Diventare la parodia di se stessi: la parabola discendente di Black Mirror 7

Torna una delle serie tv più amate degli ultimi anni: la settima stagione di Black Mirror è ormai disponibile su Netflix, ma avrà atteso le aspettative del pubblico?
La recensione di Black Mirror 7, disponibile su Netflix

Articolo pubblicato il 15 Aprile 2025 da Gabriele Maccauro

Un po’ più in sordina rispetto agli scorsi anni, arriva su piccolo schermo la settima stagione di Black Mirror, serie tv antologica che ha fatto la storia ma che, nell’ultimo periodo, ha vissuto degli alti e bassi notevoli. Scritta come sempre da Charlie Brooker, questa settima stagione torna ad essere composta da 6 episodi della durata variabile: si va dai 45 agli 89 minuti, con alcune puntate che sono a tutti gli effetti dei lungometraggi. Disponibile su Netflix dal 10 aprile, questa stagione numero 7 segue la tendenza che la serie ha ormai da quando è sotto l’ala della piattaforma streaming, dunque citando più volte i propri episodi passati e, in questo caso, creando addirittura un sequel di una delle sue puntate più note, ovvero USS Callister: Into Infinity. A seguire, la recensione della settima stagione di Black Mirror.

La recensione della settima stagione di Black Mirror

Channel 4 non è di certo la più nota tra le emittenti televisive, essendo priva di quello status che hanno invece le americane HBO, ABC o NBC. Oltre ad aver trasmesso per dieci anni Friends nel Regno Unito, essa è famosa più che altro per prodotti come Big Brother (il nostro Grande Fratello) o Big Fat Gipsy Weddings, eppure qualcosa cambiò nel 2011, quando venne trasmessa la primissima stagione di Black Mirror. Un progetto antologico, una serie televisiva atipica formata da soli tre episodi che lasciarono però da subito un segno indelebile in tutto il mondo, attestandosi immediatamente come uno dei fenomeni audio-visivi più interessanti del XXI secolo. Era il trionfo di Charlie Brooker: un progetto in grado di intercettare il presente e di parlare di un futuro tanto spaventoso quanto verosimile. Black Mirror vinse sotto ogni punto di vista e rafforzò il proprio status con una seconda stagione (compreso lo speciale natalizio White Christmas) che riuscì quasi inaspettatamente a mantenere il livello qualitativo altissimo e l’attenzione dello spettatore al massimo.

A comprendere il presente ed intercettare i bisogni del pubblico è però anche un’azienda statunitense di nome Netflix, che sempre nel 2011 decide di fare sul serio fronte serie tv: arriva House of Cards, nascono gli originali Netflix e nessuno sembra riuscire a farne a meno. A film e serie non viene più abbinato il nome del regista o dell’ideatore, ma il proprio marchio, tanto da portare al cosiddetto “Netflix & Chill”. A fare tendenza non sono più i prodotti, ma il contenitore. E se da un lato Netflix entra nelle case di ogni famiglia del mondo, dall’altro l’interesse per dei contenuti che potessero davvero fare la differenza da un punto di vista artistico viene sempre meno a mancare. Inutile dire che non va fatta di tutta un’erba un fascio e che Netflix ha prodotto anche opere di grandissimo livello, ma è anche innegabile come la linea tenuta dalla piattaforma streaming negli anni abbia lasciato più volte a desiderare.

William Poulter in Come un Giocattolo, quarto episodio della settima stagione di Black Mirror

Se durante la loro programmazione su Channel 4 ottengono un buon successo, la vera esplosione globale delle prime due stagioni di Black Mirror arriva a scoppio ritardato e nel 2016 Netflix se ne rende conto e ne acquisisce i diritti. Convinti di avere tra le mani una gallina dalle uova d’oro, Netflix tenta di replicare il successo di Black Mirror sull’emittente UK senza però rendersi conto che senza una totale libertà creativa, la creatura di Charlie Brooker sarebbe stata devastata, che è poi esattamente ciò che è successo negli ultimi 9 anni. Una parabola discendente tanto evitabile quanto violenta che, al netto di alcuni episodi di grande livello, non convince mai e quella scintilla vista in Messaggio al Primo Ministro o in 15 Milioni di Celebrità scompare per sempre.

Negli ultimi 9 anni abbiamo sentito dire spesso che questa caduta fosse dovuta anche e soprattutto al fatto che la realtà fosse così surreale e folle da averle paradossalmente tolto la verve creativa, ma la verità è che queste sono tutte scuse. Black Mirror si è fregata da sola e lo ha fatto senza neanche rendersene conto, finendo per fare la cosa che più di tutte andava evitata: autoincensarsi ed autocitarsi. Mille riferimenti al passato, battute e idee riciclate – addirittura all’interno della stessa stagione, come nel caso di questa settima – e addirittura un episodio, USS Callister: Into Infinity, a fare da sequel alla puntata d’apertura della quarta stagione. Black Mirror è diventata la parodia di se stessa e due guizzi come Come un Giocattolo e Eulogy non possono bastare, perché il danno sembra ormai essere davvero irreparabile.

2,0
Rated 2,0 out of 5
2,0 su 5 stelle (basato su 1 recensione)
La locandina della settima stagione di Black Mirror, disponibile su Netflix
Black Mirror
Black Mirror

Tra le serie tv più amate degli ultimi 15 anni, Black Mirror è ormai giunta alla sua settima stagione. Tra richiami al passato ed un nuovo approccio al piccolo schermo, i sei episodi di cui è composta sono disponibili su Netflix.

Voto del redattore:

5 / 10

Data di rilascio:

10/04/2025

Regia:

Ally Pankiw, Toby Haynes, Haolu Wang, David Slade, Chris Barrett, Luke Taylor

Cast:

Peter Capaldi, Will Poulter, Paul Giamatti, Emma Corrin, Cristin Milioti, Rashida Jones, Chris O'Dowd, Awkwafina, Jimmy Simpson, Billy Magnussen, Patsy Ferran, Harriet Walter, Tracee Ellis Ross, Issa Rae, Siena Kelly, Rosy McEwen,

Genere:

Distopico, Drammatico, Fantascienza, Thriller

PRO

Gli exploit degli episodi Come un Giocattolo e Eulogy
La ripetitività di idee e tematiche
La ormai inevitabile parabola discendente del progetto stesso