Captain America: la pesante eredità dello scudo

Captain America è un personaggio appartenente ad un’altra epoca storica. Viaggiando attraverso il tempo, come si è evoluto il supereroe a stelle e strisce dal 1945 ad oggi?
Captain America: perchè Sam Wilson è più importante di Steve Rogers?

Articolo pubblicato il 11 Febbraio 2025 da Matteo Pelli

Il vibranio è un metallo indistruttibile, virtualmente senza peso ed è il materiale con cui Howard Stark costruì lo scudo di Captain America. Eppure, al netto delle sue incredibili caratteristiche, lo scudo è metaforicamente pesantissimo. Indossarlo rappresenta una responsabilità enorme, poiché l’oggetto non è solamente un’arma di difesa impenetrabile ma anche (e soprattutto) l’ultimo baluardo di un vero e proprio simbolo vivente. Captain America non è esclusivamente un supereroe, è tutto ciò che il paese dello Zio Sam rappresenta. Ovvero una nazione piena zeppa di contraddizioni, in parte esplorate grazie alla caratterizzazione dei tre personaggi che hanno portato lo scudo nel Marvel Cinematic Universe.

Captain America: perchè Sam Wilson è più importante di Steve Rogers?

Steve Rogers, un ragazzo di Brooklyn

“Il siero amplifica tutto quello che c’è all’interno, perciò buono diventa migliore, cattivo diventa peggiore. Per questo sei stato scelto. Perché un uomo forte, che ha conosciuto il potere per tutta la sua vita può perdere il rispetto per quel potere, ma un uomo debole conosce il valore della forza e conosce la compassione.” Lo spirito del primo Captain America si potrebbe riassumere qui, nelle parole del dottor Abraham Erskine (Stanley Tucci), l’inventore del siero del super soldato. Steve Rogers (Chris Evans) non è un soldato perfetto perché geneticamente predominante, lo è per il suo carattere temerario e per la sua forza di volontà superiore alla media. Rogers, nonostante un fisico gracile e debole, dimostra una determinazione fuori dal comune che verrà ampliata dal siero del super soldato, rendendolo l’emblema della Nazione che egli stesso vuole proteggere dalla piaga nazista. Senza uccidere nessuno però: Rogers odia i bulli, un’altra dimostrazione della sua purezza d’animo.

Tuttavia Rogers è anche un ingenuo e, perché no, un sognatore. L’ideale che rappresenta è ancorato ad un’epoca storica che vedeva il cosiddetto sogno americano come un punto di arrivo. Un sogno che, col passare degli anni, si è lentamente trasformato in un incubo. Mentre Steve rimaneva nella sua bara di ghiaccio nel Circolo Polare Artico (dopo gli eventi di Captain America: Il primo Vendicatore), gli Stati Uniti si sono lentamente trasformati in un mostro di Frankenstein con cambiamenti sociopolitici decisamente poco rassicuranti. La Guerra Fredda contro l’Unione Sovietica, sullo sfondo della guerra del Vietnam, la crisi dei missili di Cuba, l’omicidio di John Fitzgerald Kennedy, lo scandalo Watergate e l’avvento dell’edonismo Reaganiano sono solamente alcuni degli avvenimenti che hanno messo in ginocchio lo Zio Sam. Steve Rogers, quindi, rappresenta l’archetipo di un sogno americano morto e sepolto. Nonostante le sue imprese in campo con gli Avengers, a Steve non resta che passare il testimone poiché, come cantava Bob Dylan, i tempi sono cambiati.

Captain America: perchè Sam Wilson è più importante di Steve Rogers?

