Articolo pubblicato il 16 Aprile 2025 da Bruno Santini
A seguito di un primo episodio, che ha introdotto le tematiche principali dell’isekai e ha permesso a tutti gli spettatori di confrontarsi con The Beginning After The End, prosegue la rappresentazione dell’anime che adatta il celebre manwha e la web novel di grande successo, con il personaggio di Re Grigio/Arthur protagonista. Il secondo episodio, Il re sotto attacco, permette di venire a conoscenza di nuovi personaggi, pur con una serie di difetti che non si può fare a meno di sottolineare: ma quali sono i risultati e che cosa possiamo dire su The Beginning After The End 1×02? Di seguito, si indica tutto ciò che c’è da sapere su trama e recensione della puntata Il re sotto attacco.
La trama di The Beginning After The End 1×02: Il re sotto attacco
Prima di procedere con la recensione di The Beginning After The End 1×02, la puntata dal titolo Il re sotto attacco, si indica innanzitutto la trama della puntata in questione. L’episodio, così come avevamo osservato anche per la prima puntata, si apre con un flashback sul passato di Re Grigio: l’uomo, conosciuto per la sua efferatezza, si trova a confronto con una decisione molto difficile, dettata dalla possibilità di condannare un emissario e la sua famiglia; nonostante le preghiere dell’uomo, Re Grigio fa giustiziare tutti.
L’azione si sposta nel nuovo mondo di Arthur, che ha ormai quattro anni e che gestisce un potere enorme, tanto da portare i suoi genitori a rendersi conto di non poter più proseguire da soli con l’addestramento del bambino: il trasferimento dei tre in città li porta ad avvicinarsi ai Twin Horns, un vecchio gruppo dove era presente anche il padre di Arthur. Il loro spostamento, però, ben presto viene messo a rischio da un gruppo di banditi che li attaccano e che sono disposti a uccidere tutti, tranne Arthur e sua madre.
La recensione del secondo episodio di The Beginning After The End
L’avevamo detto con la recensione del primo episodio di The Beginning After The End: pur nella sua natura di isekai e nel riproporre delle formule che fossero in qualche modo convenzionale, l’anime aveva delle carte da giocare che però erano essenzialmente legate al modo in cui il prodotto sarebbe stato successivamente sviluppato. Ebbene, il secondo episodio di The Beginning After The End permette di essere già piuttosto chiari in tal senso: ci ritroviamo di fronte ad un prodotto che, ad oggi, semplicemente non funziona. Per quanto si possa tentare di sorvolare rispetto a determinate tipologie di messa in scena, privilegiando la qualità del racconto o la portata narrativa di un prodotto, è davvero difficile salvare ciò che si vede in Il re sotto attacco, con un secondo episodio di The Beginning After The End che diventa troppo velocemente la fiera del problema. Animazioni sgradevoli, figure statiche e fisse sullo sfondo senza alcuna profondità e orrori visivi, soprattutto nelle scene degli animali, si accompagnano ad una concezione dell’azione francamente vuota e piatta, che difficilmente trova giustificazione anche pensando a risorse scarse e poco tempo dedicato all’animazione della serie.
C’è, poi, anche la componente narrativa che non può mancare di essere sottolineata: così come era avvenuto anche nel primo episodio, il flashback iniziale fa ben sperare a proposito di uno sviluppo tematico interessante, dettato soprattutto dall’utilizzo dei toni cupi e da quel senso di maestosità nel personaggio di Re Grigio, che si accompagna poi ad una rappresentazione successiva del personaggio di Arthur, colto nella sua dicotomia tra voglia di essere qualcosa di estremamente importante e necessità esistenziale che lo porta a vivere la sua infanzia; tutto il resto è, però, pallidamente tratteggiato in maniera scarna, soprattutto per quanto riguarda rapporti, disposizioni dei personaggi e confronti-scontri tra gruppi sociali. Certo, il secondo episodio entra ancora a far parte del novero di quelli che devono costruire una lore generale, ma ciò che viene portato sullo schermo è davvero troppo parco per giustificare anche solo 20 minuti di episodio, che riducono – in termini di importanza – a qualche battuta e poco altro: ancora una volta, allora, si parla di messa in scena non perché si voglia sparare sulla croce rossa, bensì perché questo è l’elemento francamente più debole, anche quando ci sarebbe bisogno di sviluppare un minimo racconto basato sulle immagini e sulle scenografie di un territorio, evidenziandone le componenti, mettendo in luce i personaggi o mostrando quella componente morale di cui si vuole far menzione nel confronto tra passato e presente.
In questo momento, pur essendoci le idee e pur sapendo parlare di sacrificio, amore e volontà di mettere se stessi in secondo piano per salvare l’altro, The Beginning After The End tratteggia soltanto una parvenza di racconto, evidentemente non supportata dal comparto tecnico, restando in superficie e affidandosi soltanto a quante spunto qua e là, senza saper dare altro allo spettatore.