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Recensione – Wendell & Wild: il ritorno punk rock di Henry Selick su Netflix

Recensione di Wendell & Wild di Henry Selick su Netflix, film scritto con Jordan Peele

Due mondi apparentemente distanti, che riescono a toccarsi per mezzo della volontà di conquistare l’altro; una rappresentazione grottesca, cupa e spietata degli esseri umani, che si oppone a più colorito e bizzarro modus operandi per quel che concerne le creature demoniache; la fusione tra entrambi i mondi precedentemente citati, che crea sconvolgimenti e genera spettacolo. Sono le caratteristiche fondamentali della filmografia di Henry Selick che, ancora una volta con Wendell & Wild, dimostra di saper sfornare un prodotto di grande pregio. Scritto a quattro mani con Jordan Peele (quando quest’ultimo non aveva ancora esordito nel mondo della regia), il film si dimostra un fantasioso e dissacrante modo di rappresentare la morte e il senso di colpa, attraverso atmosfere punk rock, parodie – neanche troppo velate – di un certo Presidente americano e un notevole utilizzo della stop-motion. Di seguito, si offre la recensione di Wendell & Wild, nuovo film Netflix che segna il ritorno di Henry Selick.  

La trama di Wendell & Wild, film di Henry Selick su Netflix

Wendell & Wild, nuovo film di Henry Selick su Netflix scritto a quattro mani con Jordan Peele, presenta uno dei caratteri tipici della filmografia del regista di Nightmare Before Christmas e Coraline: l’alternanza tra due mondi, che sono soltanto apparentemente antitetici e distanti. Nel primo, Kat ha 8 anni e vive una vita felice con i suoi genitori di Rust Bank. Di ritorno a casa in una serata di pioggia, i genitori – proprietari di un birrificio – vengono distratti da Kat che, nel mordere una mela candita, trova un verme all’interno del suo dolce; per questo motivo, l’auto precipita e finisce in acqua, e soltanto la bambina riesce a salvarsi.

 

Nell’altro mondo presentato, i due demoni Wendell & Wild sono gli unici figli rimasti a Buffalo Belzer, che li obbliga a costruire una fiera servendosi della sua crema per capelli. I due demoni, vogliosi di costruire la loro fiera, vengono segregati da Belzer all’interno delle sue narici. Qui vengono a contatto con Kat, intanto cresciuta e amante del punk rock: la ragazza potrà evocarli e farli giungere sulla Terra, dove potranno finalmente essere liberi.

 

Kat, intanto, che fa ritorno a Rust Bank in una scuola di rieducazione religiosa – dopo anni passati in prigione riabilitativa – fa la conoscenza di Raul, ragazzo trans che la aiuterà inconsapevolmente con il suo progetto di evocazione. Kat, infatti, è una ragazza infernale”, che presenta il marchio sulla sua mano e, rubando l’orso impagliato di Helley, suora che fin da subito si rende conto delle abilità della ragazza. Dopo aver evocato i due demoni, che intanto avevano scoperto che la crema per capelli di Belzer potesse resuscitare i morti, i due riportano in vita padre Best, che era stato precedentemente ucciso dai Klaxon, vogliosi di costruire una prigione anche a Rust Bank. 

 

Il progetto dei due demoni sarà quello di collaborare con padre Best: i due riporteranno in vita tutti i membri del Consiglio, che voteranno a favore della costruzione di una nuova prigione, mentre padre Best e i demoni riceveranno i soldi dai Klaxon per ultimare i propri progetti. Raul, però, ruba la crema per capelli di Belzer e riporta in vita anche i genitori di Kat, che incontrano la figlia nella loro vecchia casa. Dopo aver scoperto che anche Helley era una ragazza infernale, le due collaborano per sconfiggere il mostro creato dai ricordi della ragazza, annullando ogni maledizione sulla stessa. Quando Belzer, che giunge sulla Terra dopo aver scoperto che i demoni l’avevano abbandonato, minaccia di distruggere tutto, Helley e Manberg (custode della scuola) fanno un patto con il signore dei demoni: loro restituiranno tutti i figli di Belzer, catturati da Manberg, mentre quest’ultimo lascerà Rust Bank.

 

Nelle premonizioni future di Kat, che intanto inizia a familiarizzare con il suo potere, si vede Rust Bank finalmente risorgere, dopo che i Klaxon sono stati arrestati (riportando in vita i testimoni che accertino che l’incendio al birrificio, che ha distrutto l’economia della città ormai abbandonata, è stato provocato dagli stessi) e gli zombi dei membri del Consiglio sconfitti. I genitori di Kat, così come tutti gli altri che sono stati fatti rivivere con la crema per capelli, abbandoneranno di nuovo la figlia, dal momento che la crema non ha un effetto duraturo. 

