Il live action di Biancaneve è più avvelenato della stessa mela

Tornano al cinema i live-action dei classici Disney, questa volta tocca al remake del primo lungometraggio della “Casa di Topolino”: qual è il risultato del film con Gal Gadot?
La recensione di Biancaneve, il live action Disney con protagonista Rachel Zegler

Distribuito nelle sale cinematografiche statunitensi il 21 marzo 2025 mentre in quelle italiane a partire dal 20 marzo dello stesso anno, questa volta è il remake live action del primo e storico classico dello studio d’animazione fondato da Walt Disney, ossia Biancaneve e i sette nani (1937). Per dare volto alla principessa è stata ingaggiata Rachel Zegler (West Side Story), con invece l’acerrima rivale Grimilde interpretata da Gal Gadot (Heart of Stone), dirette dal regista Marc Webb (The Amazing Spider-Man 2: il potere di Electro). Ma qual è il risultato di Biancaneve? Di seguito la recensione e la trama ufficiale del film.

La trama di Biancaneve, il film di Marc Webb

La pellicola è prodotta da Marc Platt e Jared LeBoff, mentre la sceneggiatura è firmata da Erin Cressida Wilson, con le canzoni originali composte da Benj Pasek e Justin Paul. Ma di cosa parla Biancaneve? Di seguito la trama ufficiale del live action Disney diretto da Marc Webb:

“In un regno ai confini di una foresta incantata, il saggio re e la sua amorevole regina crescono la loro figlia, la dolce e gentile Biancaneve. Ma la felicità della principessa viene spezzata quando la regina muore prematuramente e il re, per il bene del regno, prende una nuova moglie. La matrigna di Biancaneve è una donna di straordinaria bellezza e grazia, ma il suo cuore è oscuro e colmo di invidia. Quando, alla morte del re, assume il controllo del regno, la sua natura crudele si manifesta in tutta la sua ferocia. Ossessionata dalla propria bellezza, consulta il suo specchio magico, che le rivela una terribile verità: non è lei la più bella del reame, ma Biancaneve; accecata dalla gelosia, la Regina Malvagia ordisce un piano per sbarazzarsi della giovane principessa.”

La recensione del nuovo live action Disney "Biancaneve", con protagoniste Rachel Zegler e Gal Gadot, in uscita al cinema in Italia a partire dal 20 marzo 2025

La recensione di Biancaneve, con Rachel Zegler e Gal Gadot

La produzione dei live action da parte di Walt Disney Studios ha convolto maggiormente i lungometraggi ispirati alla rispettiva controparte animata appartenenti al cosiddetto periodo del “Rinascimento” (precisamente dal 1989 al 1998), per ovvie ragioni popolari e commerciarli. Chi più chi meno, hanno sempre cercato di trovare un compromesso tra l’assoluta fedeltà della fonte e la variazione di alcuni elementi, in modo da abbracciare allo stesso tempo i bambini di ieri, attualmente in età genitoriale, e i bambini di oggi, battendo il chiodo sull’effetto nostalgia, vestendolo di (presunta) novità.

Per quanto riguarda il live action di Biancaneve e i sette nani (1937), sulla carta ci si aspetterebbe maggiore preminenza di aspetti originali, poiché la distanza temporale dall’opera di riferimento è consistente, con tutto ciò che comporta a proposito dell’ammodernamento dei contenuti tematici e della struttura narrativa. Inizialmente doveva essere intrapresa questa strada, ma il risultato finale palesa tutti i cambiamenti in corso d’opera, un pastrocchio deforme frutto di una serie di problemi produttivi causati dalla paura della polemica e del fallimento economico.

Nel tentativo di essere contemporaneamente tradizionale e innovativo, il lungometraggio diretto da Marc Webb riesce a sbagliare tutto in entrambe le situazioni: in primis perché le sequenze di riferimento al film d’animazione sono state appiccicate in un secondo momento, realizzando scene orribili sia per costruzione che per messa in scena, nello specifico la fuga di Biancaneve nel bosco e la sequenza del sonno/risveglio dall’avvelenamento. Per quanto riguarda gli aspetti originali, i più numerosi, non va di certo meglio: la componente musical con nuove canzoni è scialba, piatta e smorta; le coreografie sono praticamente assenti e la regia dimostra il suo disagio nel gestire i numeri musicali, privi di qualsiasi parvenza di spettacolarità.

Inoltre, il lato tecnico è deficitario su tutti i fronti, dalla CGI dei personaggi e delle scenografie in green screen ai costumi di scena, senza contare la povertà di comparse, insufficienti per dare l’idea di regno, tant’è che non basterebbero nemmeno per rappresentare una cittadina italiana di provincia. Ma l’abisso più profondo è toccato dai dialoghi: nel trasmettere messaggi positivi e buoni sentimenti si cade nella più totale banalità e ridicolezza, assumendo i toni delle pubblicità progresso televisive, andando ben oltre i limiti del concetto stesso di didascalismo, che normalmente si accetta in prodotti dal target di riferimento medio-basso, senza contare le diverse soluzioni narrative davvero imbecilli.

La luce si spegne poi definitivamente nel finale, dove non si esagera nel definirlo uno dei più brutti degli ultimi vent’anni, una lezione su come non si dovrebbe mai concludere una storia. Il filone dei live action Disney è ormai un binario fantasma su cui viaggia il treno della morte (cinematograficamente parlando) di cui vagoni sono rappresentati dalle suddette pellicole, nel quale Biancaneve cerca di fare a sportellate coi meno riusciti per mettersi in testa e prendere l’ingrato e tristissimo compito di fare da locomotiva.

Trailer ufficiale di Biancaneve, diretto da Marc Webb
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La recensione di Biancaneve, il live action Disney con protagonista Rachel Zegler
Biancaneve
Biancaneve

"Adattamento live action del film d'animazione Disney del 1937 Biancaneve e i sette nani."

Voto del redattore:

3 / 10

Data di rilascio:

20/03/2025

Regia:

Marc Webb

Cast:

Rachel Zegler, Gal Gadot, Andrew Burnap, Patrick Page, Ansu Kabia, Emilia Faucher, Colin Michael Carmichael e Joshmaine Joseph

Genere:

Musical, fantasy

PRO

Nessuno
La componente musical è scarsa, a causa di canzoni anonime e coreografie inesistenti
Il tentativo in corso d’opera di aggiungere i riferimenti narrativi al classico animato è goffo e posticcio
Il livello di recitazione generale è mediamente basso, tutti sonno sottotono
Il finale verrà ricordato per la sua disgraziata (non) costruzione