Articolo pubblicato il 6 Gennaio 2022 da wp_13928789
Come in Psycho il film inizia inquadrando i palazzi di una grande città, entra in una finestra, una donna al suo interno. A differenza di Psycho lei non è con il fidanzato ma probabilmente scappa da esso. Tutto trema, per un attimo fulmineo sembra che un mostro stia attaccando la città. Ma non è così! il mostro è dentro di lei, dentro quel cellulare da cui continuano a giungere chiamate, dentro quella vita da cui lei vuole scappare. Veloce fa i bagagli, sale in auto e fugge lontano, improvvisamente, un incidente. Il titolo del film impatta su di noi come quel furgone su di lei. Confusione, disorientamento e risveglio in una nuova realtà.

Questo è l’inizio di 10 Cloverfield Lane, secondo film della “saga” a tema mostri targata J.J. Abrams. Un inizio raffinato, curato ed elegante. Tutto è affidato alle immagini e alla colonna sonora, non c’è bisogno di parlare, è subito evidente che non siamo di certo di fronte al solito Monster Movie da cassetta (che poi… sarà davvero un Monster Movie?). Dan Trachtenberg, alla sua opera prima, mostra tutto il suo talento attraverso scelte di regia mai banali, senza però al contempo scadere in inutili virtuosismi. Il suo è un gioco con lo spettatore, un giocare con i generi e le atmosfere, volto al continuo sovvertimento delle aspettative.

E così si passa dal Thriller Claustrofobico alla commedia, dal post apocalittico all’Horror psicologico, dalla fantascienza al giallo. Tutto è ribaltabile e così come cambia l’idea che la nostra protagonista ha della situazione, così come cambia la verità in cui crede al momento, così cambia il nostro approccio al film. Cambia il ritmo, cambia la fotografia, cambia il sonoro, cambiano le musiche e la recitazione degli attori, tutto cambia per far cambiare noi. Per disorientarci, per sorprenderci, per portarci dove l’autore vuole. Ci vuole intelligenza per far questo e sopratutto per farlo senza eccedere con facili colpi di scena. Non per nulla a firmare la sceneggiatura c’è anche quel giovane genio di Damien Chazelle. Perfino il finale, da molti criticato, facilmente fraintendibile nei suoi intenti è in realtà una perfetta conclusione per chi di quest’opera ne ha capito l’essenza.

Di assoluto livello anche il ridotto cast. Mary-Elizabeth Winsted mostra tutte le doti di una grande attrice, forse mai abbastanza compresa e valorizzata da Hollywood. John Gallagher Jr. è la spalla perfetta. Il vero mattatore è però John Goodman, in un ruolo molto lontano a quelli a cui ci ha abituato e forse proprio per questo di ancora maggior impatto. Un ruolo per cui non esito a dire che avrebbe meritato un Oscar.
10 Cloverfield Lane è una piccola perla fin troppo sottovalutata, per quanto negli anni abbia radunato la sua nicchia di estimatori. È uno dei più grandi esempi recenti di quanto un piccolo B-Movie possa diventare arte elevate se affidato a giovani di talento e di cultura, lasciati liberi di osare. Un film da scoprire e riscoprire.
- Carlo Iarossi