Dune: Prophecy 1×04, come finisce? La spiegazione del finale dell’episodio

In un episodio particolarmente ricco di dettagli e di elementi, Dune: Prophecy 1×04 ha fatto parlare molto di sé soprattutto per quanto riguarda il suo finale. Ma qual è la sua spiegazione?
Dune: Prophecy 1x04, come finisce? La spiegazione del finale dell'episodio

Articolo pubblicato il 9 Dicembre 2024 da Bruno Santini

Il quarto episodio di Dune: Prophecy ha fatto parlare molto di sé, soprattutto in virtù di tutto ciò che si osserva al suo interno; la puntata in questione, che mostra un prosieguo della storia di Valya e Tula Harkonnen, soprattutto per quanto riguarda il loro rapporto con l’Impero e con le sue decisioni, mostra numerosi dettagli che – come al solito – aumentano il potenziale complessivo dell’episodio e della serie stessa, che porta sullo schermo il ciclo di Legends of Dune scritto da Brian Herbert e Kevin J. Anderson. Trattandosi di una puntata sicuramente molto complessa, Dune: Prophecy 1×04 presenta un finale che merita di essere spiegato nel dettaglio: di seguito, si indica tutto ciò che c’è da sapere a proposito della spiegazione del finale della puntata Nato due volte.

Come finisce Dune: Prophecy 1×04? Le ultime scene della quarta puntata della serie

Prima cosa che c’è da sapere, prima di proseguire con la spiegazione del finale di Dune: Prophecy 1×04, interessa come finisce l’episodio in questione, soprattutto per quanto riguarda le ultime scene della quarta stagione. Queste sono interessate da Desmond Hart che, riuscendo ad anticipare Valya Harkonnen, sventa la ribellione degli Atreides che avrebbe portato alla morte l’Imperatore Javicco Corrino e tutti coloro che si trovavano al Landsraad; è proprio il soldato che, trovando la macchina proibita che avrebbe fatto esplodere l’intera sala del Consiglio, condanna – di fronte a tutti e su suggerimento dello stesso imperatore – gli autori della ribellione; Valya si rende conto che ciò provoca, in Desmond Hart, delle ferite che sono determinate probabilmente dal contatto con Shai-Hulud, il verme delle sabbie da cui è stato inghiottito; in effetti, senza citare troppo a proposito di questi riferimenti, non si tratta di una novità nell’ambito della saga letteraria di Frank Herbert, considerato quanto avviene alla fine di I figli di Dune, terzo libro della saga.

In ogni caso, nel suo confronto finale con lo zio che l’aveva sempre ripudiata, Valya lo lascia morire mentre Harrow tenta – nonostante quanto accaduto – di ottenere comunque un ruolo nel Landsraad, mentre Tula (che tenta di rivitalizzare Lila) svela che l’essere nato due volte delle leggende non è Desmond Hart, bensì la Sorella che era stata privata dell’animo da Dorothea, e che potrà rinascere attraverso la spezia.

La spiegazione del finale del quarto episodio di Dune: Prophecy

Avendo sottolineato come finisce la puntata 1×04 di Dune: Prophecy, si può adesso proseguire con la spiegazione del finale del quarto episodio della serie. Naturalmente, bisogna partire proprio dalla rinascita di Lila, che avviene grazie al supporto di Anirul, di cui si è già parlato in questo articolo. Poco prima che ciò avvenisse, Tula ha la visione di Emeline, una Sorella che la scopre e che lei è costretta a uccidere proprio come questa aveva osservato nel suo sogno: non è detto che quello di Tula sia un sogno vero e proprio, considerando che – sentendo anche voci delle sue antenate che le parlano – la donna potrebbe essere a tutti gli effetti un Abominio, ovvero una presciente che ha contatto con tutta la sua memoria genetica e anche con i ricordi del futuro, esattamente come lo Kwisatz Haderach di Paul Atreides.

Intanto, dopo aver visto morire suo zio, Valya osserva suo fratello Griffin e lo abbraccia: anche in questo ci si rende conto che quello della Harkonnen non è un sogno, dal momento che quella è la “maschera” che assume Theodosia; poco prima, infatti, la stessa Valya aveva fatto nuovamente riferimento al potere della Sorella, che si rivela così essere una Danzatrice del Volto, ovvero in grado di ottenere un potere che le permette di assumere le sembianze di qualsiasi persona.