Io sono ancora qui: la storia vera di Rubens Paiva ed Eunice Facciolla raccontata nel film

Io sono ancora qui di Walter Salles racconta della storia vera del desaparecido brasiliano Rubens Paiva e della ricerca di sua moglie Eunice Facciolla di scoprire la verità.
Io sono ancora qui: la storia vera di Rubens Paiva ed Eunice Facciolla raccontata nel film

Articolo pubblicato il 31 Gennaio 2025 da Bruno Santini

Io sono ancora qui è sicuramente uno dei film che maggiormente hanno convinto il pubblico e la critica fin dal momento in cui il film è stato presentato in anteprima al Festival di Venezia 2024. Il lungometraggio, diretto da Walter Salles e tratto dal libro di memorie del 2015 Sono ancora qui, di Marcelo Rubens Paiva, racconta della scomparsa e della morte di suo padre Rubens Paiva, uno dei numerosi desaparecido brasiliani che sono scomparsi a causa della loro opposizione al regime di dittatura militare all’interno del paese. Il film, nella sua impostazione delicata, nella sua messa in scena e nel potenziale di una narrazione sicuramente molto importante per lo spettatore, è stato candidato a tre premi Oscar, nelle categorie di miglior film, miglior film internazionale e migliore attrice protagonista. Ma qual è la storia vera di Rubens Paiva e di sua moglie e Eunice Facciolla raccontata nel film?

Chi sono i desaparecidos?

Al fine di procedere con la storia vera di Rubens Paiva e di sua moglie, raccontata nel film io sono ancora qui di Walter Salles, è importante inquadrare innanzitutto chi sono i desaparecidos, raccontati all’interno del lungometraggio brasiliano. Il termine in questione è traducibile come scomparsi in italiano, e viene utilizzato in spagnolo e in portoghese per indicare una situazione politica di uomini che sono stati arrestati o accusati di aver compiuto delle azioni antigovernative, in paesi come Brasile, Argentina, Uruguay e, più in generale, in tutte le zone dell’America Latina nel periodo che va dagli anni ’70 agli anni ’80, in cui si stabilirono la maggior parte dei regimi dittatoriali che si occuparono di eliminare qualsiasi forma di opposizione politica.

I desaparecidos sono stati ritenuti così, nel corso della storia, in virtù delle operazioni di segretezza che sono state condotte dai governi di ogni paese, spesso inclini a portare alla scomparsa di uomini ritenuti scomodi, politicamente parlando, facendo perdere qualsiasi traccia di questi ultimi e, ovviamente, collaborando con forze di polizia corrotte che non rendevano possibile l’accesso a documenti o, semplicemente, a visite e contatti con gli oppositori politici al regime. Con capi di imputazione molto vaghi e con accuse che non potevano essere smentite, molti uomini sono stati fatti sparire e, tra questi, c’è anche Rubens Paiva di cui si racconta nel film io sono ancora qui.

La storia vera di Rubens Paiva e di sua moglie Eunice Facciolla in Io sono ancora qui

Avendo inquadrato il contesto generale dei desaparecidos, è possibile procedere con la storia vera di Rubens Paiva e di sua moglie Eunice Facciolla, raccontata all’interno del film Io sono ancora qui. L’uomo scomparve in occasione del 20 gennaio del 1971 e solo molti anni dopo, benché non sia mai stato ritrovato il suo corpo, è stata accertata la sua scomparsa il 21 gennaio del 1971, ben due giorni dopo la cattura e le torture subite dalle forze di polizia brasiliane. Ingegnere, politico e attivista brasiliano, scomparve durante la dittatura militare a cui cercò di opporsi nel 1964, collaborando con il Partito Laburista Brasiliano, in cui era entrato nel 1962. Diventato membro del comitato congressuale, che si occupava di esaminare le attività dell’Istituto per la ricerca e gli studi sociali, l’uomo lasciò il Brasile a seguito dell’avvento della dittatura brasiliana, rifugiandosi in Jugoslavia e a Parigi, salvo poi ritornare a San Paolo nove mesi dopo, per raggiungere moglie e figli con cui si trasferì a Rio de Janeiro, lavorando come ingegnere civile.

Una foto di Rubens Paiva, il politico di cui si racconta la sua storia vera in Io sono ancora qui

L’irruzione a casa sua ci fu il 20 gennaio del 1971 da parte delle forze militari armate, che sostenevano di essere membri dell’aeronautica dell’esercito brasiliano; sua moglie Eunice fu arrestata insieme al marito e tenuta in prigione per diversi giorni, assieme alla figlia Eliana che rimase prigioniera per 24 ore. Per anni, Eunice si è battuta affinché potesse essere raccontata la verità circa le condizioni e la scomparsa di suo marito, salvo poi scoprire che l’uomo era morto soltanto due giorni dopo la prigionia a causa degli effetti delle torture subite nella caserma dove era tenuto prigioniero.