Through The Valley: perché è un episodio deludente e tutti gli errori presenti nella puntata di The Last Of Us 2

Il secondo episodio di The Last Of Us, Through The Valley, ha deluso molti spettatori e videogiocatori: ma per quale motivo e quali sono gli errori presenti nella puntata?
Through The Valley: perché è un episodio deludente e tutti gli errori presenti nella puntata di The Last Of Us 2

Articolo pubblicato il 22 Aprile 2025 da Bruno Santini

Avendo fatto il suo esordio nel mercato in streaming a partire dal 21 aprile 2025, Through The Valley ha già avuto modo di far parlare molto di sé, soprattutto per quanto riguarda il rapporto con il videogioco e con tutti i videogiocatori. The Last Of Us 2 è un mondo particolarmente ricco di elementi, dettagli, suggestioni e – ovviamente – tutto ciò ha da sempre conquistato i videogiocatori che hanno ritrovato, in alcune scene, un immaginario perfetto e chiaramente cinematografico, almeno nella concezione di Neil Druckmann e in ciò che si è ritrovato sul piccolo schermo. Che determinate scelte prese per la serie potessero deludere era francamente preventivabile, ma Through The Valley sembra aver deluso non soltanto per differenze con il gioco (che non costituiscono necessariamente il fulcro della questione), ma anche per un’impostazione piuttosto fiacca, data la materia che si andava a trattare: cerchiamo di vedere nel dettaglio perché è un episodio sbagliato e quali sono tutti gli errori presenti nella seconda puntata di The Last Of Us 2.

L’assedio degli infetti a Jackson sembra una scena da Game of Thrones

I due prodotti sono entrambi HBO, il regista dell’episodio è Mark Mylod e gli approcci dell’azienda sono inevitabilmente gli stessi, ma non si può fare a meno di notare che la scena (lunga e tediosa) dell’assegio degli infetti a Jackson sembri una scena di (o da) Game of Thrones, più che legata al mondo di The Last Of Us. La prima stagione della serie aveva fatto sua la consapevolezza secondo la quale, per quanto gli infetti fossero evidentemente una presenza costante nel mondo raccontato, il vero nemico fosse l’uomo e il fulcro di tutta la narrazione fosse l’umanità, pur nelle sue declinazioni più intime. Concentrare così tanta attenzione e screen-time ad una scena che poteva essere totalmente (o parzialmente) evitata non soltanto svilisce il vero elemento centrale di Through The Valley, ma sembra anche allontanare dalle logiche creative di The Last Of Us 2 stesso.

L’intera scena dell’assedio degli infetti sembra essere una riattualizzazione di Aspra Dimora, l’episodio in cui per la prima volta Jon Snow si confronta con il Re della Notte che può creare nuovi infetti sulla base dei cadaveri che ha a disposizione nelle sue vicinanze; i runner, addirittura, sembrano non essere più infetti di The Last Of Us 2 nei loro movimenti, bensì Estranei del Trono di Spade, o addirittura zombie di The Walking Dead, guidati da una sola mente di branco che li sposta da un punto all’altro; la scena con il Bloater di Tommy è, con tutto il rispetto per gli addetti ai lavori che l’hanno pensata, francamente brutta nella sua messa in scena, ma anche nei rapporti di forza tra i personaggi, nel tradire il senso di “comando” dell’infetto rispetto a tutti gli altri appena visto qualche secondo prima, nel movimento e nella spazialità dei personaggi. Il motivo per cui il videogioco inseriva un’orda di infetti soltanto nella zona più ampia all’esterno di Jackson era proprio questo: disseminarli tutti in uno spazio molto aperto, affinché potessero dimostrare visivamente quel caos che qui diventa parvenza (pallida) di ordine e di disciplina tra gli infetti, proprio come se ci fosse una mente superiore a guidarli.

