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Perché il Daredevil di Netflix può considerarsi canonico

Il Daredevil di Netflix è canonico? Tutti gli elementi da considerare e il rapporto con Daredevil di She Hulk

Da quando il Daredevil interpretato da Charlie Cox è tornato nell’universo della Marvel, numerose persone sul web stanno dibattendo su una sola questione: il personaggio che è definitivamente apparso in “She-Hulk” anche in costume è, dal punto di vista narrativo, lo stesso della serie originariamente distribuita da Netflix avente tre stagioni, o si tratta di una versione completamente diversa che rende la serie citata una semplice variante multiversale? Ma la domanda è un’altra: Daredevil è realmente stato canonico nel Marvel Cinematic Universe? Facciamo un passo indietro.

La serie TV del Marvel Cinematic Universe prima dell’avvento di Disney Plus

 

Prima che le serie del Marvel Cinematic Universe venissero prodotte dai Marvel Studios con l’avvento di Disney Plus, i prodotti televisivi erano curati dalla collaborazione della Marvel Television e della ABC Television Studios. Le serie TV di questa divisione vennero effettivamente annunciate come un’estensione dell’universo televisivo curato da Kevin Feige e tra queste c’erano non solo le celebri “Agent’s Of Shield” e “Agent Carter“, ma anche le serie distribuite da Netflix: “Daredevil”, “Jessica Jones”, “Luke Cage”, “Iron Fist”, “The Punisher” ed il crossover “The Defenders“. Infatti in tali opere c’erano dei riferimenti alla battaglia contro i Chitauri in “The Avengers” ed ai vari celebri membri del gruppo omonimo. Inoltre lo stesso Charlie Cox aveva nel contratto l’obbligo di apparire in almeno un film nel caso venisse chiamato, confermando che effettivamente i piani per collegare al 100% il cinema e la TV c’erano tutti.


Tuttavia, con il passare del tempo, ci furono sempre più problemi di comunicazione e di comprensione tra Kevin Feige ed i produttori esecutivi di Marvel Television (per esempio la continua opposizione di Feige all’inserimento degli Inumani), tanto che la serie più longeva, “Agents Of Shield”, ha cominciato fortemente ad ignorare gli eventi dei film cinematografici nelle ultime stagioni. Con la successiva rottura di Marvel Television e l’avvento di Disney Plus, i diritti di tutti i personaggi delle serie della ABC tornarono definitivamente nelle mani dei Marvel Studios. 


La suddivisione delle serie TV Marvel su Disney Plus

 

A tal proposito, proprio sulla piattaforma streaming della casa di Topolino c’è una sezione dedicata ai prodotti Marvel a cui sono legate altre sottosezioni: c’è quella “Marvel Cinematic Universe”, avente tutti i prodotti del canone”, e quella “Serie e Speciali Marvel”, avente ogni prodotto televisivo con il marchio. Proprio nella seconda sono presenti “Agents Of Shield”, “Agent Carter” e “Inhumans” che invece non sono visibili nella prima sezione, come segno definitivo della non canonicità dei prodotti.

Daredevil Netflix è canonico

Prima di andare sul destino capitato alle serie Marvel distribuite da Netflix, va precisato questo elemento legato alle ultime stagioni: nonostante gli sceneggiatori avessero ricevuto la stessa indipendenza dal Marvel Cinematic Universe a causa delle fratture sempre più in atto come per le serie precedentemente menzionate, dal punto di vista narrativo non venne raccontato nulla che entrasse in contrasto con i disegni di Kevin Feige


Questo perché il fatto che i protagonisti fossero sempre persone che affrontano situazioni legati alla città impediva agli eventi di connettersi con catastrofi universali e quindi non c’era rischio che qualcosa non tornasse diversamente da “Agent’s Of Shield”. Inoltre, l’unico indizio temporale che avevamo era il fatto che le varie stagioni fossero ambientate dopo “The Avengers”, ma per tutto il resto la collocazione temporale degli eventi non venne mai precisata, quindi anche il rischio di non calcolare parti importanti come lo schiocco di Thanos, perché, fino a prova contraria, le avventure di Jessica Jones e dei suoi colleghi potevano tranquillamente essere avvenute prima.


