La gazza ladra, è giusto fare il male per il bene?

Presentato fuori concorso al Festival del Cinema di Roma 2024, la nuova commedia di Robert Guédiguian arriva finalmente anche al cinema in Italia: qual è il risultato del film?
La recensione de La gazza ladra, la commedia francese con Ariane Ascaride

Articolo pubblicato il 12 Aprile 2025 da Giovanni Urgnani

Presentato in anteprima internazionale alla diciannovesima edizione del Festival del Cinema di Roma, sezione Grand Public, distribuito nelle sale cinematografiche francesi il 29 gennaio 2025 mentre in quelle italiane a partire dal 17 aprile dello stesso anno, grazie al contributo di Officine UBU. La commedia vede dietro la macchina da presa il regista Robert Guédiguian (E la festa continua!), con ancora una volta protagonista l’attrice Ariane Ascaride. Ma qual è il risultato de La gazza ladra? Di seguito la recensione e la trama del film.

La gazza ladra, la trama del film di Robert Guédiguian

Il lungometraggio vede l’ultima apparizione dell’attore Jacques Boudet, scomparso dopo le riprese, in data 15 luglio 2024. Ma di cosa parla La gazza ladra? Di seguito la trama ufficiale del film diretto da Robert Guédiguian, scritto assieme a Serge Valletti:

Maria ama le ostriche, la musica classica e il suo nipotino, che dimostra un talento precoce per il pianoforte. Decisa a farne un pianista ad ogni costo, ha noleggiato un piano verticale e assoldato il maestro migliore di Marsiglia per dargli lezioni private. Ma Maria non ha i mezzi per sostenere queste spese e come la “gazza” di Rossini ruba la vita che luccica e fa la cresta sulla spesa dei suoi clienti, persone anziane di cui si occupa amorevolmente. La devozione la spinge però un po’ troppo lontana, firmando assegni che non potrà restituire. Un accidente scopre il suo gioco ma sotto il sole di L’Estaque qualcuno la ama e la solleva dai guai.

La recensione di "La gazza ladra" (2024), la commedia presentata al Festival di Roma, in uscita al cinema a partire dal 17 aprile 2025

La gazza ladra, la recensione del film con Ariane Ascaride

Esistono le bugie a fin di bene? Un dilemma morale mai del tutto risolto, in grado di generare sempre divisione e discussione, tra chi in nome del quieto vivere, della rivalsa o della paura, accetterebbe l’idea di compiere azioni sbagliate pur di portare a termine un buon proposito e chi invece è disposto a perdere o a rinunciare a tutto, in nome della verità e della trasparenza. La protagonista di questa storia appartiene sicuramente ala prima categoria, una donna che assieme a suo marito è diventata madre e poi nonna, il cui impiego è l’assistenza a domicilio agli anziani di Marsiglia, tramite una cooperativa; un lavoro umile e modesto, non sufficiente a togliersi quegli sfizi tanto desiderati e quel benessere inseguito per una vita intera.

Non solo, s’impegna come può per aiutare il nipote a studiare musica e coltivare il suo sogno, ma è veramente il suo? In realtà sembra quasi che il personaggio senta la necessità di far vivere al bambino ciò che non ha mai potuto, facendo riflettere così sulla frustrazione della terza età contemporanea, la vecchia generazione ritrovatasi a fare i conti con il passato, ma soprattutto con il presente, constatando cosa le sia rimasto in mano. L’ideale del materialismo con cui si è cresciuti porta a non accettare la condizione di svantaggio, poco alla volta ma sempre più costantemente si cade in situazioni poco limpide, seppur l’atto in sé non determini in maniera del tutto negativa il giudizio verso la persona.

Il regista Robert Guédiguian intende raccontare una sorta di conflitto tra “poveri”, in cui nella protagonista Maria, interpretata dalla fedele Ariane Ascaride, si rappresenta la magra condizione di persone che, nonostante abbiano lavorato per una vita intera, si trovano a fronteggiare quotidianamente l’insidia della precarietà, sia per demeriti propri, sia per un sistema non sempre impeccabile. Il film dà il meglio di sé nella parte centrale, dove una volta superata l’introduzione necessaria, si costruisce man mano l’intreccio narrativo, convergendo le linee dei diversi personaggi, finché il castello fatto di truffe e omissioni non implode su sé stesso, generando un effetto domino, paradossalmente però più positivo che no. Discorso diverso va fatto sul finale, non pienamente soddisfacente per la sua frettolosità nel tirare le fila e nel voler chiudere le sottotrame in gioco, lasciando poi dubbiosi su cosa veramente voglia trasmettere in fin dei conti.

La lieta conclusione fa pensare a quale sia la risposta da dare alla domanda citata in apertura dell’articolo in questione, sposando la filosofia della persona buona che rimane tale malgrado l’azione negativa compiuta. Di eccessiva repentinità pecca la sottotrama romantica sviluppatasi nel corso della pellicola, sempre più crescente d’importanza nel corso del terzo atto, plausibile e a suo modo intrigante sul piano narrativo, ma troppo veloce tanto da non avere un vero e proprio sviluppo, non abbastanza giustificabile dal classico “colpo di fulmine”, venendo così a mancare nell’aspetto capace di rendere il rapporto concreto ed empatico: la costruzione; anche perché le poche scene d’amore presenti non sono messe in scena in modo da esaltare l’erotismo da cui ne deriverebbe.

Trailer ufficiale de La gazza ladra, diretto da Robert Guédiguian
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La recensione de La gazza ladra, la commedia francese con Ariane Ascaride
La gazza ladra
La gazza ladra

"Una badante ruba i soldi ai suoi assistiti per aiutare il nipote, ma quando viene scoperta si genererà il caos."

Voto del redattore:

7 / 10

Data di rilascio:

17/04/2025

Regia:

Robert Guédiguian

Cast:

Ariane Ascaride, Jean-Pierre Darroussin, Gérard Meylan, Grégoire Leprince-Ringuet, Marilou Aussilloux, Lola Naymark, Robinson Stévenin, Geneviève Mnich, Jacques Boudet, Jacqueline Vicaire e Thorvald Sondergaard

Genere:

Commedia

PRO

La caratterizzazione tridimensionale della protagonista, nei suoi pregi e nei suoi difetti
La struttura narrativa, grazie alla quale i destini dei diversi personaggi s’intrecciano
La sottotrama romantica non ha una costruzione, irrompendo improvvisamente nella storia
Il finale è troppo affrettato e forse anche troppo lieto