Articolo pubblicato il 12 Aprile 2025 da Andrea Barone
Lo scorso episodio di Daredevil: Rinascita ha fatto molto discutere a causa del modo attraverso cui è stato gestito Muse, ultimo villain del diavolo di Hell’s Kitchen ad essere apparso nell’MCU. Infatti molti si sono posti la domanda su chi sarà, di conseguenza, colui che prenderà il posto del folle killer e con la nuova puntata è arrivata finalmente una risposta che segna il ritorno di un’altra icona. A seguire la recensione dell’ottavo episodio di Daredevil: Rinascita, intitolato L’Isola Felice ed attualmente disponibile sulla piattaforma streaming Disney Plus.
La trama di Daredevil – Rinascita 1×08
Daredevil: Rinascita è una serie ambientata nel Marvel Cinematic Universe ed è il seguito di Marvel’s Daredevil. L’ottavo episodio si riallaccia alla prima sconvolgente puntata, riportando un importante villain che si era già dimostrato fondamentale durante la terza stagione del capitolo al quale questa serie funge da revival. L’episodio infatti presenta la seguente trama:
Il sidaco Wilson Fisk sta preparando il ballo Black & White, il quale servirà a promuovere la sua raccolta fondi per l’ambizioso progetto portuale. Alla festa è invitata anche Heather che propone a Matt di andarci, ma la cosa inasprisce il rapporto tra i due, soprattutto dopo i recenti avvenimenti connessi a Muse ed a Daredevil. Nel frattempo Point Dexter, che risiede in carcere, viene trasferito dall’isolamento alla sezione comune. Poiché rischia la vita, con grande sorpresa il killer chiede aiuto proprio a Matt, il quale è sempre più sconvolto a causa dei problemi successi negli ultimi giorni che gli stanno facendo dubitare di tutto ciò in cui crede.

La recensione di Daredevil – Rinascita 1×08
L’episodio si apre con il dettaglio un fiore blu che trasmette una sensazione di pace: da questo dettaglio parte un piano sequenza che permette allo spettatore di finire direttamente nella cella di Bullseye, il quale sembra stia osservando il fiore da lontano. Successivamente il colore del fiore si cosparge nella fotografia ogni volta che il personaggio si sente bene, cosa che avviene nei momenti in cui entra a contatto con la morte. Ogni volta che il killer assapora qualcosa che gli dia la possibilità di uccidere, l’ambiente attorno a lui viene inondato di blu, un tocco di classe per immergere lo spettatore in quell’inquietante bellezza che avvolge il personaggio nei momenti che appaiono orribili per tutti gli altri, in perfetta coerenza con la terza stagione nella quale viene spiegato che Point Dexter sente di poter esprimersi al massimo solo quando trapassa qualcuno a morte. Altro elemento da lodare è l’uso del montaggio alternato durante un dialogo tra Matt ed Heather e quello tra Wilson e Vanessa: entrambi stanno tirando fuori i dubbi che sentono l’uno per l’altro, ma se i primi sembrano scavarsi la fossa, i secondi finalmente ricostruiscono le loro cicatrici. Nonostante Matt sia una brava persona, il momento ricalca infatti quanto quest’ultimo continui a distruggere la sua relazione perché non è onesto con Heather e scarica le proprie preoccupazioni su di lei, a differenza di Wilson che svela la verità a Vanessa ed accoglie totalmente ciò che sua moglie è. Come prima è stato evidenziato il benessere di Bullseye, anche in questo caso torna il contrasto tra il macabro ed il rasserenamento, con le mani di Wilson e Vanessa che si intrecciano mentre attorno a loro c’è il sangue, il tutto con la cinepresa che si muove per inquadrare Coniglio Nella Tempesta Di Neve, il dipinto che rappresenta da sempre il vuoto interiore di Kingpin che può essere riempito solo da Vanessa… ma anche il dipinto è macchiato con il sangue (a causa dell’ultimo scontro con Daredevil), cosa che rappresenta definitivamente ciò su cui si fonderà per sempre la sua relazione.
