I Migliori Film Horror ad aver vinto un premio Oscar

Ecco quali sono i migliori film horror ad aver vinto un Oscar

Articolo pubblicato il 9 Febbraio 2023 da Christian D'Avanzo

Con un occhio di riguardo alla prossima 95a edizione dei premi Oscar, tra i vari candidati nelle categorie in gara emerge una costante ormai storica e, quasi, inscalfibile: una scarsa considerazione verso il genere horror. Sono infatti decisamente pochi i film dell’orrore che hanno fatto breccia nel gradimento dell’Academy nella sua storia, ma alcuni ce l’hanno fatta a portarsi a casa i prestigiosi riconoscimenti.

 

I Migliori Film Horror vincitori dell’Oscar

Al limite dell’unicità del caso, di seguito verranno infatti indicati i 10 Migliori Film Horror che sono riusciti ad ottenere almeno un premio Oscar, presentati in ordine cronologico e con un’inevitabile menzione speciale.

Rosemary’s Baby, di Roman Polanski – 1968

La lista si apre con quella che viene considerata una vera e propria pietra miliare del cinema, non solo horror. Il primo film realizzato negli U.S.A. dal regista di origini polacche Roman Polanski viene principalmente ricordato per aver di fatto rivoluzionato il genere, con una tesa storia di satanismo a sfondo sociale che viene ancorata spaventosamente al mondo reale. Il cinema dell’orrore, precedentemente legato per la via maggiore al fantasy e al castello gotico d’epoca, con “Rosemary’s Baby” penetra direttamente nella vita quotidiana della gente comune, con il timore che una setta satanica possa annidarsi in un semplice condominio di città.

 

Il cinema contemporaneo è indubbiamente debitore al 5° lungometraggio di Polanski, ma la storia lo ricorda anche per il premio Oscar per la Miglior Attrice non Protagonista vinto da Ruth Gordon, oltre che per la candidatura alla Miglior Sceneggiatura non Originale nell’adattare l’omonimo romanzo di Ira Levin.

 

L’Esorcista, di William Friedkin – 1973

L’autorialità del film di Polanski, aprì all’epoca le porte per i due decenni successivi ad un buon riconoscimento dell’Academy (a tratti notevole) per quanto riguarda il campo dell’horror. Iconico capolavoro del suo regista, cult e punto di riferimento soprattutto per il cinema moderno, “L’Esorcista” di William Friedkin continua non solo a terrorizzare ancora oggi a 50 anni dalla sua uscita, ma rimane il film horror che più di tutti ha ottenuto considerazione nella Notte degli Oscar.

 

Successivamente aver ottenuto il riconoscimento di Miglior Regista con “Il braccio violento della legge”, quello che viene considerato il regista del Male raggiunge infatti il punto più alto della sua carriera con questo adattamento dell’omonimo romanzo di William Peter Blatty, riuscendo ad ottenere ben 10 nomination, tra cui sorprendentemente Miglior Film. A fine cerimonia, quello che viene probabilmente considerato il miglior film horror nella storia del cinema porterà a casa “solo” 2 statuette, quelle per la Miglior Sceneggiatura non Originale (scritta dallo stesso autore del romanzo) e quella per il Miglior Sonoro.

Il presagio, di Richard Donner – 1976

Un altro classico del cinema horror risponde al titolo di “The Omen”, ovvero il quarto lungometraggio del regista statunitense Richard Donner (“Superman”, “Ladyhawke”, “I Goonies”). Tuttavia il film del 1976 costituisce di fatto una vera e propria mosca bianca all’interno della filmografia di Donner, caratterizzata prevalentemente da commedie e film d’avventura, specialmente per ragazzi.

 

Coadiuvato dalla sceneggiatura di David Seltzer – che lo stesso anno pubblico una propria trasposizione letteraria del film, la quale venne pubblicata due settimane prima dell’uscita de “Il presagio”, facendo erroneamente credere che il film fosse un’adattamento del romanzo – Donner realizza un horror diventato poi un vero e proprio cult, specialmente del filone demoniaco.

 

Una pellicola che riesce ad incutere inquietudine specialmente grazie al suo comparto sonoro, con il riconoscimento dell’Academy che decide di premiare la Miglior Colonna Sonora di Jerry Goldsmith e candidarlo anche alla Miglior Canzone per “Ave Satani”.

