Articolo pubblicato il 10 Febbraio 2025 da Arianna Casaburi
Presentato in anteprima al Festival del Cinema di Roma 2025 nella sezione Grand Public e distribuito grazie a Lucky Red nelle sale italiane a partire dal 6 febbraio 2025, We Live in Time – Tutto il tempo che abbiamo è il film del 2024 diretto da John Crowley con protagonisti Andrew Garfield e Florence Pugh nei panni di due giovani ragazzi ambiziosi che si conoscono la prima volta in un modo insolito, per un “incidente” in tutti i sensi, e finiscono per innamorarsi, fino a cercare di costruire la loro storia d’amore e una famiglia in parallelo con lo scorrere del tempo e della vita che ogni tanto chiede loro di fare i conti. Segue la recensione di We Live in Time – Tutto il tempo che abbiamo, il film drammatico-sentimentale diretto da John Crowley con Andrew Garfield e Florence Pugh: emoziona davvero come aveva “promesso” di fare?
La recensione di We Live in Time – Tutto il tempo che abbiamo, il film con Andrew Garfield e Florence Pugh
Con l’avvicinarsi della festa degli innamorati in occasione di San Valentino, ogni anno si propongono nelle varie sale per il periodo che precede o segue questa ricorrenza, film che hanno come intento quello di rappresentare sul grande schermo una storia d’amore strappalacrime. Questa, almeno, era la premessa “promettente” che il pubblico si sarebbe aspettato da un titolo quale We Live in Time – Tutto il tempo che abbiamo, diretto da John Crowley con protagonisti Andrew Garfield e Florence Pugh. Le aspettative dagli amanti del genere, o anche dei due attori, erano alquanto alte. Alte, evidentemente, sembrano anche le ambizioni del regista che ha deciso di costruire il racconto della storia d’amore dei due protagonisti, le cui vite si incrociano per un “incidente”, su un susseguirsi di salti temporali in cui vengono mostrati alternativamente nella loro quotidianità prima e dopo il loro incontro. Tra le criticità maggiori, anche se non si riesce a trovare una meno grave dell’altra, vi è il fatto che le suddette scene durano in media una manciata di minuti, con un risultato a dir poco parodistico di ciò che si sta mostrando, come se fossero degli sketch comici in cui la credibilità degli stessi attori viene meno.
La stessa interpretazione attoriale è una ridicola messa in scena di un copione basato su una sceneggiatura inesistente, in cui i dialoghi banali sono caratterizzati da una illogicità e insensatezza permeanti, che mostrano quanto i protagonisti davanti alla camera in realtà non stiano comunicando realmente, ma pronunciano frasi a caso e imbarazzanti. La stessa rappresentazione dell’amore fa intendere una soggiacente superficialità nel trattare la vita di una coppia, mostrata in banali e ridotte all’osso azioni che accadono in modo macchinoso, svuotate dal loro interno. Inoltre, fin dall’inizio del film l’incomprensione degli scambi di battute tra i due protagonisti viene resa ancora più difficoltosa dalla presenza di una colonna sonora impertinente e intromettente che disturba ulteriormente il tentativo dello spettatore di capire qualcosa da quello che sta guardando. Probabilmente, parlando di un film che sarebbe dovuto essere drammatico-sentimentale, l’aspetto più preoccupante è proprio la totale e assoluta assenza di pathos e di alcun tipo di emozione per tutta la visione del film, con alcune sporadiche eccezioni ma flebili e insignificanti. Sebbene l’idea della narrazione basata su un’alternanza delle linee temporali fosse interessante sulla carta per il racconto di una storia d’amore, si rivela eufemisticamente affatto proficua, anzi, ridicolizzante nel risultato e purtroppo, andando così a rendere la visione di We Live in Time come un’esperienza asettica e anemica di sentimenti, al contrario di come sarebbe dovuta essere.

Perché in We Live in Time il tempo e l’amore sono alla mercé di un film drammatico-sentimentale posticcio
Dal momento del rilascio del trailer ufficiale italiano, We Live in Time – Tutto il tempo che abbiamo aveva suscitato l’interesse degli appassionati del genere romantico, delle storie d’amore e perché no anche la curiosità da parte dei fan e di chi segue i due attori protagonisti Andrew Garfield e Florence Pugh erano sicuramente invogliati a recarsi in sala e vederlo a partire dalla sua data di uscita il 6 febbraio 2025. Premettendo che naturalmente il film lasciava intendere che il suo pubblico destinatario fosse prettamente quello di giovani ragazzi/teenager vedendo anche i gadget in omaggio di pacchetti di fazzoletti con su scritto il titolo del film per fare pubblicità, ciò non toglie o alleggerisce l’incresciosa natura di We Live in Time. Un film pretenzioso per presentarsi con un titolo in cui si fa centrale il concetto di tempo e si sceglie di tradurlo sul piano del montaggio in un parallelismo anacronistico tra prima e dopo, passato e presente, dimenticandosi completamente che come si decide di portare sullo schermo le immagini è esso stesso un linguaggio, ma a cui va attribuito un significato, altrimenti rimane un vuoto tecnicismo di cui tutti possono fare sfoggio.
Prima di preoccuparsi del come voler esprimere qualcosa, si dovrebbe perlomeno assicurarsi di star dicendo o comunicando effettivamente qualcosa. Quella rappresentata in We Live in Time non è una storia d’amore, senza andare a cercare risposte astruse, perché semplicemente l’amore non c’è, è solo il feticcio, poiché troppo concentrato sul volerlo rappresentare in gesti rituali svuotati di senso della quotidianità come fare l’amore, trascorrere tempo insieme a cui però non si lascia tempo né tantomeno spazio di legare o empatizzare con i personaggi, verso cui rimaniamo totalmente impassibili. In conclusione, We Live in Time risulta così sorprendentemente un film che porta all’indifferenza, al distacco sentimentale, quando invece avrebbe dovuto suscitare emozioni soprattutto per un momento come la morte del personaggio interpretato da Florence Pugh, rappresentata sì con un’ellissi, ma peggiorata da una apatica scena che la lascia sottintendere.