John Walker, il secondo Captain America

Dopo aver riconsegnato le Gemme dell’Infinito (nel film Avengers: Endgame) nei loro rispettivi luoghi di provenienza, a Steve non resta che fare un’ultima cosa: godersi la vita. Il pensionamento non era tra le priorità di Captain America, ma Steve non poteva non sfruttare l’occasione di riunirsi alla sua amata Peggy (Hayley Atwell) per concedersi con lei quel ballo a lungo rimandato. Lo scudo, quindi, deve passare di mano: sembrerebbe logico scegliere James “Bucky” Barnes (Sebastian Stan), amico di lunga data di Steve, come erede. Ma dati i problemi mentali che affliggono Bucky (e che l’ha portato a diventare il Soldato d’Inverno sotto il dominio dell’Hydra), la scelta ricade su Sam Wilson. “Come ti sembra?” chiede un anziano Steve porgendo lo scudo a Sam. “Mi sembra di qualcun altro” risponde quest’ultimo, “Non è così” conclude Rogers. Uno scambio di battute rapido ma incredibilmente efficace. Steve Rogers passa il testimone ad una persona ligia al dovere e che dovrebbe rappresentare un paese che, invece, non lo rappresenta in quanto afroamericano.

Sam Wilson (Anthony Mackie), ex pilota di caccia ed attuale Falcon, non riesce momentaneamente a condividere con Steve la responsabilità di uno scudo tanto piccolo quanto metaforicamente ingombrante. Ed è qui che entra in campo John Walker (Wyatt Russell), scelto dal governo come nuovo rappresentante del Paese a stelle e strisce. Walker, soldato pluridecorato ma con un forte disturbo da stress post-traumatico, incarna i valori dell’eccezionalismo americano. Una dottrina che ritiene gli Stati Uniti al di sopra di ogni cosa: culturalmente, storicamente e politicamente superiori a qualsiasi altra nazione del mondo. Un simbolo di un paese attualmente devastato da una politica becera e nazionalista, che vive sull’orlo del precipizio di un debito pubblico sconvolgente e con un presidente dalla pelle arancione che urla ai quattro venti proclami che farebbero rabbrividire il nostrano ventennio fascista. John Walker è la rappresentazione di un’America violenta e facinorosa, una condotta tanto cara a determinati stati americani del sud che vedono nel secessionismo (e non solo) la cura per ogni male. Ma è anche un ragionamento lontano anni luce dall’etica e dalla morale di Steve Rogers.

Captain America: perchè Sam Wilson è più importante di Steve Rogers?

Sam Wilson, il Capitano che ci meritiamo

Falcon avrà il cosiddetto momento di lucidità dopo un confronto con Isaiah Bradley, un ex super soldato di colore. Bradley è certo che il governo non lascerà mai il ruolo di Captain America ad un afroamericano. Walker, successivamente reclutato come U.S. Agent dalla Contessa De Fontaine, si dimostrerà poco stabile mentalmente non riuscendo a reggere il peso di una gogna mediatica fuori scala, dopo che la sua indole violenta venne fuori in modo incontrollato. Fu solamente allora che Sam Wilson decise di fare la cosa giusta: accettare la responsabilità e diventare il nuovo Captain America.

In un mondo dove il razzismo e l’estremismo di destra sta prendendo sempre più piede, l’ex Falcon rappresenta la scelta più logica e, tutto sommato, necessaria per l’attuale periodo storico. “Potrai essere Captain America, ma non sei Steve Rogers” dice con sdegno il presidente Ross (Harrison Ford) nel trailer di Captain America: Brave New World. “Ha ragione… non lo sono” risponde sprezzante Wilson, una risposta che sembrerebbe di rammarico ma che racchiude un significato ben più profondo. Non un rimpianto, ma quasi un avvertimento: Wilson è deciso a fare il bene del popolo americano trattando quest’ultimo come un’unica grande comunità, senza distinzioni di razza, pelle o cultura. “Giuro fedeltà alla bandiera degli Stati Uniti d’America, e alla Repubblica che essa rappresenta: una Nazione al cospetto di Dio, indivisibile, con libertà e giustizia per tutti.” così recita il Giuramento di Fedeltà alla bandiera degli Stati Uniti, un autentico inno alla libertà che Sam Wilson intende onorare al meglio delle sue possibilità. Egli non è Steve Rogers ma risulta migliore di lui, non tanto per le imprese da supereroe in campo, ma per gli ideali che esso rappresenta. Rogers era il prototipo di un’utopia che non si è mai realizzata, Wilson è invece un ragazzo semplice, senza poteri, che grazie alla forza della sua moralità riesce a distinguersi dal suo mentore. Mantenendone vivo il ricordo ed al contempo omaggiandolo portando il retaggio di un intero Paese sulla schiena. Questo significa essere Captain America.