Sorrentino sia un contenitore vuoto, atto soltanto a introiettare pensieri ed espressioni del regista napoletano, mentre altri protendono per il capolavoro soprattutto per quelle frasi stesse di Parthenope. Ma di quali parliamo?

Le migliori frasi e citazioni in Parthenope di Paolo Sorrentino

Nel definire quali siano le migliori frasi e citazioni in Parthenope di Paolo Sorrentino, è importante sottolineare in che momento del film arrivano, da chi sono pronunciate e qual è il loro significato. Le frasi più belle di Parthenope sono di seguito indicate:

  • Il porridge è una sfida […] Sa di mogano: frase pronunciata, in una delle battute iniziali, dal Comandante, rappresentazione del politico Achille Lauro. Trattasi, naturalmente, di uno sfottò a quella cultura culinaria inglese e americana che viene rappresentata dalla madre di Parthenope, a cui si richiederebbe una qualche preparazione più napoletana, come braciole o ragù;
  • La bellezza è come una guerra, spalanca le porte: si tratta di una delle tante citazioni che derivano direttamente dal personaggio di John Cheever, interpretato da Gary Oldman. Trattasi del primo che tenta di indirizzare Parthenope verso una strada di “conquista” del mondo attraverso la sua bellezza, che le permetterà di ottenere tutto ciò che vuole;
  • Posso innamorarmi di lei?: a proposito dell’incontro tra Parthenope e John Cheever, la domanda che pone la ragazza è molto significativa, considerando soprattutto la risposta dello scrittore, che le confessa di amare gli uomini. Come sottolineato dalla storia vera di John Cheever, in effetti, lo scrittore era bisessuale e ciò venne scoperto dopo la sua morte, in virtù di alcune lettere che erano state da lui scritte;
  • Lo senti? L’odore degli amori morti: altra frase che viene pronunciata da John Cheever, in preda ad un suo delirio alcolico; l’uomo parla a Parthenope dopo che questa legge, di sfuggita, alcune delle pagine dei suoi racconti;
  • – Ho letto tutti i suoi racconti
    – La vita è piena di sventure
    :
    ultimo tra i dialoghi sicuramente meritevoli di menzione, a proposito del rapporto tra Parthenope e John Cheever, riguarda il momento in cui la ragazza conosce lo scrittore che aveva già avuto modo di leggere nella sua vita. Con la sua sottile ironia, John Cheever poi aggiungerà che non vuole rubarle neanche un secondo della sua giovinezza e che, per questo, i due non approfondiranno la loro conoscenza;
  • Io non la giudicherò mai. Lei non mi giudicherà mai. Le piace questo patto?: con questa frase viene introdotto un altro personaggio molto importante all’interno del film Parthenope, il Devoto Marotta di Silvio Orlando. A lui si deve anche un altro dialogo molto irriverente (Lei sa tutto, 30 – Io non so cos’è l’archeologia – Allora 30 e Lode) e, soprattutto, la costruzione di una figura che sarà determinante nella vita e nella carriera di Parthenope, nel contesto accademico e non solo;
  • – Perché non è venuto?
    – È morto 6 anni fa
    – E putev venì o stess
    : altro personaggio importantissimo, benché sia presente per poco tempo all’interno del film in termini di minutaggio, è quello di Greta Cool, per il quale è stato riscontrato un certo tipo di ispirazione a Sophia Loren, soprattutto nell’estetica. Interpretata da Luisa Ranieri, la Greta Cool è una donna sfacciata, volutamente aggressiva e volgare, che ha trovato la sua fortuna altrove e che ripudia Napoli e il suo popolo, come indicato successivamente;
  • Camminate a braccetto con l’orrore e non lo sapete: una delle frasi presenti nel bellissimo monologo di Greta Cool contro la città di Napoli. La costruzione così marcata dell’invettiva rappresenta quasi un marchio di fabbrica nel cinema di Paolo Sorrentino, come dimostrato da alcuni monologhi quali quello di Jep Gambardella in La grande bellezza o quello della Veronica Lario di Elena Sofia Ricci in Loro;
  • Raimondo confondeva l’irrilevante con l’indicibile: il suicidio di Raimondo rappresenta uno dei momenti più importanti del film, soprattutto per la colpevolizzazione successiva di Parthenope. In questo dialogo con Sandrino, il ragazzo chiede a lei perché pensi soltanto ad avere la risposta giusta, dunque lei risponde che non c’è nulla di sensato a dire soltanto qualcosa di vero;