Se le cicatrici con Vanessa si risanano, la paura per il sindaco di New York continua comunque a crescere, dal momento che le sue decisioni si trasformano in un vero e proprio valzer in cui soltanto lui è capace di aprire le danze mentre tutti sono costretti ad ammirare la maestosità dei suoi passi. I ricchi finanziatori vengono infatti ridotti a dei burattini che sono costretti a cedere a qualsiasi ricatto, esattamente come quando Wilson manipolava i suoi sottoposti quando era uno dei boss più potenti di New York. Il capo della polizia, anche nei momenti in cui dovrebbe far valere la sua autorità, viene travolto dall’abuso di potere mentre dei poliziotti si lasciano andare alle azioni più spietate, dando l’idea che la giustizia è completamente distrutta (come la statua della legge che si sgretola nella sigla). Anche Daniel, che viene nominato vicesindaco delle comunicazioni sotto lo shock di Sheila, non è il segnale dei giovani che vengono sostenuti, bensì la manifestazione di un uomo potente che mette al comando una persona che farebbe qualsiasi cosa per stare dalla sua parte, creando quindi un’altra marionetta manipolabile a suo vantaggio. A tal proposito, rispetto alla repentina trasformazione di Daniel nell’episodio precedente, stavolta c’è maggior equilibrio tra il suo lato più umano e quello ambizioso, anche se la mancanza di crudeltà non compensa una caratterizzazione diventata stereotipata. Invece l’approfondimento di BB Urich è finalmente chiaro ed è palese che il personaggio sia diventato l’erede ufficiale dello zio Ben Urich, facendo trapelare la sua chiara volontà di aiutare i deboli e diffondere la verità. Tutto ciò toglie l’incoerenza percepita nelle puntate precedenti, con l’unica eccezione della sua presentazione nel secondo episodio, perché a questo punto non ha alcun senso che il personaggio abbia informato Wilson Fisk dei problemi con la polizia, a meno che non fosse una strategia per entrare nelle sue grazie, ma ciò è decisamente poco chiaro.

La recensione dell’ottavo episodio di Daredevil – Rinascita
Nella prima stagione di Marvel’s Daredevil Matt affermò che il problema principale era riuscire a gestire il diavolo dentro di lui, caratteristica che sembra essere tornata definitivamente in questo nuovo episodio. Matt infatti è tormentato dentro e non riesce ad essere onesto con nessuno, trattenendo la sua rabbia che rischia di tramutarsi in una scintilla pronta ad esplodere. Il mondo di Matt infatti va completamente allo sbaraglio perché tutto il suo impegno attraverso il quale si impegna sembra non servire a nulla: lui vuole fare giustizia ma allo stesso tempo ce l’ha con il mondo, con il senso di colpa nel non essere riuscito a salvare Foggy che torna nuovamente a tormentarlo. Si allontana dagli altri e agisce impulsivamente, mettendo a dura prova la propria persona soltanto per dimostrare di poter tenere testa al male. Matt si allontana da sé stesso, trasformando la sua ragazza in un fantasma che passa in modo invisibile al suo “sguardo” pur di seguire le mosse di Fisk. L’incontro tra lui e Bullseye genera un disastro di proporzioni bibliche che si crea a causa della sua rabbia repressa che, senza controllo, lo porta a fare cose istintive, esattamente come quando ha gettato Bullseye dal palazzo subito dopo aver visto la morte di Foggy, rischiando di perdere l’anima. Bullseye quindi, noto dagli spettatori come un killer “particolarmente sensibile”, diventa quindi anche il prodotto dell’aggressività di Matt che vaga in un’oscurità apparentemente senza fine. La caratterizzazione di Matt, il quale ancora una volta si mette a nudo senza necessariamente mostrare il costume di Daredevil, si conferma essere una delle più straordinarie mai trattate nel Marvel Cinematic Universe grazie a sfumature di alto livello. L’ottavo episodio di Daredevil: Rinascita si tramuta in una splendida partita a scacchi che carica l’ultima parte in modo impressionante, sottolineando la crescita dei personaggi che vengono scaraventati in un vortice di crudeltà e umanità. Ogni pezzo del puzzle viene incastrato nel posto giusto di ciò che si rivela essere un thriller realizzato a regola d’arte, anche grazie ad un ottimo colpo di scena che anticipa un possibile gran finale.