Articolo pubblicato il 19 Aprile 2025 da Gabriele Maccauro
Distribuito nelle sale italiane a partire dal 17 aprile 2025, Drop – accetta o rifiuta è la nuova pellicola diretta da Christopher Landon, il regista che si è reso noto per aver realizzato Auguri per la tua morte, Ancora auguri per la tua morte e Freaky. Tutte le due produzioni prima di Drop – accetta o rifiuta sono state comedy-horror, al contrario quest’ultima opera è un film dell’orrore puro. A tal proposito: com’è Drop – accetta o rifiuta? Di seguito la recensione del film.
La recensione di Drop – accetta o rifiuta, il primo passo falso di Christopher Landon
Christopher Landon è un regista di film dell‘orrore molto interessante e da non sottovalutare. Le due pellicole che lo hanno reso celebre agli occhi degli appassionati di film dell’orrore ovvero Auguri per la tua morte e il suo sequel riuscivano a proporre una protagonista molto carismatica e sopratutto a effettuare una originale variazione in salsa slasher del meccanismo narrativo introdotto da Ricomincio da capo, un’impresa non facile. Anche la sua ultima opera uscita in sala (Freaky), sempre adottando il registro stilistico della commedia-horror, metteva in risalto la dinamica del body swap, riuscendo a inserirsi perfettamente nella contemporaneità e a riflettere sugli archetipi classici della narrazione cinematografica.
Drop – accetta o rifiuta si configura invece come un horror dallo stampo classico nella sua concezione di partenza e pur adottando qualche trovata visiva niente male (come la predominanza di scritte a schermo o l’asfissia provocata alla protagonista dalle notifiche ricevute sul suo cellulare) non riesce a distinguersi per nulla nello specifico e a fallire sotto diversi punti di vista. Drop è una pellicola ambientata prevalentemente in un ambiente nel quale alla protagonista viene affidato l’improbo compito di sbarazzarsi del suo potenziale interesse romantico per cause all’inizio poco chiare. Questa premessa ballerina viene successivamente affossata dallo svelamento finale e riduce i cattivi della pellicola ad antagonisti da operetta. Landon vorrebbe creare un meccanismo di tensione nel quale lo sguardo dello spettatore è sovrapposto a quello della protagonista di cui si dovrebbero comprendere le difficoltà e incertezze. Tuttavia l’operazione si tramuta ben presto in una serie di difficoltà che devono essere superate senza che queste contribuiscano veramente a narrare una storia, l’unico fine della creazione di tensione è la tensione stessa, non producendo alcun significato iconografico. A peggiorare la situazione vi è poi il fatto che Landon sembra non trovarsi affatto a suo agio con il genere horror puro e tenta forzatamente (in particolare attraverso la insopportabile figura del cameriere) di inserire di straforo degli elementi di commedia, senza però che questi si amalgamino minimamente con il resto.
Questa mancanza di una direzione unitaria provoca anche un visibile disorientamento da parte degli attori, che non sempre capiscono come recitare al meglio una scena, risultando troppo spesso non credibili. Drop vorrebbe essere un film semplice ma finisce per essere invece troppo confuso e il risultato è un compitino molto prevedibile da parte di un cineasta che, pur senza mai eccellere, aveva dimostrato a più riprese in passato di saper sprigionare una contagiosa creatività, in grado di giocare in modo molto maturo con il genere della commedia-horror.