Articolo pubblicato il 19 Gennaio 2025 da Bruno Santini
“Da due settimane sono al primo posto al box Office. Prima mi facevate incazzare, ora mi fate pure incassare.” Con questo post piuttosto didascalico, pubblicato sui suoi account social, Angelo Duro ha annunciato che il film che lo vede protagonista – Io sono la fine del mondo – continua a ottenere grandissimi risultati al botteghino in Italia, nonostante sia alla sua seconda settimana. Con un successo strepitoso e con sale piene che continuano a mantenere alta la tendenza, Io sono la fine del mondo diretto da Gennaro Nunziante e con Angelo Duro protagonista mantiene salda la prima posizione in classifica in Italia, in un inizio anno sicuramente molto positivo per il box office del nostro paese. Ma quali sono le ragioni dell’incredibile successo del film con Angelo Duro in Italia e perché Io sono la fine del mondo continua a macinare grandissimi risultati?
Il personaggio di Angelo Duro e il grande successo della sua comicità
Dal momento che si tratta di un film che esalta al massimo le capacità mimiche, dialettiche e comiche di Angelo Duro, non si può fare a meno di citare il personaggio dell’attore e comico come una delle cause fondamentali del grandissimo successo di Io sono la fine del mondo. Il film diretto da Gennaro Nunziante, fin dal momento in cui si è mostrato nei suoi trailer, ha lasciato grandissimo spazio ad un attore che mantiene esattamente le stesse caratteristiche dei video e degli spettacoli di stand-up comedy: Angelo Duro non è certamente un comico che può piacere a tutti gli spettatori, in virtù del suo senso di comicità e di interpretazione dello spettacolo, ma negli anni ha ottenuto un grandissimo credito che deriva soprattutto da quell’atteggiamento acido e respingente che mostra sul palco, sui social e nel film stesso.
Una comicità che potremmo definire, servendoci di un’espressione che sicuramente è diventata tanto feconda negli ultimi anni, “politically uncorrect”. Basata cioè sulla battuta talora offensiva, su un senso della comicità non esattamente accomodante e sulla creazione di alcuni bersagli che sono oggetto di battute e motti di spirito: nel film, ad esempio, Angelo Duro se la prende con una persona obesa all’aeroporto o contro persone omosessuali, adducendo al fatto che grazie a loro almeno ha più facilità nel cercare una donna poiché svuotano il terreno di riferimento. Battute di questo genere possono essere recepite in tanti modi, e non è un caso che – attorno a questo film – sia nata anche una lotta ideologica a proposito dell’appartenenza di Angelo Duro a ideali di destra o a una rappresentatività (si parafrasa La Repubblica) del vannaccismo; indipendentemente da questo elemento, però, è chiaro che una delle risposte più gettonate sia quella che si sintetizza nel commento di numerose persone: “Angelo Duro ha il coraggio di dire ciò che molti vorrebbero ma non possono”, calcando poi sul fattore ipocrisia o sul contrasto con ideali ed espressioni che attingono al campo dello woke. Ancora una volta, non è questa la sede per comprendere quanto questo sia o meno giusto, ma è evidente che questo atteggiamento (del resto, come fu anche per Il mondo al contrario) stimoli curiosità nello spettatore, voglioso di comprendere quali sono queste battute, quali queste frasi che Angelo Duro ha il coraggio di pronunciare nel suo film.
Gennaro Nunziante = Checco Zalone?
Bisogna essere sinceri: quando si parla di cinema, per numerosi spettatori generalisti nel nostro paese (e non solo), è difficile che il primo riferimento sia quello ad un regista. Non si tratta necessariamente di un male, dal momento che la comunicazione e la trasmissione dell’idea di cinema può avvenire attraverso diverse componenti, ma spesso sono gli attori – o comunque i personaggi che interpretano – ad essere maggiormente cristallizzati nell’ambito della considerazione pubblica e della memoria collettiva. Questo discorso è quanto mai valido per Gennaro Nunziante che, a conti fatti, è considerabile come uno dei registi di più grande successo nel nostro paese. Nato come ideatore e curatore di testi di molti sketch e spettacoli televisivi, il regista deve il suo grandissimo successo alla collaborazione con Checco Zalone nei film (tutti tranne Tolo Tolo) da lui diretti, in grado di ottenere non soltanto dei risultati straordinari nel nostro paese, ma anche di creare un binomio pressoché perfetto tra i due.
Gennaro Nunziante, che è anche dietro la macchina da presa in Belli Ciao e Come può uno scoglio con Pio e Amedeo protagonista, gode senz’altro dell’associazione al celebre Checco Zalone (il cui nuovo film dovrebbe arrivare al cinema proprio nel 2025), ma è ormai investito da una certa sacralità che giunge proprio da quei film. Il suo modo di dirigere è chiaro: l’azione, l’ideazione o comunque un qualsiasi elemento tecnico sono ridotti al minimo per esaltare il personaggio raccontato, con un certo effetto ambiguo che porta sempre più spettatori ad appassionarsi non del regista o della sua arte, quanto più dei personaggi che lascia esprimere – privi di una qualsiasi rimodulazione – sullo schermo. Ad oggi, leggere Gennaro Nunziante è un po’ come leggere Checco Zalone e le varie campagne pubblicitarie non hanno fatto altro che puntare su questo binomio, portando Angelo Duro ad essere il nuovo personaggio scelto dal regista di Checco Zalone e dei suoi film. Insomma, una chiave mediaticamente consolidata e di grandissimo successo a cui Io sono la fine del mondo non poteva che sottostare, ottenendo un grande successo.
Quanto ha guadagnato Io sono la fine del mondo in Italia?
Sulla base degli elementi che sono stati considerati precedentemente, si risponde ad un ultimo interrogativo che potrebbe essere oggetto della considerazione degli spettatori: quanto ha guadagnato Io sono la fine del mondo in Italia? Il film, stando ai dati raccolti fino al 18 gennaio 2025, è stato in testa alle classifiche del botteghino del nostro paese per due settimane, giungendo fino alla cifra di 4.8 milioni di euro e dominando non soltanto il panorama del box office italiano del 2025, ma avvicinandosi anche al grande risultato di Diamanti di Ferzan Ozpetek, che invece ha guadagnato più di 13 milioni. I dati, in effetti, non tengono conto del weekend che include 18 e 19 gennaio 2025, due giorni in cui i dati saranno sicuramente aumentati confermando la grande tendenza positiva del film.