La scena degli infetti con Abby riprende il videogioco, ma quella dell’assedio a Jackson è reinventata dalla serie

Il cambiamento dei personaggi in scena

Lo diciamo per chiarezza e per non cedere all’idea secondo la quale ogni cambiamento sia necessariamente un problema: se parliamo di cambiamenti tra gli errori di Through The Valley, lo facciamo per motivi di rapporto con l’emotività e con il valore complessivo del videogioco; quando la prima stagione di The Last Of Us ha cambiato, l’ha sempre fatto per innovare e connotare maggiormente di senso il nuovo racconto, aggiungendo personaggi, introducendo nuove storie e sapendo anche toccare corde di emotività maggiore nello spettatore. L’aggiunta del personaggio di Gail nella prima puntata di The Last Of Us 2, con il dialogo tra la psicologa e Joel che sostituisce quello con Tommy, è sicuramente un’ottima scelta ma introduce un tema ciò che ritroviamo anche in Through The Valley: il cambiamento dei personaggi portati in scena, con conseguente depotenziamento di Tommy. L’avevamo già intravisto nella prima stagione: il fratello di Joel è molto meno centrale in numerose scene, e nella seconda puntata della serie è totalmente assente dalla scena madre che tutti attendevano.

Non conosciamo i motivi di questa scelta, ma è importante notare che l’assenza di Tommy dalla scena in cui Joel muore non è un dettaglio da poco: è Tommy il primo a pronunciare il nome di Joel ad Abby, ed è il primo a presentarlo anche agli altri del W.L.F. Sostituirlo con Dina può anche non avere grandi effetti nella scena della pattuglia e della fuga dagli infetti a cavallo, ma di sicuro è una mancanza importante per quel senso di estremo contatto con il fratello, che vede negli ultimi istanti della sua vita: ricordiamo che Tommy, nel secondo videogioco, è totalmente accecato dalla vendetta e anche a distanza di anni trama di uccidere Abby, coinvolgendo nuovamente Ellie in una caccia disperata all’uomo che la allontanerà da tutto. Il motivo, al di là della morte di Joel, è anche la sua presenza nel momento più atroce della Parte II di The Last Of Us, a cui qui si rinuncia, pur di tenere Tommy a Jackson per i motivi sopra-elencati.

Il chiarimento tra Ellie e Joel svelato (già) nel secondo episodio

Nell’offrire questo elemento, tra gli errori di Through The Valley e tra i motivi per cui questo episodio può dirsi un episodio deludente, siamo sicuri di parlare alla maggior parte del pubblico di videogiocatori, che pagano maggiormente lo scotto rispetto a determinate scelte. Se così non dovesse essere e non volete ottenere degli spoiler, allora vi invitiamo a passare oltre; di sicuro, uno degli errori nel secondo episodio di The Last Of Us 2 riguarda una linea di dialogo tra Ellie e Jesse, in cui quest’ultimo chiede alla prima del suo difficile rapporto con Joel, ma questa sembra glissare sulla cosa: i due hanno avuto modo di chiarirsi (lo capiamo dalle parole di Ellie, ma anche dalla scena presente alla fine del primo episodio), si vogliono bene indiscutibilmente per quanto il loro rapporto sia altalenante e la ragazza si dice pronta ad andare in pattuglia con Joel, ristabilendo così (lo dice in modo ironico) un “rapporto padre-figlia”.

Ancora una volta, come dicevamo precedentemente, non è il cambiamento in sé ad essere un problema, ma la logica di senso con cui questo avviene: conservare – attraverso il personaggio – il dubbio che tra Ellie e Joel non ci sia mai stato effettivamente un chiarimento o un riavvicinamento, specie quando scopriamo che Ellie sa che Joel le ha mentito circa il suo essere l’unica immune in tutto il mondo, rappresenta la chiave di volta della grandissima forza emotiva di The Last Of Us Parte II. Fino alla fine del videogioco e fino all’ultima, potentissima e magistrale, scena del titolo, il videogiocatore non sa che cosa sia successo nell’ultima sera in cui i due hanno parlato: si sono riavvicinati, hanno chiarito, si vogliono ancora bene, sono disposti a superare le avversità? Spiattellare in maniera così tanto didascalica che quel chiarimento c’è stato depotenzia tutto il viaggio di Ellie, tutta la sua volontà di vendetta, conducendo inevitabilmente ad un finale che (per quanto possa essere ben reso) non sarà mai in grado di ritrovare quella forza emotiva che aveva conquistato i videogiocatori.

