La solitudine dei non amati porta dalla Scandinavia un altro esordio registico affascinante

Arriva anche nei cinema di tutta Italia il film che segna l’esordio alla regia di un lungometraggio per Lilja Ingolfsdottir: un inizio di carriera che fa ben sperare per il futuro?
La recensione de La solitudine dei non amati, diretto da Lilja Ingolfsdottir

Presentato in anteprima mondiale al Rio de Janeiro International Film Festival, distribuito nelle sale cinematografiche norvegesi l’11 ottobre 2024, col titolo originale Elskling, mentre in quelle italiane a partire dal 30 aprile 2025, grazie al contributo di Wanted Cinema. Il lungometraggio segna l’esordio dietro la macchina da presa in un lungometraggio per la regista Lilja Ingolfsdottir, dirigendo la coppia protagonista interpretata da Helga Guren e Oddgeir Thune. Ma qual è il risultato de La solitudine dei non amati? Di seguito la recensione e la trama ufficiale del film.

La trama de La solitudine dei non amati, il film di Lilja Ingolfsdottir

La pellicola è prodotta da Nordisk Film Production, in collaborazione con Amarcord, mentre la sceneggiatura è firmata dalla stessa regista. Ma di cosa parla quindi La solitudine dei non amati? Di seguito la trama ufficiale del film diretto da Lilja Ingolfsdottir:

Maria, già madre di due figli e divorziata dal primo marito, incontra a una festa Sigmund, con cui scatta l’amore. I due costruiscono una nuova famiglia ma il rapporto pian piano si deteriora tra incomprensioni, accuse reciproche e impeti di rabbia, lasciando Maria a chiedersi se ci sia qualcosa che non va in lei. Un’altra separazione sarà l’occasione per guardarsi dentro e ripensare sia il rapporto con Sigmund che quello con i figli.”

La recensione de "La solitudine dei non amati" (2024), il film con Helga Guren in uscita al cinema in Italia a partire dal 30 aprile 2025

La recensione de La solitudine dei non amati, con Helga Guren

Non c’è modo peggiore di cominciare una relazione amorosa sperando che il partner di turno risolva i problemi interiori o che metta pace alle varie insicurezze dalle radici profonde. All’inizio tutto sembra facile e spensierato, coi primi mesi ricchi di passione travolgente e romanticismo, accesi dalla novità dirompente dell’innamoramento, per poi diventare tutto maledettamente più complicato nel momento in cui si decide di costruire qualcosa di veramente importante, condividendo la quotidianità e tutto quello che ne consegue: le differenze di carattere, le reciproche idiosincrasie e i diversi modi di esprimere le proprie emozioni (positive o negative).

Tutto questo viene vissuto dalla protagonista Maria: una mamma divorziata a cui sembra cambiare la vita sul piano sentimentale, riuscendo a conquistare il cuore del bel Sigmund; l’idillio però sembra finire abbastanza presto, fino a che il logorio non può più essere soffocato o nascosto dalla riconciliazione, toccando quel punto di non ritorno che spaventa sempre chiunque. Ma la fine di un percorso diventa l’inizio di un altro: per comprendere le ragioni della difficoltà di mantenere stabile un legame affettivo, Maria scava man mano in profondità dentro sé stessa, alla ricerca del problema da affrontare a viso aperto, in modo da migliorarsi in primis come donna, in secundis anche come madre, ricostruendo così un conflittuale rapporto con la primogenita adolescente, avuta dal matrimonio precedente, e per finire anche come figlia.

L’intelligenza della sceneggiatura però sta nel sottolineare quanto sia necessario chiedere aiuto per intraprendere una strada tortuosa come questa: delicato e puntuale è il ruolo riservato alla psicoterapeuta, indispensabile occhio esterno e competente in grado di portare all’attenzione del soggetto gli eventi, cercando di superare il proprio punto di vista; azzeccata è la scelta registica di presentare più volte quelle che in teoria sarebbero le stesse scene, mostrate invece ogni volta cambiate nei dettagli, mostrando quanto la realtà degli eventi vada in contrasto con la percezione soggettiva. Lilja Ingolfsdottir si presenta per la prima volta dietro la macchina da presa di un lungometraggio con grandissima personalità, ben consapevole di come mettere in scena le sue idee e di come saper rappresentare la realtà della vita senza rinunciare alle peculiarità dell’arte cinematografica, inquadrando egregiamente le maggiori difficoltà del rapporto di coppia, generate principalmente da pregresse irrisolutezze dei singoli individui.

A testimonianza di ciò basti analizzare come marito e moglie siano ottimamente messi a specchio nel loro modo di comportarsi: lei mossa da una forte irascibilità e irruenza, dovuta alla paura di essere abbandonata per prima; lui caratterizzato da un’abissale incomunicabilità, tenendosi dentro tutto ciò che prova senza alcun equilibrio, arrivando al prevedibile cedimento, non avendo dato l’opportunità d’intervenire in tempo. In pieno stile scandinavo, La solitudine dei non amati (adattamento italiano del titolo assai discutibile) trasmette nel modo migliore valori importanti, facendosi promotore al pubblico di messaggi che lo possano rendere consapevole di quanto sia imprescindibile fare pace con la propria personalità, quanto sia indispensabile affidarsi a qualcuno di valido professionalmente, senza doversi vergognare, e soprattutto di come approcciarsi al meglio verso una possibile storia d’amore, ossia non una terapia per curare i demoni interiori.

Trailer ufficiale de La solitudine dei non amati, diretto da Lilja Ingolfsdottir

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La recensione de La solitudine dei non amati, diretto da Lilja Ingolfsdottir
La solitudine dei non amati (Elskling)
La solitudine dei non amati (Elskling)

"Un'intensa riflessione sulla fragilità delle relazioni e sulla forza necessaria per ritrovare sé stessi quando la coppia va in crisi."

Voto del redattore:

8 / 10

Data di rilascio:

30/04/2025

Regia:

Lilja Ingolfsdottir

Cast:

Helga Guren, Oddgeir Thune, Kyrre Haugen Sydness, Heidi Gjermundsen, Maja Tothammer-Hruza, Marte Magnusdotter Solem, Esrom Kidane, Aksel August Lenander-Lervik e Elisabeth Sand

Genere:

Drammatico

PRO

Ottima la scelta di ripercorrere le stesse scene aggiungendo dettagli nuovi ogni volta
La coppia protagonista è ben caratterizzata a specchio nella sua diversità di carattere
Giusto insegnamento a proposito del considerare il rapporto affettivo e il ritrovare se stessi
Nessuno