A Different Man, se non accetti te stesso gli altri non lo faranno

Presentato in concorso alla Berlinale 2024, finalmente è arrivato nei cinema di tutta Italia il nuovo film con protagonista Sebastian Stan: qual è il risultato di A Different Man?
La recensione di A Different Man, il film in concorso alla Berlinale 2024

Articolo pubblicato il 21 Marzo 2025 da Giovanni Urgnani

Presentato in anteprima mondiale in concorso ufficiale alla settantaquattresima edizione del Festival Internazionale del cinema di Berlino, nel quale l’attore Sebastian Stan si è aggiudicato il premio Orso d’argento per la migliore interpretazione. Distribuito nelle sale cinematografiche statunitensi il 20 settembre 2024, mentre in quelle italiane a partire dal 20 marzo 2025, grazie al contributo di Lucky Red, in collaborazione con Universal Pictures. Ma qual è il risultato di A Different Man? Di seguito la recensione e la trama ufficiale del film diretto da Aaron Schimberg.

La trama di A Different Man, il film di Aaron Schimberg

Prodotto dall’etichetta cinematografica indipendente A24, il lungometraggio è stato presentato anche al Sundance Film Festival 2024, con la sceneggiatura firmata dallo stesso regista. Ma di cosa parla quindi A Different Man? Di seguito la trama ufficiale del film diretto da Aaron Schimberg:

“Edward vive a New York con l’ambizione di fare l’attore, ma il suo aspetto fisico è pesantemente condizionato dalla neurofibromatosi che gli segna il volto. Abituato allo sdegno altrui, o peggio all’indifferenza totale, l’uomo si invaghisce immediatamente della norvegese Ingrid, autrice teatrale, quando questa si trasferisce nell’appartamento vicino. I due sembrano avviare un rapporto autentico, ma Edward sente di non avere speranze con lei. A meno che non accetti di provare un nuovo trattamento medico che sembra potergli donare un aspetto “normale”, credendo che questo risolva tutti i suoi problemi.”

La recensione di "A Different Man" (2024), con protagonista Sebastian Stan, in uscita al cinema in Italia a partire dal 20 marzo 2025.

La recensione di A Different Man, con Sebastian Stan

Cosa c’è di più destabilizzante nel soffrire di una malattia che causa deformità? Trovare qualcuno felice di essere al mondo nonostante soffra di una malattia che causa deformità. La grandezza di un film come A different man sta esattamente nella scelta di mettere due personaggi allo specchio per analizzare quanto la schiavitù dell’apparenza, una delle peggiori tra le tante nel mondo, tolga la gioia di ogni singolo momento vissuto sulla Terra. Finalmente ottenuta la guarigione e un bell’aspetto, al protagonista Edward, interpretato da un ispirato Sebastian Stan, si aprono quelle porte rimaste chiuse da decenni: la possibilità di socializzare, di interagire, di provare i piaceri della sessualità e non da ultimo di ampliare la propria opportunità professionale.

Con il destino apparentemente dalla propria parte, nulla sembra mettersi in mezzo ad un nuovo percorso, tolto definitivamente il gigantesco ostacolo esteriore, il fardello pesante della “mostruosità” che tanto provoca imbarazzo e disagio tra i “normali”. Ma più inaspettato della guarigione stessa, è l’arrivo di Oswald, un uomo che rappresenta il tormentato passato di Edward, un uomo che di solito verrebbe schernito o compatito, generalmente i due modi in cui la massa reagisce dinanzi ad individui come lui; un uomo che secondo la logica dovrebbe passare le giornate a struggersi dal dolore e compatirsi.

Rompendo tali convenzioni, Oswald al contrario è felice, sentimento in teoria inspiegabile per chi come lui porta i segni della diversità sulla propria pelle, la vera e autentica accettazione di sé capace di mettere in totale crisi colui che ha passato anni della sua esistenza a testa bassa sperando nel miracolo. Come si può accettare una situazione di questo genere? Com’è riuscito Oswald a compiere quest’impresa? Tutte domande che non danno pace in primis allo stesso Edward, resosi conto di come le sue difficoltà nella realtà quotidiana a relazionarsi non sono cambiate malgrado l’agognato cambiamento.

Seguendo il principio: «I soldi non fanno la felicità», allo stesso modo la bellezza fisica non sopprime al vuoto esistenziale di una persona, anche se all’inizio ogni cosa pare messasi al suo posto, ma alla lunga senza un carattere e una personalità decisa, quindi senza la sostanza, mano a mano il tempo passa, lentamente si spegne la determinazione nell’andare avanti, rischiando addirittura di trasformare l’insoddisfazione in rabbia e vedere le persone attorno come causa del proprio male e della propria infelicità.

La pellicola diretta da Aaron Schimberg è genuinamente una profonda riflessione sull’essere e sull’apparire, sulla cultura vuota dell’estetica e su quale sia il modo migliore per convivere in serenità coi “difetti di natura”; Oswald infatti, ha superato l’ostacolo lasciandosi alle spalle l’idea di dover piacere al mondo, ma si è concentrato sul costruire un suo mondo, di cui fan parte le persone da lui amate e contemporaneamente in grado di amarlo, senza che di lui si cambi nemmeno una sola virgola.

Trailer ufficiale di A Different Man, diretto da Aaron Schimberg
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La recensione di A Different Man, il film in concorso alla Berlinale 2024
A Different Man
A Different Man

"Un attore condizionato da una neurofibromatosi che gli segna il volto vuole provare un trattamento sperimentale per cambiare aspetto."

Voto del redattore:

9 / 10

Data di rilascio:

20/03/2025

Regia:

Aaron Schimberg

Cast:

Sebastian Stan, Renate Reinsve, Adam Pearson, Lawrence Arancio, Neal Davidson, Juney Smith e Christopher Spurrier

Genere:

Drammatico

PRO

La riflessione sull’apparenza e l’estetica non è sviluppata in modo affatto scontato
Ottima prova da protagonista per Sebastian Stan, accompagnato da un ottimo cast di supporto
Intrigante la tonalità quasi thriller che prende la seconda parte, mentre nella prima si sfocia quasi nel body horror
Nessuno