La scena della morte di Joel e tutti gli errori presenti nella sequenza

Veniamo, dopo aver elencato tutti i problemi precedenti per i quali Through The Valley, all’errore sicuramente più grosso di tutta la puntata: la scena della morte di Joel. Al di là del non essere certamente poco, data l’importanza capitale di questa sequenza all’interno di tutta la storia videoludica, è importante notare che gli errori si ritrovano su più livelli, che tentiamo di analizzare nel dettaglio. Innanzitutto, l’atto in sé della morte avviene sostituendo un colpo di mazza da golf con una lama (della stessa mazza) che trafigge il corpo del personaggio: è una scelta, ancora una volta, che non aggiunge senso e che non connota diversamente la sequenza, ma che semplicemente non mette in primo piano sullo schermo la violenza di un cervello spappolato.

The Last Of Us è però un videogioco che, tra i suoi enormi punti di forza, ha il fattore di una grande organicità dettata dalla percezione tattile (e non solo) della violenza: osservare i cadaveri generati dallo stesso giocatore minuti e minuti prima, sentire il suono di un cranio spaccato, percepire la lama che trafigge la carne e tante altre scelte simili sono motivi di un grande investimento nel sensoriale del videogioco, che non ha mai lesinato sulla cruda rappresentazione della violenza. In questa scena Joel muore trafitto (dunque in modo da rimanere visivamente “intatto”), con la lama che lo attraversa quasi stesse entrando in un muro di gomma – anche per effetto di una messa in scena non ottimale in termini di effetti speciali – e con il suono che viene ovattato: si voleva forse preservare lo spettatore di più età? Non sappiamo se la risposta sia questa ma, se lo fosse, l’errore sarebbe allora anche di concetto, oltre che di messa in scena.

Tutto ciò che precede la morte di Joel (colpo di fucile a parte, in cui si avverte proprio quel senso di violenza organica di cui parlavamo) è sbagliato allo stesso modo: il monologo di Abby è inutilmente prolisso e scomposto, la scena in sé diventa anticlimatica e i continui stacchi sui pugni che il personaggio interpretato da Kaitlyn Dever dà a Joel sono sovrabbondanti e fiacchi, considerando anche l’intervento di Owen e gli sguardi degli altri personaggi. Il risultato è quello di una scena totalmente scarica di tensione, la peculiarità fondamentale del videogioco in cui fino all’ultimo momento non si crede a che cosa si sta vivendo, si è convinti che in qualche modo Joel possa salvarsi o Ellie riesca a fare qualcosa: la morte di Joel è qui resa in maniera pallida e sfilacciata, oltre che prevedibile. Quando alle parole della donna che anticipano il suo omicidio, esse hanno anche il difetto (già anticipato dalla prima sequenza della puntata) di anticipare allo spettatore anche i motivi del suo gesto, che nel videogioco invece restano celati: altro cambiamento cruciale, che avrà come effetto il depotenziamento del viaggio e dei tre giorni di Abby, che erano stati invece fondamentali per la costruzione dell’immedesimazione del videogiocatore nel personaggio.

La scena della morte di Joel è totalmente diversa rispetto al videogioco

La stessa scena del calcio ricevuto da Ellie, che nel videogioco porta al cut to black e all’inizio vero del titolo, è un esempio di perfetta soggettiva a cui non rinunciare, sia perché esiste come effettivo materiale di partenza, sia perché il modo in cui viene sostituita (Ellie che abbraccia Joel, i W.L.F. che vanno via immediatamente in maniera goffa, uno dei personaggi che dà del “pendejo” al nostro, col corpo di Joel trascinato poi da un cavallo) è arrendevole e pigro. Parliamo di errori su tutti i livelli che hanno, come effetto, non soltanto l’aver creato un episodio deludente, ma anche il sacrificio di tantissime componenti future: perché rinunciare alla costruzione in climax della vendetta di Ellie e, poi, della storia di Abby? Perché fare a meno di una verità che si svela a poco a poco, caricando di tensione lo spettatore?