Articolo pubblicato il 4 Marzo 2025 da Vittorio Pigini
Nella nottata del 02 marzo 2025 sono stati assegnati tutti i riconoscimenti ufficiali della 97a edizione degli Academy Awards. Come ogni anno, i premi Oscar elevano l’importanza artistica, politica, sociale, mediatica ed economica del grande cinema a livello mondiale. Riconoscimenti volti sì a celebrare il meglio dell’anno secondo l’Academy, ma anche l’importanza dell’artista e dell’opera singola anche fuori dai confini dell’universo cinematografico, facendo leva su messaggi socio-politici nonché di strategie d’industria. Quella di quest’anno è stata poi un’edizione particolarmente stimolante sotto diversi punti di vista, arrivando da una stagione dei premi imprevedibile e dai continui ribaltamenti, con la Notte degli Oscar che ha sancito diverse conferme, una delle quali concerne un continuo “snobbismo” riservato ad interi generi e realtà cinematografiche.
Il rapporto Horror-Oscar negli ultimi anni
Restringendo il campo d’analisi qui alle ultime stagioni cinematografiche, nelle 5 edizioni degli Oscar precedenti il genere horror è stato completamente assente alla cerimonia. Si tratta in ogni caso di un ampio arco temporale nel quale, se ci si dovesse concentrare maggiormente solo su titoli in ottica Academy Awards, comprenderebbe diversi film ed addetti ai lavori completamente tagliati fuori. Senza prendere infatti in considerazioni titoli alquanto “estranei” all’equazione, come per il capolavoro di Mad God per quanto riguarda l’animazione, questi sono gli anni del Nope di Jordan Peele, autore già candidato 2 volte all’Oscar come Miglior Film nonché vincitore della statuetta per la Sceneggiatura di Scappa – Get Out.
Il film del 2022, inoltre, aveva anche come protagonista Daniel Kaluuya (fresco vincitore per Judas and the Black Messiah solamente l’anno precedente, nel quale veniva candidato anche un altro membro del cast, Steven Yeun), oltre ad un’impostazione narrativa e scenica non marcatamente orrorifica, capace di spaziare tra fantascienza, avventura, western e molto altro. Questi sono anche gli anni della personale trilogia di Ti West, volto di spicco del cinema indipendente (che tanto piace all’Academy nell’ultimo decennio). Il regista realizza con X – Pearl – MaXXXine un trittico che, non solo porta con sé cast importanti tra scoperte e conferme (oltre a Mia Goth e Jenna Ortega basti solo pensare ai protagonisti dell’ultimo MaXXXine), ma offre soprattutto un occhio incisivo sul cinema stesso.
Come mostrato poi anche dall’edizione di quest’anno, lo scomodo Alex Garland è un altro grande autore dimenticato dai prestigiosi riflettori del Red Carpet, con Men del 2022 che averebbe avuto tutte le carte in regola per partecipare alla rispettiva cerimonia specialmente sulle categorie c.d. tecniche. Se tuttavia ci riferiamo a grandi autori “snobbati” dall’Academy, è impossibile non fare il nome di un gigante come David Cronenberg. Presentato in Concorso al 75° Festival di Cannes, il grande ritorno del regista dopo anni con Crimes of the future avrebbe sicuramente meritato un accoglimento migliore, se non per il lussuoso trio protagonista anche qui per le doverose categorie tecniche.
Si è dato un accenno al Festival di Cannes ed effettivamente non si può non considerare un ulteriore dato. Negli ultimi 5 anni, tolta l’edizione annullata a causa dell’emergenza pandemica, tutti i vincitori della Palma d’Oro sono arrivati poi con una certa immediatezza agli Oscar. 3 nominations per il Triangle of sadness di Ruben Östlund, 5 per Anatomia di una caduta (che conquista la Miglior Sceneggiatura Originale) e soprattutto il grande successo di Anora proprio della 97a edizione. All’appello manca solamente il sorprendente Titane di Julia Ducournau, con la sua vittoria a Cannes decisamente importante da troppi punti di vista. Questi sono solo alcuni dei film horror (o comunque affini) che avrebbero potuto ottenere concretamente l’attenzione dell’Academy, con molti altri rimasti alla porta.