Alien, di Ridley Scott – 1979

Al termine degli anni ’70 inizia una delle saghe non solo più iconiche ma anche più importanti nel campo del cinema horror fantascientifico. Il rivoluzionario primo capitolo diretto da Ridley Scott ha dato infatti vita ad un franchise contenente 3 sequels (torneremo specialmente su uno di loro), 2 prequels e 3 crossover, non considerando i vari fumetti, libri e videogiochi ispirati al terrificante xenomorfo più famoso del cinema.

A livello di riconoscimenti, il film del 1979 viene considerato uno dei capolavori del genere, ma riuscendo ad ottenere “solo” il premio Oscar ai Migliori Effetti Speciali (ai quali ha collaborato anche Carlo Rambaldi) e la candidatura per la Miglior Scenografia.

 

Negli altri 8 film dell’intera saga, solo un titolo è infatti riuscito ad ottenere riconoscimenti dall’Academy, facendo addirittura molto meglio del suo capostipite. Ci si riferisce ovviamente a “Aliens – Scontro finale”, il secondo capitolo diretto da James Cameron, che nel 1987 è riuscito ad ottenere ben 7 candidature, per poi vincere il premio per il Miglior Montaggio Sonoro ed ancora per i Migliori Effetti Speciali.

 

Un lupo mannaro americano a Londra, di John Landis – 1981

Ormai l’Academy avrebbe ben compreso che anche il cinema horror doveva avere il proprio spazio ed ovviamente, se si parla di demoni, mostri e fantasmi, un elemento che potrebbe giocare un ruolo fondamentale è proprio quello del Trucco. Nel 1982, il quinto lungometraggio di John Landis (“Animal House”, “The Blues Brothers”, “Una poltrona per due”) ha di fatto riscritto la storia del cinema, almeno per quanto riguarda la cerimonia dei premi Oscar dal punto di vista più squisitamente formale.

 

Per l’incredibile trasformazione in “Un lupo mannaro americano a Londra”, l’Academy si decise ad introdurre per la prima volta la categoria agli Oscar per il Miglior Trucco, riconoscimento che ovviamente il film ottenne al termine della cerimonia (fosse stata introdotta già da L’Esorcista, sarebbe quasi sicuramente stato il secondo film horror ad averlo vinto).

 

Lo Squalo, di Steven Spielberg – 1985

Difficile collocare questo film esclusivamente nel campo dell’horror, fatto sta che il monster-movie diretto da Steven Spielberg non solo rappresenta il primo grande successo della florida filmografia del regista statunitense, ma ha contribuito fortemente a cambiare la storia del cinema.

 

Considerato il prototipo del blockbuster, “Lo Squalo” ottenne un enorme successo al botteghino (specialmente per l’epoca), terrorizzando nell’estate del ’75 soprattutto coloro che si accingevano a farsi un tranquillo bagno al mare: data infatti l’ingente distribuzione marketing per pubblicizzare l’uscita del film, tutti avevano ben impresso nella mente un sanguinolento squalo affamato dei bagnanti.

 

Oltre ad essere selezionato dalla Biblioteca del Congresso per la conservazione nel NFR, essendo considerato “culturalmente, storicamente o esteticamente significativo“, il film di Spielberg è presente anche nella lista dei 100 migliori film americani di sempre della AFI ed ha aperto le prime porte al regista del mondo Oscar. Ormai divenuta “casa sua”, il film del regista di Cincinnati ottenne la candidatura a Miglior Film e vinse i premi per Miglior Montaggio, Miglior Sonoro e Miglior Colonna Sonora.

 

La mosca, di David Cronenberg – 1986

Nella stessa edizione di “Aliens – Scontro finale”, a vincere il premio Oscar per il Miglior Trucco è stato un altro caposaldo dell’horror fantascientifico: “La mosca”.

 

Quello dell’86 viene considerato uno dei massimi capolavori della filmografia del regista canadese David Cronenberg, che al suo 10° lungometraggio continua a portare avanti la poetica del suo body-horror e della megalomanie dell’uomo nel voler sottomettere la natura al proprio egocentrismo.

 

Specialmente per questo filone cinematografico, il trucco (specialmente il prostetico) risulta fondamentale e determinante non solo come elemento estetico-artistico, ma anche e soprattutto per la sua valenza narrativa, che qui raggiunge livelli storici per il lavoro svolto da Chris Walas e Stephan Dupuis sull’attore Jeff Goldblum.

 

Il silenzio degli innocenti, di Jonahthan Demme – 1991

Inserire il capolavoro del regista Jonathan Demme in questa peculiare lista potrebbe risultare un tiro mancino, dato che “Il silenzio degli innocenti” non verrebbe catalogato come horror puro, rimanendo maggiormente legato invece al giallo o al thriller-investigativo.