Il ritorno di Daredevil in Spiderman: No Way Home e il successo della serie Netflix

 

Però le congetture sono congetture e l’unica cosa certa era che tali serie fossero intrappolate in un limbo perché il Marvel Cinematic Universe non le tirò mai in ballo… finché, con grande sorpresa, Vincent D’Onofrio non tornò nei panni di Kingpin in “Hawkeye” e Charlie Cox non apparve di nuovo nei panni dell’avvocato Matt Murdock in “Spider-Man: No Way Home”. Grazie a quelle apparizioni, la serie TV “Daredevil” tornò ad essere tra le serie televisive più viste nel mese di Dicembre, quando ancora Netflix aveva i diritti di distribuzione che ora sono scaduti dalla prima metà del 2022. 


Tuttavia le domande non finirono comunque, perché il cameo di Murdock non cita gli eventi delle stagioni precedenti, mentre il ritorno di Vincent D’Onofrio non solo non menziona tali stagioni, ma addirittura presenta un Kingpin molto più forte e resistente rispetto a quello visto nelle avventure della ex serie Netflix. Allora di chi si tratta? Si tratta di versioni completamente staccate da ciò che abbiamo visto nell’acclamata serie e quindi varianti multiversali, oppure no?


Le dichiarazioni di Vincent D’Onofrio sulla canonicità di Kingpin in Hawkeye

 

Quando la domanda a proposito della canonicità di Kingpin in Hawkeye venne fatta a Vincent D’Onofrio, la sua risposta fu questa:


“È lo stesso personaggio. Sì, voglio dire, il modo in cui lo abbiamo visto in Hawkeye mi ha portato a credere che ci sono tanti punti simili, ma anche alcuni che sono impossibili da connettere. Ma penso che… e vale lo stesso per molte cose del MCU, che Kevin Feige e questi incredibili registi hanno cercato di connettersi il più possibile con il materiale originale. Ma naturalmente esistono alcuni punti che non possono essere ricollegati. Penso che abbiamo fatto la stessa cosa per unire Daredevil a Hawkeye, o Hawkeye a Daredevil e quindi Daredevil e Hawkeye. La vedo così.”

 

E ancora, a proposito della canonicità del personaggio e di quella del Daredevil di Netflix, ha aggiunto: 

Ovviamente il mio personaggio in Hawkeye fisicamente è più forte, è in grado di resistere ancora di più. Il mio approccio però è rimasto lo stesso identico che ho avuto ai tempi di Daredevil. È un essere umano emotivo, è un bambino e un mostro allo stesso tempo. Le stesse cose che provo quando lo interpreto, gli eventi della mia vita a cui mi connetto, gioiosi o tristi, usati per Daredevil, li ho ripresi anche in Hawkeye. Quindi sono connessi, sicuramente. Nella mia mente, sicuramente. Sin dalle nostre prime interazioni, mi sono soffermato sulla sua emotività e sul mio approccio per Daredevil. Ho basato tutto sulle emozioni, come ho fatto anche in Hawkeye.”

 

Che cosa intese Vincent D’Onofrio per gli elementi che non possono essere ricollegati? Per comprenderlo, perché prima è meglio notare che nella stessa serie “Hawkeye” ci sono due elementi curiosi: Kingpin indossa ai polsi i gemelli del padre che aveva già come una delle sue caratteristiche visive principali nella serie Netlix. Inoltre, in un flashback tagliato dal montaggio finale e ambientato circa dieci anni prima degli eventi di “Hawkeye”, Wilson Fisk indossa un completo nero che è identico a quello indossato da lui negli eventi della prima stagione di “Daredevil” prima di indossare quello bianco nelle stagioni successive. Un dettaglio tanto attento alla collocazione temporale è strano in una serie che dovrebbe essere staccata da tutto ciò che abbiamo visto in precedenza, però si tratta pur sempre di una scena eliminata, quindi al momento non si può considerarla attendibile.

