Articolo pubblicato il 27 Febbraio 2025 da Bruno Santini
Accanto a Wander to Wonder e Dar sāye sarv, entrambi presentati in anteprima al Festival di Venezia 2023 nella sezione Orizzonti, gli Oscar 2025 hanno incluso – nella categoria di miglior cortometraggio animato – anche l’unico esempio di anime giapponese in questa stagione: Magic Candies, conosciuto anche con il nome originale di Amedama. Se nel 2024 veniva premiato Il ragazzo e l’airone di Hayao Miyazaki, l’edizione successiva ha visto diversi prodotti snobbati nel contesto dell’animazione, tanto da far spiccare questo cortometraggio animato dalla durata di 21 minuti. Ma qual è il suo risultato? Tentiamo di comprendere di più attraverso la recensione di Magic Candies (Amedama).
La solitudine e tutti gli altri problemi dell’infanzia in un delicato cortometraggio che parla ai più piccoli
Dong-Dong è un bambino isolato da tutti gli altri, ma sembra crogiolarsi in questa condizione: ha con sé il suo cane domestico e le sue amate biglie, che gli permettono di divertirsi in modi che tutti gli altri non conoscono. Quando tenta di acquistarne delle altre, però, si ritrova con delle speciali caramelle dai pattern e dai colori particolari, che gli garantiscono la scoperta di un mondo completamente differente; sembrerebbe essere l’incipit di un anime anche più duraturo rispetto ai 21 minuti del cortometraggio della Toei Animation, che in effetti presenta tutte le caratteristiche per un potenziale sviluppo successivo. La condizione di (in)stabilità del protagonista, la scoperta di un nuovo mondo, il delicato approccio ad esso con tanto di effetto in climax ascendente, e ancora la consapevolezza di quella nuova realtà con cui ci si interfaccia, tanto da connettersi visceralmente ad essa.
Per quanto ci sia l’amaro in bocca nel sapere che in Magic Candies tutto ciò duri soltanto 21 minuti, per evidente esigenze creative, ci si ritrova di fronte a un prodotto fatto e finito, che sa riflettere perfettamente sul mondo infantile e che, anzi, dialoga anche con il più piccolo in maniera matura e mai banale. Molto spesso ci si ritrova di fronte a prodotti per bambini che diventano inevitabilmente prodotti dozzinali, definiti come sono da un senso della narrazione effimero e per certi versi addirittura scontato, indipendentemente dalla verosimiglianza che accade. L’animazione per bambini, però, ha sempre dimostrato di poter offrire molto di più soprattutto per quanto riguarda quei messaggi che vengono destinati ad un pubblico di età infantile: Magic Candies presenta tutte le caratteristiche del caso, con un rapporto delicato con lo spettatore che viene offerto da quell’affetto con cui è portata a termine la narrazione. La solitudine del protagonista, che tenta di trovare un’altra strada per vivere pur nella solitudine stringente che lo perseguita, incontra invece l’atteggiamento ossessivo del padre: scopriamo, grazie ad una delle caramelle, che dietro tutti quegli imperativi e comandi che l’uomo rivolge a suo figlio c’è semplicemente una forma taciuta di amore, l’unica espressione di cui Dong-Dong avrebbe realmente bisogno.
E scopriamo, anche, che c’è tutta una vita che viene soltanto brevemente tratteggiata, ma che comunica abbastanza tutto un senso di mancanze, di nostalgia per bei tempi vissuti e di assenza di figure rappresentative nella vita di una persona: una madre che non c’è o una nonna che è scomparsa e che il protagonista prova a portare sempre con sé sotto forma di gomma.
La recensione di Magic Candies (Amedama): colori e stravaganze in un prodotto riuscito
È una candidatura agli Oscar 2025 sicuramente non banale, per Magic Candies (Amedama), non tanto per il messaggio che si rivela essere forte e universale, quanto per quel senso dell’animazione e della messa in scena con cui il cortometraggio si mostra al pubblico. Bisogna dire, in sede di recensione di Magic Candies, che chi scrive generalmente non preferisce questa tipologia di animazione, ma in questo cortometraggio sembra quasi essere perfettamente contestualizzata con quel senso di friabilità che appartiene al mondo di Dong-Dong, dove tutto si sgretola e le certezze sono pur poche.
Magic Candies è certamente un prodotto colorato, che sfrutta un facilissimo espediente (le caramelle) per mostrare tanti aspetti della realtà e per ascoltare diverse voci che si susseguono nel rapporto con il bambino, fino a quel bel finale che restituisce un fulgido esempio di amicizia. Il cortometraggio è certo stravagante, nella sua idea di messa in scena, ma possiamo considerarlo un prodotto assolutamente riuscito, in cui ogni piccolo segmento sottende il successivo (per certi versi anche atteso, se si ragiona sui colori e sui pattern) e in cui la caramella è soltanto il tramite per un nuovo messaggio da comunicare. Per un bambino che si rapporta a tutto ciò, questo cortometraggio vale più di tanti altri insegnamenti verbosi.