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“One Second”: l’omaggio di Zhang Yimou alla settima arte

Sono gli anni della Rivoluzione Culturale Cinese ed un uomo misterioso (Zhang Yi) si ritrova a dover contendere con una ragazzina orfana (Liu Haocun) un rullo di una pellicola. Uno scontro, o meglio, una disputa che li accompagna di distretto in distretto fino ad un villaggio in trepidante attesa della proiezione di un film. La giovane ruba e si impossessa di questo estratto di pellicola, ma l’uomo, che si scopre essere un evaso da un campo di lavoro forzato, è disposto a tutto pur di impossessarsene, anche al costo della sua stessa libertà. Si tratta di una sorta di thriller, sicuramente molto singolare, realizzato da Zhang Yimou: regista, sceneggiatore, attore, direttore della fotografia e produttore cinematografico considerato uno dei cineasti cinesi più influenti della storia del cinema grazie a film come “Lanterne Rosse”, “Hero” e “La Foresta dei Pugni Volanti”. Questa volta Yimou si concentra nel portare sul grande schermo una storia ancora più umana, realizzando allo stesso tempo un film che dimostra tutto il suo amore verso la settima arte. Attraverso un personaggio come quello del Signor Cinema (interpretato da un grande Fan Wei) il proiezionista del cinema che il resto del popolo tratta con una venerazione, il cineasta regala al pubblico un vero e proprio atto d’amore all’arte e alla professione che gli ha permesso di farsi un nome. Un film che però a livello distributivo ha subito problemi di ogni genere, in primis la censura da parte del governo cinese. “One Second” difatti avrebbe dovuto far perte della Festival internazionale del cinema di Berlino, ma venne escluso per dei sospetti “motivi tecnici”. 

“Proiettalo di nuovo – E’ soltanto un secondo – Non basta, allora proiettalo dieci volte”.

Dialogo tra l’uomo e il Signor Cinema (Zhang Yi – Fan Wei)

One Second” è una dedica che si sviluppa in ogni singolo frammento di una pellicola che racconta una storia di lotta e libertà che attraverso un viaggio interiore da parte dello spettatore riesce nell’intento di trasportarlo all’interno di una narrazione al limite del fiabesco. Un film accessibile visivamente e narrativamente anche ad un pubblico internazionale, nonostante parli di un mondo e di una mentalità circoscritta nel territorio di produzione. La storia di un uomo che cerca in tutti i modi di recuperare quel piccolo pezzo di una pellicola di un cine giornale all’interno del quale si può intravedere il volto della figlia con la quale ha chiuso i rapporti dopo essere stato arrestato. Storia che si contrappone a quella della giovane ragazzina che si ritrova ad essere costretta a rubare ed impossessarsi della pellicola per poter realizzare un piccolo regalo a suo fratello. Entrambe le storie vanno, infine, ad intersecarsi con un terza linea narrativa: il villaggio dove i due protagonisti si ritrovano è proprio il posto in cui deve essere trasmesso il cinegiornale prima della proiezione del film “Eroic Sons and Daughters”. Un incredibile avventura che porta a vivere sulla stessa pelle dello spettatore le disavventure dei vari personaggi. 

Insomma “One Second” è un grande omaggio del cineasta Zhang Yimou alla settima arte. Un dramma che racconta la storia di un uomo che si spinge oltre i suoi limiti pur di rivedere ancora una volta il viso di sua figlia. Si tratta, proprio come ha sottolineato il regista cinese, di una piacevole dedica a tutti coloro che amano i film e il cinema. Titolo presente nella selezione ufficiale della 46° edizione del Toronto International Film Festival e della 16ª edizione della Festa del Cinema di Roma e disponibile dal 16 Dicembre in alcune sale selezionate su tutto il territorio italiano, grazie a Fenix Entertainment ed Europictures. Un film imperdibile ed assolutamente, dove possibile, da recuperare.

Voto: 8/10 

– Andrea Boggione

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