 

Tuttavia, l’orrore viene comunque sprigionato soprattutto dalla magistrale interpretazione di Anthony Hopkins, sebbene quest’ultimo abbia ottenuto un record molto particolare. Nell’interpretare l’iconico serial killer di Hannibal Lecter, il celebre attore britannico ha infatti vinto il premio Oscar come Miglior Attore Protagonista nonostante sia apparso sullo schermo in appena 24 minuti e 52 secondi.

 

La collega Jodie Foster si è infatti portata a casa anche lei la statuetta per la Miglior Attrice Protagonista, con il film che ha collezionato in tutto 5 Oscar su 7 nomination, tra cui anche Miglior Film, Miglior Regia e Miglior Sceneggiatura non Originale.

 

Dracula di Bram Stoker, di Francis Ford Coppola – 1992

Ancora Anthony Hopkins, che l’anno dopo aver interpretato Hannibal Lecter torna nei panni del celebre cacciatore di vampiri Van Helsing in “Dracula, di Bram Stoker” diretto da Francis Ford Coppola. Il regista già premio Oscar soprattutto per i primi due capitolo della trilogia de “Il Padrino”, affascina con questa nuova rivisitazione del classico del cinema e della letteratura, con una linea raffinata e romantica del romanzo di Stoker pur non abbandonando ovviamente il lato orrorifico.

 

Nel 1993 il 19° lungometraggio del regista di Detroit si aggiudica 3 statuette sulle 4 categorie nominate, vincendo il premio Oscar per i Migliori Costumi, il Miglior Trucco e il Miglior Montaggio Sonoro.

 

Scappa – Get Out, di Jordan Peele – 2017

Mentre negli scorsi decenni, specialmente negli anni ’70 e agli inizi degli anni ’80, comunque il cinema horror è più o meno presente con qualche frequenza tra i candidati dell’Academy, dopo il film di Coppola del ’92 si susseguono 25 anni di quasi puro silenzio per il cinema dell’orrore agli Oscar.

 

L’opera prima del comico, regista e sceneggiatore Jordan Peele è particolarmente importate dal punto di vista storico anche e soprattutto per questo aspetto. Thriller-horror satirico che affronta di petto le disuguaglianze sociali soprattutto negli U.S.A., che diventerà quasi un marchio di fabbrica per la futura filmografia di Jordan Peele, non viene ricordato “solo” per aver lanciato il regista al suo folgorante debutto e la carriera dell’attore Daniel Kaluuya, ma riesce a far tornare nelle posizioni che contano il cinema horror nella Notte degli Oscar.

 

Scappa – Get Out” di Jordan Peele riesce infatti a vincere il premio alla Miglior Sceneggiatura Originale, ma presenta anche altre 3 nomination, tra cui appunto quelle per Miglior Regista, Miglior Attore Protagonista e soprattutto Miglior Film.

 

Menzione speciale: Tim Burton

Una menzione speciale perché in questo caso non ci si riferisce ad un unico film, ma direttamente ad un regista-autore che, attraverso il suo riconoscibile tratto distintivo di una filmografia che sa abbracciare tanto il lato sentimentale quanto quello romantico, è riuscito più volte ad affacciarsi ai prestigiosi riconoscimenti.


Regista di Burbank noto al grande pubblico per la particolare visione gotica e fiabesca del suo cinema e recentemente tornato alla ribalta con la serie TV Netflix “Mercoledì“, Tim Burton non solo è stato candidato a vincere il Miglior Film d’Animazione tanto per “La sposa cadavere” (2005) quanto per “Frankenweenie” (2012), ma i suoi film si sono portati a casa 3 premi Oscar in altrettanti lungometraggi.

 

Il primo è “Beetlejuice” del 1988, che vede come protagonista l’iconico spiritello interpretato da Michael Keaton, che vinse il premio al Miglior Trucco, proprio per il lavoro svolto soprattutto sul suo protagonista ma non solo. Seguiranno 11 anni dopo le 3 candidature per “Il mistero di Sleepy Hollow”, vincitore dell’Oscar alla Miglior Scenografia e nominato anche per la Miglior Fotografia a Emmanuel Lubezki e per i Migliori Costumi. Infine, il prestigioso riconoscimento arriva nel 2008, con l’Oscar ancora alla Miglior Scenografia di Dante Ferretti e Francesca Lo Schiavo per “Sweeney Todd – Il diabolico barbiere di Fleet Street”, oltre alle altre 2 candidature per i Migliori Costumi e la terza nomination all’Oscar da Miglior Attore Protagonista per Johnny Depp.