Articolo pubblicato il 6 Febbraio 2025 da Bruno Santini
Come spesso accade nel cinema di Paolo Sorrentino, Parthenope è ricco di immagini, riferimenti e numerosi elementi evocativi che fanno ragionare lo spettatore e che, soprattutto, comportano il porsi tantissime domande da parte di chi guarda. Queste immagini non sono sempre significative di un qualcosa di concreto, e si prestano a tantissime interpretazioni: in altri casi, invece, rappresentano un messaggio chiaro da parte del regista, come nel caso della capra in Loro. Di sicuro, una delle più potenti immagini presenti in Parthenope è quella del figlio del professore Devoto Marotta: ma qual è il suo significato e perché ha questa forma?
Il figlio del professore Devoto Marotta e il suo trattamento nel film
Prima di procedere con il significato del figlio del professore di Devoto Marotta, nel film Parthenope di Paolo Sorrentino, è importante innanzitutto inquadrare il suo trattamento all’interno del lungometraggio, che appare tutt’altro che banale. Fin da subito, il professore svela di avere delle particolari attenzioni e cure nei confronti di suo figlio, motivo per il quale ormai dedica tutto se stesso a quella creatura, al di là del ruolo dell’archeologia e a seguito del divorzio con sua moglie; in un primo momento, l’uomo vorrebbe presentare suo figlio a Parthenope, ma desiste dal suo tentativo, forse perché non ancora in grado o forse perché crede che sia troppo presto per questa tipologia di rapporto con la studentessa. Si scopre, sia dalle risate che si ascoltano dall’esterno, sia dalle parole di Tesorone, che il figlio di Devoto Marotta ha dei problemi, ma soltanto alla fine del film si comprende per bene quali siano: trattasi di una persona deformata nel suo corpo, che giganteggia all’interno della stanza e che viene tenuto in vita da una flebo. Parafrasando le parole della stessa Parthenope, il bambino è fatto di acqua e sale come il mare.
Il significato del figlio del professore Devoto Marotta in Parthenope di Paolo Sorrentino
Sicuramente, osservando la figura del ragazzo deforme in Parthenope di Paolo Sorrentino vien da chiedersi quale sia il significato di questa immagine e perché Paolo Sorrentino decida di affidarsi ad essa nel film in questione; un indizio arriva sicuramente dalla stessa Parthenope, che sottolinea come il ragazzo sia fatto di acqua e sale, come il mare. La nascita in acqua, il nome Parthenope e il legame con il mare rappresentano alcuni cardini della vita della ragazza, tra il mito e la leggenda della sirena, che vive costantemente in questa ambiguità e che appare evanescente all’interno di un film in cui di rado acquisisce la sua concretezza in quanto persona. Il mare ritorna, allora, nel giovane ragazzo, che rappresenta – esattamente come Parthenope – un qualcosa di estraneo rispetto alla realtà, pur con una forma completamente differente.
Ma perché ha una forma così mostruosa e qual è il significato di questo figlio del professore Devoto Marotta? Il mostruoso, colto nelle sue sfumature filosofiche, sembra quasi rimandare all’ideale romantico, riferendosi ad un qualcosa di così tanto deforme e impossibile da cogliere, nelle sue sfumature, da essere dunque inafferrabile e sublime, dunque burrascoso nei confronti dello spettatore. L’immagine complessiva è quella di un ragazzo che stupisce per la sua forma, ma che resta allo stesso tempo infantile, come sottolineato dalla sua risata quando sente la parola “stronzo”: sembra quasi essere il bambino interiore, quell’intimità e quell’infanzia nascosta e tenuta al riparo da Parthenope, che nella sua vita subisce anche un aborto illegale. Proprio quel legame con la familiarità, che tanto la insegue come viene detto da Tesorone, è un altro tema del film: è un po’ come se, allora, tutto ciò che il film dice trovasse formalmente atto in quel bambino enorme, mostruoso e deforme così come enorme, mostruoso e deforme è il senso dell’infanzia e della giovinezza di Parthenope, una donna che soltanto alla fine della sua vita ripenserà a ciò che è stato potendo finalmente vedere.
Qual è la malattia del figlio del professore in Parthenope?
In definitiva, è giusto chiedersi: qual è la malattia del figlio del professore in Parthenope? A guardar bene il film – soprattutto da quando è stato distribuito sulla piattaforma di streaming di Netflix -, non sembra che Paolo Sorrentino voglia approfondire tanto un aspetto umano e concreto, quanto più un elemento metaforico. L’utilizzo della frase “è fatto di acqua e sale” di una Parthenope non spaventata dal ragazzo, nonostante la premura del professore, ci porta verso la retta via: certo è che il figlio del professore è mostruoso ed enorme nella sua forma, ma ciò sembra quasi essere legato ad un elemento filosofico, al senso del perturbante tipico del cinema sorrentiniano (come la suora in La grande bellezza o la capra in Loro): un simbolo che indica qualcos’altro e che, in questo caso, non si traduce necessariamente in una malattia del ragazzo, quanto più in ciò che la sua forma sta a significare. Quella presenza così enorme e titanica sembra richiamare allora quel senso di “mostro nella stanza” che Devoto Marotta, celando e offuscando il suo passato, vuole nascondere, o ancora quell’enormità quasi deforme e inscalfibile dell’animo della stessa Parthenope.