Articolo pubblicato il 1 Novembre 2024 da Vittorio Pigini
Figura tanto raccapricciante e respingente quanto psicologicamente affascinante ed intrigante, la figura del serial killer nel cinema è sempre stata una costante nel panorama thriller-horror. Fin dai suoi primi decenni di vita, infatti, gli autori di efferati delitti sono entrati sempre di più nella storia del cinema, partendo da opere di fantasia fino ad arrivare a contatti diretti con drammatici fatti di cronaca nera. Il cinema con il serial killer non è effettivamente un vero e proprio sottogenere, come per lo slasher o il poliziesco, ma da archetipo narrativo presenterebbe alcune peculiarità da poter riscontare. Ecco di seguito i migliori film con il serial killer.
I migliori film con e sul serial killer
La figura del serial killer è entrata precocemente nella storia del cinema, fin dall’era del muto, dove personaggi di fantasia hanno portato ad opere come Il gabinetto del dottor Caligari o le varie trasposizioni di Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde ad esempio e molti altri. Continuando a rimanere un’icona costante nel cinema, la figura del serial killer ha acquisito sempre più elementi tecnici e narrativi arrivando ad avvicinarsi a diventare un vero e proprio sottogenere, restando comunque un archetipo in grado di introdurre visioni da horror psicologico, da slasher, da investigativo e poliziesco.
Principalmente ci si trova così dinanzi ad un personaggio dalla profonda instabilità, il quale si rende protagonista di delitti efferati per i quali verranno coinvolti istituti psichiatrici e/o le forze di polizia, portando ad incalzanti indagini sulla sua cattura. Letali assassini che diventano veri e propri oggetti di studio, dal punto di vista psicologico ed emotivo, per dei personaggi nati esclusivamente come frutto di fantasia o tratti da reali vicende di cronaca nera. Questi si sono poi resi protagonisti di alcuni film indimenticabili che hanno segnato la storia del cinema, ed ecco di seguito i migliori film con il serial killer.

M – Il mostro di Düsseldorf, di Fritz Lang – 1931
Tra i primi grandi serial killer della storia del cinema rientra sicuramente l’Hans Beckert di Peter Lorre, in uno dei capolavori del maestro Fritz Lang ovvero M – Il mostro di Dusseldorf. Il regista di Il dottor Mabuse, I nibelunghi e Metropolis realizza un pilastro immortale per il genere, per una perfezione stilistica che farà scuola nel campo del noir, del poliziesco e del thriller. Si tratta inoltre del primo film sonoro per Fritz Lang, che infatti sfrutta appieno questa nuova tecnica cinematografica rivoluzionando di fatto il modo di concepire l’opera. Traendo ispirazione da reali fatti di cronaca nera nella Germania degli anni ’20, il film di Fritz Lang si tramuta in una caccia all’uomo che permette di estrapolare la pericolosità, l’ipocrisia e l’imprevedibilità di una società che stava entrando nell’epoca nazista.
Psyco, di Alfred Hitchcock – 1960
Si fa un bel balzo in avanti di 30 anni con un altro titolo che, oltre a rientrare a pieno titolo tra i migliori film con il serial killer, riesce a spingersi anche oltre. Lo Psycho di Alfred Hitchcock resta ancora oggi uno dei migliori film di sempre, con il suo inestimabile contributo artistico apportato tanto dalla tecnica stilistica del suo regista quanto, anche e soprattutto, dalla prova iconica di Anthony Perkins nel ruolo di Norman Bates. Tratto dall’omonimo romanzo di Robert Bloch, il personaggio è infatti uno dei più importanti ad ispirarsi alla reale vicenda legata al celebre serial killer Ed Gein, addentrandosi qui in un profilo psicologico fortemente stratificato.
L’occhio che uccide, di Michael Powell – 1960
Lo stesso anno dell’apparizione del Norman Bates di Anthony Perkins, in Gran Bretagna ad uscire nelle sale è invece L’occhio che uccide (in originale Peeping Tom) diretto da Michael Powell. Continuando il discorso sopracitato, circa la complessità psicologica ricercata per il protagonista (in questo caso il Mark Lewis di Carl Boehm), l’opera di Powell riesce ad intrecciare il profilo del serial killer ad una profonda analisi metacinematografica sul ruolo dello sguardo. Una visione che non evitò di creare scandalo, l’azione da parte della censura ed un freddo accoglimento da parte della critica, per un film andato riscoperto nel tempo per il suo fondamentale contributo apportato nel genere.
Profondo rosso, di Dario Argento – 1975
Tra i migliori titoli del c.d. “giallo all’italiana”, Profondo Rosso di Dario Argento resta uno dei più iconici ed importanti nella filmografia del regista di Suspiria e L’uccello dalle piume di cristallo. Giallo sì, ma il film del 1975 segnerebbe in un certo modo l’opera di passaggio alla fase più strettamente orrorifica dell’autore, la quale verrà inaugurata proprio dal Suspiria del 1977. Le indimenticabili musiche dei Goblin e gli effetti speciali spingono il valore di Profondo Rosso, il quale si bagna del sangue di una storia di morte e mistero che vede protagonisti David Hemmings e Daria Nicolodi.

