Articolo pubblicato il 17 Febbraio 2025 da Bruno Santini
Nel precedente episodio di Dragon Ball Daima ci sono stati numerosi avvenimenti che hanno portato all’inizio della battaglia finale, riportando l’anime ad atmosfere che mancavano da molto tempo, con Goku in mezzo ad un epico schieramento di eserciti. Adesso la nuova puntata ha l’obiettivo di sistemare un rapporto a lungo atteso oltre che a continuare a far combattere i protagonisti. A seguire la recensione del sedicesimo episodio di Dragon Ball Daima, intitolato Degesu ed attualmente disponibile sulla piattaforma streaming Crunchyroll, per poi essere distribuito su Netflix la settimana successiva.
La trama di Dragon Ball Daima 1×16
Dragon Ball Daima è un anime completamente originale, non avendo, a differenza dei capitoli precedenti, un manga dal quale è stato tratto, ma è comunque ufficialmente canonico nella continuity creata dal compianto Akira Toriyama. La serie è ambientata dopo la sconfitta di Majin Bu in Dragon Ball Z e prima dell’arrivo di Lord Beerus in Dragon Ball Super. Il sedicesimo episodio mostra i Guerrieri Z pronti ad introdursi nel castello di Gomah e presenta infatti la seguente trama:
“Dopo aver affrontato l’esercito di Gomah grazie all’aiuto di Re Kadan, i giovani Goku, Vegeta e Piccolo, aiutati da Kaioshin, Grogu, Panzy, Bulma e Hybis, devono scegliere: andare a salvare Dende o affrontare l’ultimo Tamagami? I guerrieri Z non sono molto indecisi e si precipitano subito ad aiutare il Supremo della Terra, ma nel loro cammino incontrano le forze speciali di polizia militare formati dai cinque guerrieri Kadem, Danima, Hillia, Mashim e Gaimoi. Nel frattempo Degesu e Gomah escogitano da soli un piano per fermare i protagonisti, soprattutto ora che il Terzo Occhio sta finalmente tornando a palazzo…”

La recensione di Dragon Ball Daima 1×16
Dopo un’eccellente puntata in cui Goku ed i suoi amici diventano definitivamente il simbolo della lotta per la libertà, affrontando un intero esercito degno delle migliori Guerre Stellari, le vicende successive appaiono meno spettacolari per creare equilibrio nella storia e mantenere impattanti i momenti più epici. L’incontro con i cinque guerrieri della squadra militare è un evidente omaggio alla Squadra Ginew, così come non è un caso che sia Vegeta il loro avversario: in Dragon Ball Z il saiyan era preso di mira dai cinque soldati di Freezer, venendo poi sconfitto prima del suo aumento di potenza. L’incontro tra Vegeta e il gruppo sembra voler ricreare quel momento, ma fin da subito viene mostrato che i soldati stavolta non sono all’altezza del saiyan. L’occasione per creare altro fan service viene nuovamente sovvertita, creando situazioni molto più simili a quelle della primissima saga di Dragon Ball, pur non rinunciando a ridare una spassosa rivincita al giovane principe. Nella battaglia è particolarmente divertente un momento che richiama alla gag tra lo spadaccino ed Indiana Jones in I Predatori Dell’Arca Perduta di Steven Spielberg, saga estremamente amata in Giappone. Molto bello anche il design del castello di Gomah, specialmente l’intreccio tra i ponti.
Le esplosioni e gli scambi di ki vengono totalmente messi da parte nel confronto con Degesu, trattato in un momento di tensione che assume l’impostazione di un thriller action a colpi di pistola. I dialoghi tra Degesu e Kaioshin sono estremamente semplici, forse inaspettati per quello che dovrebbe essere uno scambio tra fratelli glindiani. Tuttavia si sa che la bellezza di Dragon Ball è quella di poter trasmettere concetti molto forti con la più sincera semplicità, spesso accompagnata dalla simbologia… e Degesu e Kaioshin non fanno eccezione. Entrambi appartengono ad una razza aliena che sembra perfetta e che promette, alla base, abilità straordinarie agli individui che vi nascono, ma tra i due c’è un evidente contrasto: Degesu mantiene la sua età, mentre Kaioshin ha ora l’aspetto di un bambino a dispetto del suo ruolo di divinità. Degesu è un lord estremamente ambizioso che ha scelto di lavorare per il più crudele dei dittatori pur di salire al potere, rispettando la perfezione che ci si potrebbe aspettare da una razza straordinaria come i Glindiani. Nella sua ambizione però c’è solo crudeltà e cecità, mentre Kaioshin ha scelto di mettere i suoi poteri al servizio di un bene superiore, aiutando tutte le specie: il volto regale di Degesu non può raggiungere la purezza del volto di Kaioshin che, pur essendo intrappolato nel giovane corpo di un bambino, traspare gloria e sincerità in tutto il suo splendore, facendo ciò che è giusto.

Il sedicesimo episodio di Dragon Ball Daima rappresenta probabilmente la parte “più calma” della battaglia finale, anticipata da uno splendido momento in cui Gomah richiama ad una caratteristica di Freezer ed apparendo improvvisamente temibile dopo tanti episodi in cui continuava ad omaggiare Pilaf. Al di là dell’ottima conclusione, l’anime continua ad apparire avvincente con esilaranti gag che si sposano alla perfezione nei momenti più seri che vengono accentuati dall’ottima caratterizzazione dei personaggi, la quale viene riassunta benissimo anche in soli semplici sguardi.
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