Nina è la prova che il western sanguina ancora e grida vendetta

La recensione di Nina, il film drammatico-thriller di Andrea Jaurrieta del 2024: solo estetica e simbolismo o un western femminile che funziona?
Recensione Nina film 2024 Andrea Jaurrieta

Articolo pubblicato il 24 Novembre 2024 da Arianna Casaburi

Al suo secondo lungometraggio dopo il dramma psicologico Ana by Day del 2018, la regista spagnola Andrea Jaurrieta torna a concentrarsi sulla rappresentazione del mondo di una figura femminile ancora una volta che cerca riscatto dalla sua vita, che ha sete di vendetta e che è intenzionata di soddisfare nel dramma thriller Nina del 2024, presentato in anteprima italiana in Concorso nella sezione Lungometraggi nella 42esima edizione del Torino Film Festival. Seguono la trama e la recensione di Nina, il film del 2024 di Andrea Jaurrieta con protagonista Patricia López Arnaiz.

La trama di Nina, il film di Andrea Jaurrieta con Patricia López Arnaiz

Prima di passare alla recensione, appare opportuno riportare la trama di Nina, il film drammatico-thriller del 2024 della regista spagnola Andrea Jaurrieta con protagonista Patricia López Arnaiz nei panni della figura femminile centrale – che dà il nome al titolo – che torna dopo anni e anni nella sua città natale in cerca di vendetta personale verso l’uomo che nella sua adolescenza le ha inflitto violenza psicologica e fisica. Di seguito si riporta la trama di Nina, il secondo lungometraggio di Andrea Jaurrieta del 2024 in Concorso nella sezione Lungometraggi al TFF 42.

Nina decide di tornare nella città costiera dove è cresciuta, con un fucile a pompa nella borsa e un obiettivo chiaro: vendicarsi di Pedro, un famoso scrittore a cui la città ora rende omaggio. Questo ritorno alle sue origini e ai ricordi del passato e l’incontro con Blas, un amico d’infanzia, la porteranno a chiedersi se la vendetta sia davvero l’unica opzione.

La recensione di Nina: un western tutto al femminile che sanguina ancora

Non è mai facile rappresentare una tematica delicata come quella della violenza sulle donne, o meglio lo è a livello teorico e basta osservare la quantità di prodotti realizzati che però non danno giustizia o affrontano in modo superficiale e stereotipato l’argomento, finendo per ridicolizzarlo terribilmente al punto da sottrargli sempre di più importanza. Di fatto, una buona sensibilizzazione su questi temi sembra possibile solo se ci si trova in presenza di un prodotto che aggiunge, che dia effettivamente nel concreto qualcosa di più e faccia riflettere sulla questione, come per esempio potrebbe esserlo Una donna promettente di Emerald Fennell. Questo è il caso di Nina, il secondo lungomentraggio della regista spagnola Andrea Jaurrieta, già collaboratrice del collega e connazionale Pedro Almodóvar, che rivisita il genere cinematografico del western in chiave tutta al femminile donando alla tematica delicata della violenza sulle donne e del riscatto personale una freschezza inedita e mai vista.

Se il paradigma del western classico prevede infatti che la figura femminile sia un personaggio sì fondamentale a livello narrativo, ma che allo stesso tempo passa in secondo piano rispetto al ruolo svolto dalla controparte maschile che si trova a dover salvare lei o persone a questa care, più rare sono state di certo le volte in cui è la donna a impugnare un fucile e a salvarsi da sola. Volendo tracciare una genesi cronologica dell’emancipazione progressiva della figura femminile nel genere western potremmo partire dalla Frenchy interpretata dalla magnetica Marlene Dietrich in Partita d’azzardo (1939) di George Marshall, passando per Annie Oakley (Betty Hutton) in Anna prendi il fucile (1950) di George Sidney e Busby Berkeley, o ancora Barbara Stanwyck in Le furie (1950) di Anthony Mann fino ad arrivare alla recente Jennifer (Matilda Lutz) in Revenge (2017) di Coralie Fargeat. La Nina ideata e portata sul grande schermo da Andrea Jaurrieta, di cui il titolo del film porta il nome, grazie alla straordinaria, e insieme fredda e distaccata interpretazione di Patricia López Arnaiz, sembra raccogliere le radici ben profonde di questa eredità preziosa e così fuori dal comune per riportarla in auge in una veste fresca e cruda.

Fin dal suo prologo, portando in sovraimpressione come epigrafe una citazione del poeta T.S. Eliot, la regista lascia sottintendere la portata simbolica e labirintica della sua pellicola: “l’inizio è la fine”. La storia di Nina infatti non viene presentata allo spettatore, al contrario quest’ultimo si ritrova catapultato in medias res a eventi già accaduti con una scena d’apertura di forte impatto visivo e suggestiva – ripresa in modo similare nel finale creando quindi una circolarità – che al termine del suo climax ascendente lascia lo spazio dello schermo ai titoli di testa, curati con un’estetica ricercata tipica del western classico con tanto di cornici e ghirigori da vero saloon. Rispettando coerentemente l’influenza e l’ispirazione dal western, in Nina l’aspetto psicologico dei personaggi prevale sopra ogni cosa, ma viene abilmente rappresentato in un intreccio di due linee cronologiche della vita della protagonista femminile dandogli una sfumatura del tutto postmoderna, che in un primo momento getta un alone di mistero sull’identità della ragazza, per poi tirare le fila e comprendere che in realtà si tratta della stessa persona. La scoperta di questo aspetto narrativo avviene in modo graduale e naturale, senza mai andare a intaccare la coerenza interna del film, grazie a un montaggio chirurgico e altamente significativo. Ebbene sì, Nina è la prova lampante al femminile che il genere western sanguina ancora e grida vendetta più forte che mai.

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Nina
Nina

Nina racconta la storia di una donna in cerca di vendetta verso l'uomo che le ha causato un trauma indelebile che sanguina ancora anche a distanza di anni.

Voto del redattore:

8 / 10

Data di rilascio:

24/11/2024

Regia:

Andrea Jaurrieta

Cast:

Patricia López Arnaiz, Darío Grandinetti, Aina Picarolo, Iñigo Aranburu, Mar Sodupe

Genere:

Drammatico, thriller

PRO

L’intreccio narrativo e i parallelismi temporali
Il montaggio
L’estetica tecnica
Nessuno