Kingpin Netflix canonico

Daredevil: Born Again, il progetto di una nuova serie TV sul Diavolo di Hell’s Kitchen nella Fase 5 del Marvel Cinematic Universe

 

Per comprendere a cosa si riferisse presumibilmente Vincent D’Onofrio, bisogna conoscere prima i dettagli dei prossimi progetti. Tra i vari prodotti della Fase 5 del Marvel Cinematic Universe è stato infatti annunciato “Daredevil: Born Again”, una nuova serie TV con protagonista il Diavolo di Hell’s Kitchen, ma si tratta di un sequel della serie TV o di un reboot completo?


Ecco la risposta dell’attore Charlie Cox a questa domanda:


“Non so nulla, non ho ancora letto la sceneggiatura… io penso che, basandomi sul titolo “Born Again”, si tratti di un nuovo inizio. Sarà diverso, sarà molto diverso. Sarà una storia con nuove idee.

Kevin mi ha detto di trattarla come una stagione 1. Si tratta di una stagione 1, non di una stagione 4 della vecchia serie, quindi è una cosa nuova. Credo che il pensiero sia: Devi farla ancora, falla in modo diverso.”

 

Con tali esclamazioni, molti hanno inteso la cosa come la conferma di un reboot, ma le parole dell’attore possono essere interpretate anche in un altro modo. Prima va considerata una cosa: in tutto questo arco di tempo le ex serie TV Netflix sono state inserite su Disney Plus e quindi la soluzione è semplice: basta vedere in quale sezione sono state collocate. In quella del Marvel Cinematic Universe non compaiono e quindi la strada sembra quella essere risolta, ma non compaiono nemmeno nella sezione “Serie e Speciali Marvel”. Invece è stata creata una terza sezione apposita chiamata “The Defender’s Saga”, dedicata appunto solamente alle serie precedentemente distribuite da Netflix.


Dove collocare il Daredevil di Netflix?

 

Dunque, se non compare in nessuna delle sottosezioni, dove va collocata esattamente la serie Netflix su Daredevil? La strada della non canonicità è sempre più forte? E perché essere così ambigui per una cosa del genere?


La risposta potrebbe essere trovata nel target: diversamente da tutti i prodotti del Marvel Cinematic Universe, le ex serie Netflix sono vietate ai minori. Questo cozza enormemente con la standardizzazione riconoscibile dell’MCU e potrebbe risultare molto scomodo perché un bambino che apprezza questi nuovi personaggi, per recuperare le loro origini potrebbe essere molto scosso nello scoprire che uno dei cattivi principali, comparso nella divertentissima serie “Hawkeye”, stacchi le teste delle persone con le portiere dell’auto. Per questo i Marvel Studios sono così ambigui: non possono, produttivamente parlando, essere così espliciti per non compromettere la loro natura. Allora perché non rivelarlo subito? Perché stare in silenzio dopo la comparsa di Murdock in “Spider-Man No Way Home” dando tempo a tanti di recuperarsi le stagioni Netflix prima di una risposta definitiva?


Non dobbiamo dimenticarci che proprio una settimana fa, Daredevil è finalmente tornato anche con il costume grazie all’ottava puntata di “She-Hulk“. In questa puntata non vediamo elementi narrativi che entrano in contrasto con le stagioni Netflix, ma non vediamo nemmeno qualcosa che possa confermarle veramente… se non la presenza dello storico tema musicale del personaggio in un’unica scena, oppure quest’ultimo si tratta di un semplice easter egg? Inoltre, se la caratterizzazione del personaggio appare molto simile quando si tratta dell’avvocato Matt Murdock, il diavolo di Hell’s Kitchen invece ha una personalità molto più ironica rispetto a quella delle stagioni precedenti. Ed è proprio questa la cosa a cui forse si riferivano soprattutto sia Charlie Cox che Vincent D’Onofrio: il tono.