Manhunter – Frammenti di un omicidio, di Michael Mann – 1986
Al suo terzo film, il regista Michael Mann scrive e dirige un thriller serrato e fortemente avvincente, che introdurrà sul grande schermo quella che, a breve, diventerà una potentissima maschera per il cinema, ovvero quella di Hannibal Lecter. La regia di Mann mette in scena con Manhunter una glaciale indagine sulle tracce del serial killer, la quale si trasforma rapidamente in una guerra di nervi del suo stesso protagonista, interpretato da William Petersen, alle prese con una condizione fisica e mentale che si fa sempre più insostenibile.
Il silenzio degli innocenti, di Jonathan Demme – 1991
Se il film di Michael Mann, tratto dal romanzo Red Dragon di Thomas Harris, introduce il personaggio di Hannibal Lecter, Il silenzio degli innocenti di 5 anni dopo sfrutta il personaggio per arrivare ad un successo fuori scala. Un risultato epocale, quello raggiunto dal più importante film nella filmografia di Jonathan Demme, che riesce a conquistare 5 premi Oscar su 7 candidature, tra i quali – oltre a Miglior Film – rientra anche il Miglior attore protagonista ad Anthony Hopkins, proprio per la sua prova nei panni di Lecter, nonostante abbia appena 24 minuti di apparizione nel film. Quello con il titolo originale The Silence of the Lambs è diventato immediatamente un cult irrinunciabile, nonché inevitabilmente uno dei migliori film con il serial killer.
Scream, di Wes Craven – 1996
Se è vero che il cinema con il serial killer comporti determinate regole cinematografiche anche e soprattutto dal punto di vista narrativo, è anche vero che più delle volte tale archetipo si intrecci indissolubilmente con il sottogenere dello slasher. A tal proposito, è difficile lasciare fuori da questa classifica un film come lo Scream di Wes Craven che, sotto diversi aspetti, ha contribuito a rivoluzionare il genere horror a finir di secolo. A muovere la trama del cult targato 1996 è, infatti, l’indagine sulla scia di morte perpetuata da un misterioso serial killer nella cittadina di Woodsboro, con tanto di un finale a sorpresa e sicuramente iconico per il cinema horror. Ad impreziosire l’opera di Craven è poi il suo mirabile registro ironico e sarcastico, che porta avanti un esercizio metacinematografico ammirevole e che ha fatto inevitabilmente scuola.
Memories of Murder, di Bong Joon-ho – 2003
La morbosità legata alla figura del serial killer, tuttavia, non è ovviamente “solo” una questione americana ed europea, con il cinema asiatico che ha saputo dire la sua a gran voce anche per questa speciale categoria. Tra gli esempi più illustri in tal senso rientra sicuramente uno dei capolavori scritti e diretti dal regista sudcoreano Bong Joon-ho, il quale incontrerà il pieno successo internazionale solo con Parasite, ma che con Memories of Murder iniziò a lasciare fin dal suo secondo film un segno indelebile nella Settima Arte. Una serrata caccia all’uomo ricca di depistaggi e colpi di scena, con il regista che instaura un’incisiva critica istituzionale attraverso il cinema dei grandi.

Halloween – The Beginning, di Rob Zombie – 2007
Tornando al riferimento appena riportato con Scream riguardo il cinema slasher, uno dei più grandi esponenti di questo lacerante sottogenere resta sicuramente l’immortale Halloween di John Carpenter. Tuttavia, in questa speciale classifica legata principalmente alla figura del serial killer, il remake di Rob Zombie potrebbe essere più adatto al compito, proprio per la speciale analisi psicologica e sociale restituita dal “mostro” protagonista. Oltre infatti ad una violenza visiva dissacrante ed un lavoro encomiabile nella costruzione della scena, Halloween – The Beginning si sofferma infatti profondamente nell’evoluzione psicologica di Michael Myers, mostrando di fatto una frattura personale ed emotiva che forse, il capolavoro del 1978, non presenta (e non necessita di presentare).
Zodiac, di David Fincher – 2007
Pensando ai migliori film con il serial killer, il titolo che forse salta più rapidamente all’attenzione potrebbe essere proprio il conturbante Zodiac di David Fincher. Ciò non solo per via del soggetto in questione, ovvero uno dei criminali più celebri di sempre dopo Jack lo Squartatore (ovvero il Killer dello Zodiaco), ma anche per la peculiare e minuziosa indagine investigativa portata avanti dal personaggio di Jake Gyllenhaal all’interno del film. La caccia al serial killer diventa così un gioco di indizi, di particolari, di intuizioni, uno schema da dover decifrare e risolvere nella piena corsa contro il tempo di perdere altre vite. Un film che di fatto diviene un vero e proprio emblema del cinema thriller, giallo e poliziesco.
I Saw the Devil, di Kim Ji-woon – 2010
Tornando nel mistico Oriente ma rimanendo nell’ottica della “caccia all’uomo”, il sensazionale I saw the devil di Kim Ji-woon tuttavia adotta una strategia intrigante nell’indagine per la cattura del serial killer. Senza dover citare l’incredibile perizia tecnica architettata dal regista nella composizione delle immagini, nella scansione del montaggio e nell’immersione del sonoro, il film si presta ad un revenge-movie pronto a cambiare le sue traiettorie. Sul confine morale del senso di giustizia nella ricerca privata, I saw the devil è infatti pronto a mescolare le carte in tavola, su chi sia il personaggio inseguitore e chi quello inseguito, contando anche e soprattutto sulle incredibili interpretazioni dei suoi protagonisti.
La casa di Jack, di Lars von Trier – 2018
Il film con il serial killer comporta quindi degli elementi essenziali, come la ricerca investigativa (più o meno marcata ed istituzionalizzata) che porti alla cattura di un omicida seriale, senza dimenticare il suo gioco di nervi nel cercare di entrare nella sua mente per individuare la sua prossima mossa. Spostando infatti il punto di vista, La casa di Jack di Lars von Trier potrebbe essere il manifesto del film Sul serial killer. Il personaggio interpretato magneticamente da Matt Dillon è infatti il protagonista dell’opera, con il regista che scandaglia il subconscio del protagonista attraverso i suoi “incidenti”, portando su schermo una ricerca artistica, poetica ed estremamente violenta della crudeltà della vita.