Il cinema Horror agli Oscar 2025
In questi passati 5 anni di Academy, quindi, il genere horror è stato completamente lasciato sullo zerbino al freddo. Gli Oscar, tuttavia, sono sempre un’occasione speciale anche per spezzare alcune regole e limiti non soltanto dal punto di vista socio-politico, ma anche artistico e soprattutto di industria cinematografica. Da un certo punto di vista, infatti, il successo di Oppenheimer della 96a edizione ha offerto non pochi spunti su questo fronte, considerando come negli ultimi anni la Mission principale si è rivelata quella di premiare maggiormente realtà indipendenti (poi cambio di rotta effettivamente ridimensionato dalla vittoria di Anora).
Dal punto di vista del cinema horror, a suo modo, la nuova edizione 2025 sembrava promettere importanti ribaltamenti per come viene storicamente accolto il genere dall’Academy. Il 2024 è stato infatti un anno cinematografico che ha saputo regalare più di un titolo degno di nota, tanto dal punto di vista artistico quanto di botteghino ed accoglimento di critica e pubblico. Ecco allora che, dopo anni di completa assenza sul Red Carpet, alla 97a edizione degli Academy Awards arrivano ben 3 film horror, se non si considera il titolo internazionale The girl with the needle.
Inoltre, tra questi titoli non vi è soltanto Alien: Romulus (candidato ai Migliori Effetti Visivi) e Nosferatu (4 candidature), ma anche il sorprendente The Substance di Coralie Fargeat. Il film che vede protagonista Demi Moore è stato infatti candidato in 5 categorie, tra cui non soltanto per Miglior Sceneggiatura Originale, Miglior Attrice Protagonista e Miglior Regista, ma anche e soprattutto per Miglior Film. In quasi un secolo di Oscar, The Substance è infatti solo il 7° film a riuscirci, considerando un horror puro come L’Esorcista di William Friedkin ed altri titoli che, rientrerebbero sì nel campo dell’orrore, ma inevitabilmente più o meno vicini ad altre etichette. Tra questi si ricordando comunque Lo Squalo, Il silenzio degli innocenti, Il sesto senso, Il cigno nero e Scappa – Get Out.
Insomma, dopo anni di completa assenza dal Red Carpet, la 97a edizione è riuscita a registrare 10 candidature in gara per il genere horror, su 100 totali possibili (non considerando i premi per cortometraggi e documentario). Si tratta esattamente di una quota pari al 10%, rappresentando un risultato importante, non eclatante ma comunque da portarsi dietro. Tuttavia, questo riguarda appunto solo il livello delle candidature ottenute dai singoli film, con il risultato che risulta ben meno felice, arrivando a registrare infatti quasi una beffa più o meno preventivata.

L’Academy ha ancora paura di sporcarsi le mani
Nonostante il passo in avanti sulla carta ed il buon numero di candidature ottenute, il genere horror è riuscito ad ottenere solamente un riconoscimento dalla cerimonia della 97a edizione degli Oscar, quello per il Miglior Trucco a The Substance. Trattasi di una categoria non solo molto particolare, ma anche estremamente collegata per la sua storia proprio al cinema dell’orrore. Il premio per il Miglior Trucco è infatti nato proprio grazie a Un lupo mannaro americano a Londra di John Landis, il quale ha di fatto inaugurato una categoria che, nel corso degli anni, vedrà spesso titoli premiati come La mosca, Dracula di Bram Stoker ed altri.
Con Alien: Romulus destinato a scontrarsi contro un colosso come Dune: Parte 2 (il discorso del cinema dell’orrore agli Oscar si potrebbe estendere anche alla Fantascienza e non solo), Nosferatu aveva forse qualche percentuale in più per portarsi a casa qualche statuetta. Candidato a 4 premi Oscar, il film di Robert Eggers aveva infatti conquistato il Critics Choice Award per la Miglior Fotografia, con Jarin Blaschke (già candidato per The Lighthouse) che rappresentava uno dei candidati più forti. Come anticipato, tuttavia, è solo The Substance a spuntarla, ma il premio di consolazione può rappresentare anche una beffa, specialmente per una categoria in particolare.