Recensione Wendell & Wild di Henry Selick

Recensione di Wendell & Wild: il delirio di Henry Selick che conquista Netflix

Chi avesse dubbi, a proposito del ritorno di Henry Selick direttamente sulla piattaforma di streaming Netflix, può essere assolutamente smentito: il regista di Nightmare Before Christmas e Coraline continua a sorprendere attraverso un’opera che – se possibile – tenta di alzare ancor di più il livello narrativo ed estetico, sulla base di una produzione e un budget sicuramente più elevati. La scrittura in collaborazione con Jordan Peele, naturalmente, aumenta i caratteri e gli elementi disturbanti e derivanti di un film che, nel complesso, si rivela essere ricco di pregi.

 

Il racconto è, ancora una volta, perseguito sulla base di una dicotomia tra due mondi che verranno a contatto: il primo, quello degli umani, è spoglio e cupo, dominato dalla malignità della famiglia Klaxon, grigio nelle sue caratterizzazioni cromatiche; il secondo, quello dei demoni, prosegue verso quella direzione, ma trova nelle figure dei demoni Wendell e Wild (oltre che in quella di Buffalo Belzer) particolare colore, non soltanto dal punto di vista cromatico, quanto più anche nella presentazione di personaggi ironici, assillanti e chiassosi, che fanno da contraltare a quel silenzio tombale nella città di Rust Bank. Il tono è spezzato dalle atmosfere punk rock di Kat, soprattutto nella preziosa colonna sonora, che vive il suo dolore attraverso il rifiuto dello stesso e si presenta attraverso musica ad alto volume, stivali altissimi, minigonna e capelli di un colore verde sgargiante; nel contesto di una scuola che vive del bigottismo di suore (la cui rappresentazione è straordinaria) e custodi, il look di Kat appare volutamente fuori posto, dunque in grado di spiccare ai danni degli altri. 

 

Ogni personaggio, in sintesi, è perfettamente rappresentato, sia per quel che concerne la sua estetica, sia per quanto riguarda la caratterizzazione personalistica: Kat è una tredicenne, in fin dei conti, e per quanto possa sentirsi adulta a seguito della morte dei suoi genitori, resta tale nell’infantilismo con cui affronta la vita, oltre che l’unica persona (la suora Helley) che vorrebbe aiutarla. I due demoni, di contro, sono anch’essi ingenui e mossi dalla sola volontà di realizzare una fiera: nella cieca ingenuità si può essere in grado di fare ogni cosa – è il messaggio del film -, addirittura resuscitare i morti. Nel contesto generale del film, al di là dei già citati, sono due i personaggi che spiccano: il primo è Raul, di cui il film cerca di dare continuamente un’indicazione a proposito della sua transessualità; il secondo è proprio Klaxon, che presente una parrucca invadente, una pancia prominente, una cravatta lunga rossa e uno sguardo costantemente arrabbiato: il rimando all’ex Presidente degli Stati Uniti Donald Trump è assolutamente immediato e, nell’insieme di una rappresentazione delirante, non sorprende neanche. 

Wendell & Wild: i difetti del film e l’uso magistrale della stop motion

Wendell & Wild non è certamente esente da difetti, che appartengono più alla scrittura che alla sua rappresentazione: se appare necessario lodare un lavoro tecnico (fatta eccezione per un rallenty iniziale assolutamente disturbante) sicuramente importante, non è possibile non notare che – in termini di narrazione – ci siano degli elementi che appaiono piuttosto stereotipanti, oltre che lontani da un’idea complessiva di prodotto che vuole distaccarsi dalla narrativa convenzionale del prodotto animato.

 

In alcuni segmenti della narrazione, soprattutto nella sua parte centrale, il racconto sembra arenarsi in un pantano di ripetizioni ed inutili elementi aggiuntivi: in quei punti appare piuttosto intuitivo il percorso che il film vuole intraprendere ma verso il quale quasi temporeggia, per esigenze di durata. La caratterizzazione del personaggio di Kat, specie nei suoi ricordi, appare anche piuttosto banalizzante, per un prodotto che non mira certamente ad essere per bambini: rievocare i propri ricordi, al fine di combatterli e finalmente sconfiggerli, per andare avanti della vita, non sembra il messaggio morale più elaborato di sempre, ed è in questa rappresentazione personalistica che il film risulta essere manchevole, volendo necessariamente comunicare che la ragazza ha saputo finalmente far pace con se stessa annullando il senso di colpa. 

 

Lodevole, invece, l’utilizzo della stop motion. Henry Selick è diventato celebre e riconoscibile sulla base dell’utilizzo di una tecnica che, nel campo dell’animazione, trova tantissimi detrattori: in recenti interviste, il regista aveva dichiarato che lo sviluppo delle moderne tecniche di stop motion hanno comportato un miglioramento progressivo della fluidità dell’animazione, che in questo film (considerando la sua tecnica) è nettamente visibile. 

Voto:
3.5/5
Andrea Boggione
4.5/5
Christian D'Avanzo
4/5
Vittorio Pigini
3/5
Giovanni Urgnani
4.5/5
0,0
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Data di rilascio:
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