Dragon Ball Daima: come finisce? La spiegazione del finale dell’anime

La spiegazione del finale di Dragon Ball Daima, il quale lascia molte domande ai fan, anche se forse la risposta di Akira Toriyama è più semplice di quel che si può pensare.

Articolo pubblicato il 1 Marzo 2025 da Andrea Barone

Dragon Ball Daima è giunto al suo episodio conclusivo che ha scatenato un grande chiacchiericcio tra gli appassionati, non soltanto per la sovversione narrativa di eventi sempre più spettacolari, ma anche per la sua ultima scena che ha spiazzato molte persone e andando (apparentemente) al di fuori di ogni logica tracciata nel corso della storia. Ma come finisce Dragon Ball Daima? A seguire la spiegazione del finale della sesta serie animata appartenente alla saga tratta dal celebre manga, nonché dell’ultimo anime a cui ha lavorato Akira Toriyama.

Come finisce Dragon Ball Daima

Nel finale di Dragon Ball Daima, Majin Kuu è divenuto il sovrano del Regno Demoniaco, nominando sia Glorio che Re Kadan come primi ministri. Dopo che la libertà ha finalmente trionfato con la sconfitta di Re Gomah, Goku, Vegeta, Piccolo, Bulma e Dende decidono di tornare sulla Terra. Tuttavia, prima di andare via, i guerrieri Z hanno intenzione di fare tappa nuovamente nell’emporio dove hanno comprato gli insetti resuscitanti. Con grande sorpresa, mentre gli altri sono intenzionati a fare ulteriori acquisti, Panzy trova due occhi che sembrano appartenere alla stessa tipologia dalla quale proviene il Terzo Occhio che ha dato tanta forza a Gomah. La commessa conferma la cosa, dicendo che dopo tanti anni è riuscito a vendere soltanto uno di essi. La puntata finisce con Goku e gli altri che osservano sconvolti i potenti oggetti tra le loro mani. Da qui parte la spiegazione del finale di Dragon Ball Daima.

La spiegazione del finale di Dragon Ball Daima

Nel finale di Dragon Ball Daima la cosa principale che c’è da chiedersi è legata proprio al Terzo Occhio. Quest’ultimo, dall’inizio dell’anime, ha assunto sempre un ruolo importante, dettando uno dei tasselli principali della mitologia di Daima. Un occhio ambito dai più grandi re dei vari mondi e capace di sovvertire le sorti di qualsiasi conflitto. Un oggetto magico che ha attraversato incredibili tempeste andando perduto come se fosse l’anello di Tolkien, fino a creare una delle battaglie più spettacolari che Dragon Ball abbia mai avuto. Ma allora che cosa ci fanno altri oggetti simili (che ricordiamo, permettono di tenere testa ad un Super Saiyan 4) in un semplice emporio come se fossero dei souvenir da comprare? Che cosa vuol dire un colpo di scena tanto ilare quanto strano? Questo infatti racchiude lo scherzo finale di Akira Toriyama ed ha un significato più potente di quanto si pensi.

Da molto tempo Dragon Ball tratta con un’aurea epica e mitologica gli esseri che sono destinati a portare equilibrio o scalpore nell’universo: il supremo della Terra che divide la propria coscienza con una parte malvagia che rimane chiusa per secoli grazie ad un prode guerriero, il leggendario Super Saiyan che è un prescelto che appare ogni mille anni (sappiamo come è stata rispettata questa profezia), il potente Majin Buu che viene creato da un mago che vuole sovvertire gli déi, il dio della Distruzione che appare affinché la vita prosperi dopo le ceneri seminati da lui ed adesso l’Occhio di un essere potentissimo che decide la sorte di tre mondi governati da una gerarchia che si succede negli anni. Quest’ultimo però viene volutamente ridicolizzato, rendendo un manufatto al pari della grandezza delle sfere del drago ad un mero gadget da mettere in vendita.

Molti fan di Dragon Ball da sempre sono fissati con la continuity della storia, con i livelli di combattimento da seguire sempre e con il peso che l’eredità di Dragon Ball porta, come se non rispettare le possibili giuste aspettative equivalga a fare una grande offesa. Con questo espediente narrativo, Akira Toriyama ha invitato a prendere tutto con molta più leggerezza, affermando che le storie che si raccontano sono soltanto un altro elemento quotidiano che può essere trovato nei momenti più casuali ed inaspettati: non è Dragon Ball stesso una delle tante opere che si possono comprare semplicemente posando gli occhi sullo scaffale di un negozio che vende manga? Le più potenti storie nascono da una cosa piccola ed anche, apparentemente, sciocca. Ciò non significa che ciò che leggiamo o guardiamo siano delle stupidaggini, altrimenti non avrebbe avuto senso rendere Dragon Ball Daima, attraverso gli eventi di personaggi che si ribellano alla dittatura, è anche un’opera politica. Ma come l’anime è un inno alla libertà, parte di quest’ultima è proprio quella di sapersi fare una risata, ricordandosi che non bisogna scandalizzarsi se una fetta della grandezza di Dragon Ball è proprio l’idea che possa succedere qualsiasi cosa. Per questo il finale di Dragon Ball Daima è uno dei risvolti più geniali che la saga abbia mai avuto e fa capire come un maestro anarchico come Akira Toriyama mancherà tanto nel mondo dell’arte.