Per entrare a contatto con il Marvel Cinematic Universe, i nuovi personaggi devono per forza adattarsi ai toni standard dell’universo Marvel, senza più entrare fortemente in contrasto con essi come facevano le precedenti serie. Per questo, quando si riferiscono a cose diverse da prima o che non possono essere ricollegate, forse dicono proprio che le persone non dovranno vedere i personaggi in un contesto violento ed estremamente cupo e per questo dovranno cominciare abituarsi, appunto, ad una cosa nuova. Ma tale elemento nuovo esclude la possibilità di poter considerare i personaggi gli stessi delle serie Netflix? Non per forza: ricordiamo che Thor, nei primi due film, era impostato in salsa shakespeariana, mentre negli ultimi due film lo vediamo fare continue battute ed una spaccata alla Jean Claude Van Damme, così come Doctor Strange è più cinico in “Spider-Man: No Way Home” e molto comprensivo in “Doctor Strange Nel Multiverso Della Follia”. Non è la prima volta quindi che la caratterizzazione dei personaggi si adatta al contesto richiesto e per questo il cambio di tono non può essere citato come indice di canonicità.


Considerando che la Disney, per vendere i prodotti riavuti per Disney Plus, tra cui le ex serie Netflix, ha investito oltre un miliardo di dollari, è probabile che voglia assolutamente riguadagnarci sulla cosa, per questo è molto probabile che rimanga ambiguo su questo punto: non rivelare le origini dei personaggi che vadano in contrasto con ciò che è stato creato nelle ex stagioni Netflix ma non dare nemmeno troppi riferimenti con queste ultime, in modo che chi non le conosce possa tranquillamente comprendere queste nuove storie e chi invece le conosce possa tranquillamente considerarle come un proseguimento. Ci sono tuttavia altri elementi da considerare.


Prima di tutto il sito ufficiale dei Marvel Studios aveva scritto diversi mesi fa, nella scheda dedicata al personaggio di Daredevil, che gli eventi di “Spider-Man No Way Home” erano ambientati dopo quelli delle ex stagioni Netflix, ma tali scritte sono subito state cancellate poche ore dopo. Semplice problema di organizzazione? Può darsi. Tuttavia, di nuovo nel sito della Marvel è spuntata una dichiarazione, di pochi giorni fa, la quale dichiara che il Daredevil di “She-Hulk” è letteralmente più o meno lo stesso che abbiamo imparato ad amare in questi ultimi anni. Ancora una volta ambiguità, ma perché usare il termine “più o meno lo stesso”? Ancora una volta riguarda il tono oppure no? 


Inoltre la presenza del tema musicale nell’ultimo episodio di “She-Hulk” è stata interpretata da alcuni come una conferma della canonicità, mentre da altri come un easter egg simile a quello del tema della serie animata degli X-Men degli anni 90 usata per introdurre il tema dei mutanti sia in “Doctor Strange Nel Multiverso Della Follia” che in “Miss Marvel”. C’è però questo particolare da considerare: il tema degli X-Men degli anni 90, appartenente ad una serie animata di oltre venti anni fa, è davvero paragonabile ad un tema musicale di una serie molto più recente che, ripetiamo, è stata tra le 10 serie TV più viste di Dicembre durante l’uscita di “Spider-Man No Way Home” e quindi fresca nella mente degli spettatori? In questo caso la presenza del tema della serie TV, se fosse un semplice easter egg a dispetto della canonicità, non sarebbe una furbata un po’ troppo eccessiva nei confronti del pubblico generalista rispetto ad un tema di una serie animata riconoscibile principalmente dagli appassionati? 

 

Infine, ci sono alcuni rumor interessanti che parlano non solo del ritorno del cast originale dell’ex serie Netflix in “Daredevil Born Again”, ma anche del fatto che in “Echo“, serie TV con protagonista l’omonima figliastra di Kingpin, verrà rivelato anche come mai il personaggio sia molto più forte rispetto a quello che siamo stati abituati a vedere. Ciò renderà il personaggio delle prime tre stagioni canonico? Lo scopriremo presto. Una cosa tuttavia è sicura: la canonicità delle ex serie Netflix non è per nulla scontata, ma non lo è nemmeno la mancata canonicità, perché comunque ci sono delle coincidenze notevoli, quindi basta definire chi vuole tali serie canoniche come un folle… a meno che ovviamente presto non arrivi una risposta che dimostri il contrario in maniera così definitiva da non poter contestare nulla, ma al momento tale risposta non esiste da nessuna di queste due parti e la Marvel ci ha spesso abituati al pensiero che tutto è possibile.