Infinite: La reincarnazione fatta film

Articolo pubblicato il 6 Gennaio 2022 da wp_13928789

È disponibile su Amazon Prime l’ultima fatica di Antoine Fuqua, regista che con pellicole come I magnifici 7, attacco al potere e i due Equalizer ha senza dubbio saputo dire la sua, nel bene o nel male, nel panorama del cinema d’azione degli ultimi anni. Adattamento del romanzo “The reincarnation papers” di D. Eric Maikranz il film narra di una guerra millenaria tra due fazioni di esseri umani in possesso di un incredibile dono, quello di aver memoria di tutte le proprie vite passate, cosa che da loro la possibilità di accumulare conoscenze e abilità infinite.

La capacità di Fuqua di sfruttare il genere è subito ben evidente dalla adrenalinica scena d’azione iniziale, un inseguimento d’auto al cardiopalma che farà battere il cuoricino di più di un appassionato. Di li in poi sarà un turbinio action tra elementi fantascientifici e paranormali contornato da una lunga sequela di spiegoni, a volte necessari, a volte di troppo, a partire dal primo monologo fuori campo del protagonista. Una spiegazione totalmente inutile che non fa altro che anticiparci quello che di lì a poco sarà ovvio vedendo il film, rovinandoci anche quel minimo di alone di mistero che sarebbe potuto esserci nei primi minuti.

Passando al cast forse l’elemento più traballante è proprio Mark Wahlberg nei panni del protagonista Treadway, spaesato e distaccato al punto da farci quasi rimpiangere che non si fossero scambiati i ruoli con il di certo non talentuoso ma decisamente più in parte, Dylan O’Brien (qui presente come precedente incarnazione del protagonista). Molto più affascinante il diabolico Bathurst di Chiwetel Ejiofor, una interpretazione in costante Over-Acting ma che ben si sposa con la natura folle e inquietante del personaggio. Brava anche Sophie Cookson, che è sempre un piacere rivedere per un fan di Kingsman come me, in un ruolo ammaliante e dal grande fascino molto diverso, seppur comunque in chiave action, rispetto a quello avuto nello spy movie firmato Matthew Vaughn.

Infinite è sicuramente un piacevole passatempo, un buon film da divano per una serata con gli amici del sabato. Ma se da un lato l’intrattenimento è assicurato dall’altro la pellicola soffre, per un ironico contrappasso metacinematografico, proprio di ciò di cui tratta. Se infatti i nostri protagonisti hanno il dono (per alcuni maledizione) di poter ricordare le proprie vite passate, dall’altro Infinite ha il difetto di ricordare troppo le pellicole di genere prima di lui. Un forte senso di deja-vu circonda tutta la storia e la sua resa visiva. Le fazioni e i loro nomi hanno forti sentori di Young-adult alla Divergent, il reclutamento dell’eroe ripercorre dinamiche alla Wanted, quell’artigiano da cercare riporta alla mente il fabbricante di chiavi di Matrix. E poi ancora Fast and Furious, Jumper, il già citato Kingsman, John Wick, Mission Impossible, Tomb Rider, la mummia, Atto di forza e tanti altri. Tante, troppe, le dinamiche già viste, le atmosfere già vissute, le ambientazioni riciclate. Praticamente inesistenti le innovazioni. Infinite, nonostante l’originalità delle sue premesse, è l’emblema del “nulla di nuovo”, un film incredibilmente derivativo che può andar bene per un sabato sera ma che nulla lascia nella mente di chi di action sotto i ponti ne ha visto passare tanto. Divertente ma dimenticabile e già dimenticato.

Voto: 6/10

Carlo Iarossi

Andrea Barone:
Andrea Boggione:
Christian d’Avanzo:
Paolo Innocenti:
Paola Perri: 7,5
Giovanni Urgani:

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