Recensione- Star Wars: Andor Puntata 1×08 (Spoiler)

Recensione nona puntata Andor serie TV Disney+

Articolo pubblicato il 28 Ottobre 2022 da Alessio Minorenti

In data 26 ottobre 2022 è approdata su Disney Plus la puntata 1×08 di “Andor” la serie tv ambientata nell’universo di Star Wars che, dopo una settima puntata che si concludeva con l’arresto del protagonista, si sofferma nel narrarci la crudeltà e la spietatezza del regime imperiale. Di seguito è offerta la recensione dell’episodio su Disney+.

La trama della puntata 1×08 di Andor

 

La durata corposa (57 minuti compresi i titoli di coda) di questa ultima iterazione di “Andor” è ampiamente giustificata, come sempre è accaduto per questa serie, da una sequela notevole di informazioni, dialoghi e avvenimenti che animano la narrazione sullo schermo.

Innanzitutto Cassian Andor, ancora in stato di shock per l’arresto improvviso subito da parte delle truppe imperiali, si ritrova di punto in bianco rinchiuso nel carcere di Narkina 5 a svolgere un lavoro massacrante all’interno di una catena di montaggio assieme ad altri detenuti nella flebile speranza di sopravvivere fino al giorno della sua eventuale scarcerazione.

Per quanto riguarda il fronte ribelle Luthen (Stellan Skarsgard) cerca disperatamente di creare un fronte comune tra le varie fazioni ribelli per far fronte comune contro l’Impero, mentre Vel e Cinta si adoperano nel mettersi sulle tracce di Andor cominciando le loro ricerche su Ferrix. Sempre sullo stesso pianeta Brix viene catturata dalla pattuglia imperiale presente sul luogo e torturata da una spietata Dedra Meero al fine di ottenere informazioni su Cassian Andor, da lei ritenuto la chiave di volta per smascherare e catturare i vertici dell’alleanza ribelle.

Da notare infine come nella puntata, presiedendo la seduta del Bureau imperiale, faccia capolino anche il personaggio del colonnello Wullf Yularen, personaggio incontrato dagli appassionati già in veste animate nelle serie “Star Wars Rebels”, “Star Wars Clone Wars” e intravisto anche in “Star Wars episodio 4”.

La recensione della puntata 1×08 di Andor

 

Non vi poteva essere sede migliore di “Andor” per mostrare nel modo più crudo e inequivocabilmente realistico possibile la ferocia e il pugno di ferro della macchina imperiale.

Il penitenziario nel quale il personaggio protagonista viene a trovarsi sull’arcigno pianeta di Narkina 5 è in tutto e per tutto simile a livello di messa in scena alla rappresentazione delle carceri nei prodotti statunitensi degli ultimi anni. La privazione della libertà personale e la lenta alienazione che si sperimenta venendo rinchiusi in queste strutture non è più infatti accompagnata da una rappresentazione di un’ambiente di reclusione sordido e malsano (come poteva avvenire ne “Le ali della libertà” o in “Alcatraz”) in cui spesso l’olezzo degli altri detenuti invade il nostro spazio privato e le docce diventano spesso luoghi di sopraffazione reciproca, ciò che infatti anche in questa serie ci viene proposto è un luogo compartimentato, completamente asettico e straniante. Le stesse postazione di lavoro dei detenuti non vengono sporcate da grasso o olio di macchinari, vi è un rigido controllo e una completa sopraffazione dell’ambiente e della scenografia nei confronti dei personaggi.

Il complesso di livelli e di squadre che si scontrano tra di loro, pur senza incrociarsi o vedersi mai realmente come in una guerra di logoramento tra due trincee, può sembrare riproporre la situazione homo homini lupus resa celebre da “Squid Game” nonostante in questo caso le guardie carcerarie sembrano avere un interesse soltanto nel lavoro schiavistico dei detenuti, venendo eliminata dunque integralmente la componente “ludica” della serie coreana. Da segnalare infine uno straordinario (e sperabilmente presente anche nel prossimo episodio) Andy Serkis nelle vesti del comandate del nucleo di prigionieri del quale fa parte Cassian Andor.

Il grande lavoro poi svolto dalla serie a livello di approfondimento delle dinamiche geopolitiche dell’universo di Star Wars, che sembra quasi prendere seriamente un famoso passaggio di “Brian di Nazareth” dei Monty Python, si manifesta nel meraviglioso colloquio tra Luthen e Saw Guerrera dove vengono citati i vari orientamenti politici dei vari fronti di una ribellione ancora profondamente disunita e rendendo vivido il lato anarchico (e dunque per  definizione anche caotico e individualista) di quello che poi sarà il blocco inscalfibile della trilogia originale.

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