Il Gladiatore 2: le frasi più belle del film di Ridley Scott

In Il Gladiatore 2 di Ridley Scott sono tanti i momenti notevoli, che meritano di essere citati, e che vengono sottolineati da alcune delle frasi più belle del film: ma quali sono le migliori?
Il Gladiatore 2: le frasi più belle del film di Ridley Scott

Articolo pubblicato il 15 Novembre 2024 da Bruno Santini

Il Gladiatore 2 è il tanto atteso sequel del celebre film di Ridley Scott, in grado di portare a casa ben 5 Premi Oscar e di fare la storia del cinema contemporaneo. Il lungometraggio, con Paul Mescal protagonista, annovera nel suo cast altri attori di grande livello, come Pedro Pascal, Joseph Quinn e soprattutto Denzel Washington; i personaggi costruiti, accanto all’epica della narrazione, permettono di rendere sullo schermo un film sicuramente molto importante sotto tutti i punti di vista, per il quale sono molto importanti anche le frasi: ma quali sono le più belle da citare?

L’importanza delle frasi più belle di Il Gladiatore 2

Così come avveniva anche per il primo film, in Il Gladiatore 2 sono tantissime le frasi che meritano di essere sottolineate, la cui importanza è certamente sotto gli occhi di tutti: Ridley Scott si lancia in un’opera sicuramente molto complessa, per significato storico e per portata generale, con un senso dell’epica che si percepisce in più elementi e che permette di comunicare allo spettatore il grande amore per una materia che l‘ha reso definitivamente celebre nel 2000. In questo senso, le frasi più belle di Il Gladiatore 2 sono il viatico esatto per il suo successo.

Le migliori frasi di Il Gladiatore 2 e le citazioni più belle del film

A questo punto, non resta che citare quali sono le migliori frasi di Il Gladiatore 2 e le citazioni più belle del film, che seguono:

  • Ovunque tu sia, io sarò: frase pronunciata da Arishat, moglie di Annone/Lucio all’inizio del film, prima della battaglia degli uomini della Numidia contro Acacio;
  • Pregate che il vostro Dio sia con voi. Se non lo è, non è un Dio: la grande capacità di gestire l’esercito da parte di Annone/Lucio si nota anche e soprattutto dal modo di parlare loro, come dimostrato da questa frase con la quale tenta di indirizzare gli uomini verso la vittoria;
  • Roma ha così tanti cittadini, deve sfamarli
    – Che si nutrano di guerra!
    : Acacio, interpretato da Pedro Pascal, non condivide la politica belligerante degli imperatori e vorrebbe convincerli a frenare la loro sete di guerra, apparentemente non riuscendo nel suo obiettivo, dal momento che Geta gli anticipa che tra le future guerre da combattere ci sono anche quelle in Persia e India;
  • L’arena trasforma gli schiavi in Gladiatori e i Gladiatori in uomini liberi: frase pronunciata da Macrino ad Annone/Lucio, per convincerlo a combattere nel teatro più importante di Roma, riprendendo la medesima frase che anche Massimo ascoltò dal suo padrone nel primo film;
  • La violenza è la lingua universale: ancora una volta Macrino, nell’esporre quella che è la sua visione della lotta costante, dopo aver identificato quello che è il vero e proprio motore dell’azione di Annone/Lucio, la rabbia;
  • Facile è scendere nell’Averno, giorno e notte la porta di Dite è aperta; ma ritornare sui propri passi e uscire alla luce, qui sta lo sforzo e la difficoltà: questa frase, pronunciata da Annone/Lucio all’interno del film, cita Virgilio e le sue parole nel sesto canto dell’Eneide, a dimostrazione sia della grande cultura del giovane Gladiatore, sia delle sue origini romane, che gli permettono di impressionare – anche se non lo comprende davvero, essendo rappresentato come molto ignorante – l’imperatore Geta;
  • Perché ti interessa il mio passato se il mio futuro è morire per te nell’arena?: avendo compreso le reale intenzioni di Macrino, Annone/Lucio lo provoca quando questi gli chiede quali siano le sue origini;
  • Ciò che facciamo in vita riecheggia nell’eternità: altra frase che cita il primo film, pronunciata dal medico Ravi, poi fondamentale alleato nella lotta del figlio di Massimo Decimo Meridio;
  • La miglior vendetta è essere diversi da chi ha compiuto l’ingiuria: il personaggio di Macrino è particolarmente sfaccettato e lo dimostra con la volontà di ottenere tutto ciò di cui è stato privato in vita, essendo stato schiavo in passato; per questo motivo, il suo obiettivo è quello di ottenere il dominio della città di Roma;
  • Ti prego, imperatore Geta. Torturami, se vuoi, ma non farmi la paternale: quando Acacio viene scoperto nella sua volontà di ordire contro l’impero, rivela tutto il suo disprezzo nei confronti degli imperatori Geta e Caracalla, rappresentati sempre più come preda di lusso e follia;
  • Io sono un vaso, colmatemi di vendetta: a proposito di vanagloria e follia, la frase pronunciata da Geta nell’ambito dello scontro tra Acacio e Annone/Lucio;
  • Hai comprato un gladiatore, non uno schiavo. La volontà è mia: quando Annone/Lucio comprende che Macrino vorrebbe servirsene come strumento di potere, ribadisce la sua ferrea volontà di non essere subordinato al suo volere. Lo scontro tra i due appare, per questo motivo, inevitabile;
  • Forza e onore: il moto che Lucilla e Lucio condividono, nonché la frase con cui l’uomo tenta di guidare gli altri Gladiatori verso la libertà;
  • Roma deve cadere. Mi basta darle una spinta: Macrino è sul punto di ottenere il massimo potere possibile, essendo di fatto unico console di Roma con Caracalla imperatore e completamente soggiogato all’uomo, il cui unico volere è distruggere l’intero impero;
  • Io sono Lucio Vero Aurelio, il principe di Roma: la frase con cui Lucio chiede a Ravi di annunciare, alle legioni di Acacio, la ferrea volontà di rovesciare l’impero romano e ristabilire la pace;
  • Legno o ferro, una lama è una lama: con questa citazione, Lucio uccide il suo carceriere servendosi dello strumento che avrebbe significato il suo essere affrancato come Gladiatore;
  • Dove c’è morte non ci siamo noi. Dove siamo noi non c’è morte: frase citata anche all’inizio del film, trattasi del motto degli uomini della Numidia, nonché dei Gladiatori.