Articolo pubblicato il 1 Febbraio 2025 da Vittorio Pigini
Prodotto dagli ideatori del sorprendente Barbarian del 2022, Companion rappresenta l’opera prima scritta e diretta dal regista statunitense Drew Hancock. Con diverse sfumature nella commedia nera, nel thriller e nel sentimentale, il film mostra tutte le sue radici nel cinema di fantascienza, per una visione che porta sullo schermo il vivere una relazione tossica, sottomissione ed oggettificazione del proprio partner.
Companion, inoltre, assesta una serie di colpi di scena che tengono vivo il divertimento, specialmente nel lato dell’intreccio. Ma come finisce il primo film di Drew Hancock con protagonisti Sophie Thatcher e Jack Quaid e qual è il suo significato?
Come finisce Companion, il primo film di Drew Hancock
Prima di arrivare alla spiegazione del suo finale, occorre preliminarmente indicare come si arriva all’atto conclusivo di Companion. Dopo aver nuovamente catturato Iris con l’aiuto di Patrick, resettato e divenuto ora il suo compagno, Josh attende l’arrivo dei rappresentanti della Compagnia per portare via il robot-ragazza e chiudere definitivamente la faccenda. Nel frattempo, il ragazzo dice addio all’ormai ex compagna rivelando la sua frustrazione nel non riuscire ad avere successo nonostante egli sia convinto di essere un bravo ragazzo.
Iris gli mostra invece quanto Josh sia in realtà un omuncolo, incapace di ottenere riconoscimenti se non grazie alla sua viscida natura e facendolo innervosire, al tal punto da mandare a 0% l’intelligenza di Iris e rendendola un’automa. Josh si vendica sadicamente facendole mantenere la mano sopra una candela, ustionandosi, mentre è al telefono con i rappresentanti della Compagnia e, infine, intima al robot di spararsi in testa. Sul luogo arrivano finalmente gli inservienti incaricati di portare via Iris, intimati anche dallo stesso Patrick che nel frattempo ha rubato l’identità del vicesceriffo ucciso poco prima.
I due addetti della Compagnia, tuttavia, rivelano a Josh che ogni robot ha un proprio sistema di registrazione antifrode che registra tutto quello che vede e che quello di Iris verrà analizzato prima di spegnerla definitivamente. Con la paura che ciò possa svelare il suo piano perfetto, Josh incarica Patrick di uccidere anche i 2 membri della Compagnia ma Iris, che nel frattempo è stata ricaricata proprio da loro, interviene impedendo che possa essere ucciso anche il secondo rappresentante.
In tale occasione, Iris fa leva sui ricordi di Patrick, sbloccando le emozioni sul rapporto con Eli ed il robot, non reggendo il fatto che sia morto l’umano verso il quale è stato inizialmente programmato, si autodistrugge. Per ringraziare Iris di avergli salvato la vita, il rappresentante della Compagnia rimasto decide di accontentare la richiesta del robot, ovvero sbloccare il totale autocontrollo sul suo corpo e portando alla resa dei conti finale con Josh.
La spiegazione del finale del film con protagonista Sophie Thatcher
Nell’ultimo atto di Companion, tutti gli altarini sono stati svelati e Josh continua a rivelare quanto in realtà sia viscido, violento ed opportunista dietro la maschera da bravo ragazzo. Iris ha ottenuto ora il totale autocontrollo sul proprio corpo, può fisicamente uccidere Josh senza che ci sia una funzione che glielo possa impedire.
Tuttavia, il robot non ha ancora sbloccato il desiderio, la volontà di vivere senza l’umano verso il quale è stata inizialmente progettata e, una volta che Josh sta per avere la meglio, Iris riesce a sbloccare tale convinzione uccidendolo. La ragazza robot è ora finalmente libera, prende i soldi di Sergey e può iniziare una nuova vita. Anche in chiave simbolica, Iris leva la plastica ustionata che copriva la sua mano, rivelando ed accettando la libertà di essere un robot senza padrone.
Nell’ultima scena, Iris sfreccia per strada con la sua nuova macchina e, nella corsia vicino, passa un’altra coppia in auto. Trattasi di un’altra robot accompagnatrice apparentemente succube del compagno, con Iris che le mostra orgogliosamente e con dignità l’aver ottenuto la libertà.