Se il riconoscimento per il Miglior Trucco era stato quasi già assegnato alla vigilia e, per quanto riguarda le categorie di Miglior Film, Miglior Regista e Miglior Sceneggiatura Originale le percentuali fossero alquanto nulle (più alte sicuramente verso quest’ultima, premiata già al Festival di Cannes), Demi Moore sembrava destinata alla sua prima statuetta. Questo anche e soprattutto in considerazione dei premi già conquistati durante la stagione (Golden Globe, Critics’ Choice Awards, SAG), ma anche per un messaggio ed un’importanza di fondo che avrebbe superato i confini già definiti della sua prova sul grande schermo. Oltre infatti alla storia personale della star di Ghost e Proposta indecente, a quello che avrebbe significato a livello singolo ed emotivo, la vittoria di Demi Moore con The Substance avrebbe in un certo senso acceso i riflettori anche sulla prova da protagonista femminile in un film horror e di fantascienza, i quali generi necessitano sempre di “eroine” da custodire e da celebrare con i fatti.
Diventa in un certo senso surreale e grottesco come, con la Notte degli Oscar 2025, si sia concretamente avverata la sceneggiatura stessa del film, con la vittoria al fotofinish della giovane e talentuosa Mikey (Sue) Madison. Nulla togliere ovviamente al cuore di Anora, con l’attrice classe ’99 protagonista dell’acceso testa a testa, ma il premio a Demi Moore avrebbe portato di fatto non poche riflessioni, specialmente con un occhio di riguardo proprio alla “sostanza” del film di Coralie Fargeat. Dopo anni di completa assenza dagli Oscar, l’horror fa quindi ritorno con buone pretese sul Red Carpet, riuscendo tuttavia a portare a casa solo il premio di consolazione.
L’Academy dimostra così di avere ancora paura di “sporcarsi le mani”, non riuscendo ancora a mettere in atto (da questo punto di analisi) i cambiamenti e le rivoluzioni da tempo promesse. Così come l’horror, anche altre realtà cinematografiche presentano non poche difficoltà nell’entrare in sintonia con il palco degli Oscar. La Fantascienza è sicuramente una di queste, così come quella dell’Animazione che, nonostante non sia un vero e proprio genere in senso stretto, vede nell’ultimo periodo storico passi avanti (vedi la candidatura solo in questa edizione di Flow come Miglior Film Internazionale) ma non ancora il decisivo cambio di passo (solo La Bella e la Bestia, Toy Story 3 e Up sono stati candidati a Miglior Film).
Lo “snobbismo” è evidente, dati alla mano, facendo nascere sul tavolo diverse riflessioni. Se i premi Oscar devono essere, anche e soprattutto storicamente, i riconoscimenti più importanti del cinema mondiale, coloro che portano ad elevare la Settima Arte dal punto di vista artistico, tecnico, sociale, politico e commerciale, perché alcune delle sue realtà più importanti vengono lasciate alla porta? Rimanendo più nello specifico sui “terribili 3”, appare evidente come il campo dell’animazione sia oggi uno dei più redditizi al Box Office mondiale (se non il più forte e determinante), con l’Horror e la Fantascienza che hanno costruito per oltre un secolo l’ossatura del grande cinema. Si ricorda infatti di come questi 2 generi, in particolare, abbiano fatto nascere la magia del cinema sul grande schermo, portando a raccontare storie che sapessero evadere dalla realtà, dal tempo e dallo spazio, dalle spaventose e visionarie “magie” di Melies alle iniezioni trasformative di Elisabeth Sparkle in The Substance. La domanda sorge spontanea: perché l’Academy, templare a salvaguardia del grande cinema, ha ancora paura di “sporcarsi le mani”?