  • – Gli amori giovanili non sono serviti a niente
    – Non è vero, sono serviti a donarci l’illusione della spensieratezza
    : con questo dialogo, ancora tra Sandrino e Parthenope, si stabilisce uno dei punti cardine del film di Paolo Sorrentino, il ritorno alla gioventù che viene trattata attraverso il personaggio etereo ed evanescente di Parthenope. Trattasi di una riflessione molto amara, compiuta dal regista, che sembra quasi rinnegare quelle esperienze vissute ritenendole vane ed effimere;
  • Agli insegnanti basta essere avanti agli studenti di un solo argomento. Lo sa chi l’ha detto questo? Billy Wilder, un antropologo: da sempre il cinema di Paolo Sorrentino è ricco di citazioni e riferimenti che vengono offerti a dimostrazione della cultura del regista e della sua profonda passione per un certo tipo di cinema. La citazione a Billy Wilder, realizzata da Devoto Marotta, è sicuramente un elemento in grado di confermarlo, nel momento in cui Parthenope tenta di seguire la sua vocazione che la porterà a diventare una docente universitaria;
  • – Il cattolicesimo; la libertà non passa per le porte
    – E per dove passa?
    – Non passa
    : il clima dissacrante che viene stabilito nei confronti della religione è un altro dei cavalli di battaglia del cinema di Paolo Sorrentino e, per questo motivo, il trattamento del vescovo Tesorone appare piuttosto indicativo nella rappresentazione del miracolo (o truffa, come detto dalla stessa Parthenope) di San Gennaro, colto nel suo mistero. Nel restituire il clima claustrofobico di una chiesa con tante finte porte, si sottolinea quanto il cattolicesimo sia una religione a senso unico, che lascia poco spazio ai propri fedeli;
  • Alla fine della vita resterà solo l’ironia: una frase profondamente sorrentiniana, che viene pronunciata ancora una volta da Tesorone, altro personaggio molto importante all’interno del film, che risponde a quella battuta che era stata pronunciata da Parthenope a proposito del tesoro di San Gennaro;
  • – Che cosa ti piace di una donna?
    – La schiena, il resto è solo pornografia
    : altra frase che viene pronunciata da Tesorone e altro elemento che sembra rimandare al Paolo Sorrentino scrittore, di cui si ritrovano indizi nel romanzo Hanno tutti ragione; quello del vescovo è probabilmente il personaggio più delineato e concreto che derivi dalla penna di Paolo Sorrentino, soprattutto nella sua “arte della seduzione” che poi porta alla tanto polemizzata scena del rapporto sessuale con Parthenope, e allo scioglimento del sangue di San Gennaro che coincide con l’orgasmo di lei;
  • Forse è stato meraviglioso essere ragazzi: benché anche questa piuttosto ridotta in termini di minutaggio, la rappresentazione della Parthenope adulta è molto importante nel riuscire a restituire il confronto tra le due donne del film di Paolo Sorrentino. Quella che accetta di vivere a Trento per 40 anni (come vedete mi piace lo speck, dice alle sue studentesse che le chiedono il motivo) è ormai una donna disillusa, ma non disperata nella sua ricerca, che ripensa al passato con nostalgia e che riqualifica alcune scelte;
  • L’amore è provare a sopravvivere: è una costante all’interno di tutto il film, attraverso la domanda “a che cosa stai pensando?” che le viene posta più volte. Alla fine, il pensiero che viene formulato da Parthenope (che intanto ha ottenuto una risposta, l’archeologia è vedere e vedere è l’ultima cosa che si impara nella vita) appare molto netto e chiaro, eppure frutto di un’intera esistenza che, come le era stato suggerito da Devoto Marotta, l’ha portata a spogliarsi di emozioni, desideri e pensieri superflui;
  • E comunque Dio non ama il mare. Dio non ama il mare, ricordatevelo. Arrivederci: è l’ultima delle frasi presenti in Parthenope di Paolo Sorrentino, quasi un emblema ennesimo di quella forte ironia del regista e scrittore napoletano, che sfata così uno di quei luoghi comuni sulla cultura partenopea, quasi mettendo un definitivo punto alla sua opera di (dis)sacralità compiuta nel film, salutando lo spettatore in maniera sagace.